tag:blogger.com,1999:blog-7312185603730167417.post935818979579827984..comments2023-07-02T15:57:31.627+02:00Comments on CCD - Ciccioni Contro la Discriminazione: Tutti gli obesi sono uguali, ma le donne sono più uguali degli altriPaolohttp://www.blogger.com/profile/05804329255409887907noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-7312185603730167417.post-58223059478843452062009-09-13T12:35:14.918+02:002009-09-13T12:35:14.918+02:00Ciao Alessandro
mentre concordo naturalmente sul p...Ciao Alessandro<br />mentre concordo naturalmente sul problema discriminazione, non si parla d'altro acca' ;), non sono d'accordo sull'identificazione che fai tra malattia (obesità) e malato (obeso).<br /><br />Un conto è una persona che si prende cura delle proprie malattie, un fatto che riguarda esclusivamente quella persona, un conto è lo stigma sociale contro un malato (stigma che, peraltro, ne sto scrivendo proprio ora per un nuovo post sull'argomento, non fa che peggiorare la condizione).<br /><br />Dal mio punto di vista l'unico che può, o non può, accettare il proprio stato di malato o di vita è l'obeso. Sempre che non si voglia, come parrebbe a leggere certi giornali o reportage tv, abolire il libero arbitrio.<br /><br />Un caro abbraccio<br />PaoloPaolohttps://www.blogger.com/profile/05804329255409887907noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7312185603730167417.post-53389103254611900882009-09-13T12:21:37.149+02:002009-09-13T12:21:37.149+02:00Scusate, ma.. l'obesità E' una malattia.
Q...Scusate, ma.. l'obesità E' una malattia.<br />Questo non autorizza alcuna forma di discriminazione, ma non autorizza nemmeno a valorizzare o dare credito o riconoscere uno statuto di autonomia a una malattia...<br /><br />Chi vi scrive è un obeso, quindi credo di avere diritto di parola sulla questione.<br /><br />Un conto è contrastare la società che fa di un'altra malattia (l'anoressia) lo standard fisico di bellezza, riconoscendo che qualche chilo in più, la pancetta, sono umanamente bellissimi e sessualmente desiderabili, ma un sovrappeso che superi i 30 chili del proprio peso ideale è un problema che mette a repentaglio la salute e non può essere in nessun caso accettato come uno stile di vita.Alessandro Paesanohttps://www.blogger.com/profile/03883164041046176012noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7312185603730167417.post-81607740211372327002009-09-06T10:47:04.259+02:002009-09-06T10:47:04.259+02:00Grazie Layla
come non essere d'accordo, sono v...Grazie Layla<br />come non essere d'accordo, sono verità che chi ha a cuore il valore ponderale delle diversità ;) non può che far proprie.<br />Spero che le leggano in molti!Paolohttps://www.blogger.com/profile/05804329255409887907noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7312185603730167417.post-4865913703562121772009-09-06T00:24:09.516+02:002009-09-06T00:24:09.516+02:00Le parole di Loredana Lipperini di questa settiman...Le parole di Loredana Lipperini di questa settimana si abbinano bene al tuo post. <br /><br />Se noi donne tendiamo a subire di più "il peso del peso" (come di qualsiasi altra minima imperfezione fisica) è perché molto prima di diventare obese possiamo essere schiacciate dalla mancanza di immaginazione.<br /><br />Tirerei fuori dal cassetto anche le parole di Proust: “Lasciamo le belle donne agli uomini senza fantasia o immaginazione” in special modo se "bella donna" significa "fotocopia".<br />(cito, stravolgendo forse il vero significato del suo aforisma, uno splendido artista omosessuale non a caso... visto che oggi i giudici e demiurghi della bellezza femminile sono in maggioranza stilisti gay ;))<br /><br /><br />“<i>Agosto, sulla fine. Discuto con un’amica avvocata che sostiene la stessa tesi. Il corpo mi appartiene e posso usarlo per fare la escort, o per ottenere un programma in Tv. Giuridicamente, è così, mi dice. E io le rispondo che allora mi appartiene sempre, quel corpo: anche quando è gravido, o morente. O cenere.<br /><br />C’è una reazione molto semplice quanto efficace che si può tentare: mostrare il paginone del Domenicale di Repubblica di qualche settimana fa, dove venivano ritratte tutte le Miss Italia dalla nascita del concorso. Le ultime sei sono indistinguibili. E a subito dopo bisognerebbe chiedere: questo significa rivendicare la bellezza? Essere identiche a qualcun altro? Appartenersi è un esercizio di cesello per adeguarsi a un modello dato? Appartenersi significa dover sottostare a un gioco di cui non si sono fornite le regole e non si sono nemmeno lette quelle date da qualcun altro? Appartenersi è difendere la desiderabilità formato Mediaset a tutti i costi, per parlar chiaro?<br /><br />Abbiamo parlato di scelta, certo: ma soprattutto di consapevolezza della scelta. C’è, questa consapevolezza? Nel famigerato immaginario, esistono i modelli che permettono di acquisirla? Se in televisione vediamo soltanto o fanciulle identiche e assai nude o la nobile vecchiaia intellettuale e scarmigliata di Margherita Hack, manca qualcosa: mancano le tantissime donne normali che vogliono davvero tutto: l’armonia del corpo e della mente, la valutazione che passa per le proprie capacità e non (solo) per il proprio aspetto.<br /><br />Per questo, credo che sia importante cominciare da qui: dai luoghi dell’immaginario. Dalla televisione (perché chi inquadra la Silvestedt basso-alto e alto-basso nella Ruota della fortuna è una donna e lo fa lo stesso?). Dai giornali. Dai libri. Perché il nodo è qui: l’immaginario. Molti e molti anni fa, con la nascita di Drive in, altri hanno creato quello che ora ci sta schiacciando.</i>”<br />Loredana Lipperini,<br />link: http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2009/09/04/facciamolo/<br /><br /><br />P.S.<br />A proposito di bellezza, potrei adorare gli uomini e le donne che si intravedono nell'immagine in trasparenza della colonna a fianco! Piccola, ma potente! :-)Anonymousnoreply@blogger.com