mercoledì 19 febbraio 2014

Ma i ciccioni muoiono all'improvviso?

Quando se ne vanno così, da un giorno all'altro, tutti pensano che sia accaduto per colpa dell'obesità. E che, in qualche modo, se la siano andata a cercare. I casi di Heavy D. e Big Pun



Quando un ciccio o una ciccia muoiono all'improvviso, da un giorno all'altro, qual è la nostra reazione? Se lo è chiesto in un vecchio post CeCe di New York, la Plus Size Princess per eccellenza, un post che ho pensato fosse utile riportare qui in una veloce traduzione:
"Sabato pomeriggio mi sono sottoposta ad una nuova classe di ginnastica in palestra. L'insegnante era una donna superallenata, con addominali scolpiti e tatuaggi sulla pancia. Ci ha fatto lavorare duramente e alla fine eravamo tutti sudatissimi. Gli ultimi 15 minuti li abbiamo spesi tra addominali e stretching.

Mentre eravamo là a massacrarci sui nostri tappetini, lei ci ha aggiornato su alcuni fatti di attualità. "Ci potete credere? Heavy D. è morto", ci ha detto avvicinando il gomito al ginocchio. "Ho sentito... è da matti.. aveva solo 44 anni", ha aggiunto qualcuno dal fondo della sala. "Era un uomo gigante, ma leggero però quando si muoveva - ha continuato l'istruttrice - qualcuno sa com'è morto?"

Una serie di risposte sono arrivate dalla classe: "Polmonite?" "Diabete?" "Un attacco di cuore, ho sentito". L'istruttrice intanto ha cambiato posizione e via noi tutti insieme a lei. E ha detto: "Sì, ho sentito che è stato un attacco di cuore. La cosa assurda è che aveva appena perso tutto quel peso, non è giusto!"

Un'altra donna si è aggiunta, "Sì, ho sentito di persone che perdono peso e poi muoiono. Non ha senso". E qualcun altro: "E' successo anche a Big Pun, veh?" "Essì" "Morire dopo aver perso peso... è così triste". Poi qualcun altro ha aggiunto con voce ferma: "Anche le persone magre hanno attacchi di cuore". C'è stata una lunga pausa, poi l'istruttrice si è seduta e ha riso: "Lo sai, hai ragione. Assolutamente vero".

Ascoltando la conversazione, sentivo una chiarissima implicazione secondo cui ci si aspetta che le persone ponderalmente importanti muoiano all'improvviso e che, quando e se accade, questo sia più o meno "colpa loro". Alla mia istruttrice e alle altre donne nella stanza, le morti premature di Heavy D. e Big Pun sembravano tristi, ma erano ancora più tristi perché accadute dopo che entrambi avevano perso peso.

Il fatto è che abbiamo ormai istruito le nostre menti, per cui l'obesità ti mette a rischio elevato di diabete, attacchi di cuore, infarti ecc. Ed è vero, il rischio c'è, ma questo non significa che se due uomini di 44 anni muoiono di attacco di cuore ed uno è magro noi si debba provare più dolore per quello magro.

Ho un conoscente che pesa quasi 200 chili. Ha successo, molti soldi, ma quando lo guardo mi preoccupo. Quando ci incontriamo, vedo che non può stare in piedi a lungo, le sue braccia cadono pesantemente ai suoi lati quando cammina e la sua schiena si inarca per stabilizzare il suo stomaco enorme. Io sono una donna grossa e in salute, e capisco bene che il numero sulla bilancia non dice se si è in salute o meno. Ma mentre scrivo non posso chiedermi come reagire se, Dio non voglia, gli succedesse qualcosa. Penserei subito alle sue dimensioni? Spero di no... ma non lo so. Ogni articolo che ho letto sulla morte di Heavy D. parla del suo peso, di oltre 150 chili, così come ogni pezzo sulla scomparsa di Amy Whinehouse parla della sua tossicodipendenza. In entrambi i casi, penso che i media ci stiano dicendo sotto sotto che "lo dovevano sapere". E io non credo che questo sia giusto".
Ho apprezzato molto il post di CeCe perché non nega il fattore di rischio legato all'obesità, semplicemente lo posiziona dove merita di essere, un fattore di rischio. Il focus del suo post, invece, è su come noi reagiamo dinanzi alla morte di una persona ponderalmente rilevante. Riusciamo ad essere obiettivi? A provare dolore per la sua scomparsa? O ci facciamo travolgere dal giudizio, trovando magari una qualche rassicurazione personale sul fatto che quella morte "era prevedibile", come spesso sembrano dirci gli articoli che parlano della morte di un personaggio noto?

Ecco, io stesso, che pure ogni giorno mi pongo il problema del linguaggio e della comunicazione attorno all'obesità, mi rendo conto del fortissimo condizionamento di cui sono vittima. Probabilmente, come CeCe, anche io tenderei a reagire di primo acchito pensando alla "mole" dello scomparso. Ma non è questa una semplificazione inconcepibile dinanzi alla complessità della vita umana? Non è un modo per giudicare, quindi uccidere - anche dentro di noi - qualcuno? Magari alla fine non è giudicare tanto chi non c'è più, quanto chi rimane da quest'altra parte? Dove inizia la discriminazione, non nasce forse dalle nostre paure?

(fonte foto, nella foto Heavy D.)

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