domenica 25 aprile 2010

10 zecche grasse ogni 100 italiani

Permea l'immaginario collettivo e lo condiziona: è il morbo razzista che strangola il dieci per cento degli italiani senza suscitare scandali, travestito com'è da perbenismo, mondato dalla buona fede dei molti che non sanno ancora di avervi aderito. Tanti infatti si avventano sugli obesi perché ritengono di dover fare loro del bene, o di doverli spingere ad essere altro da ciò che sono per una ragione o per un'altra, tutte apparentemente dignitose, persino civili. Ma gli stessi obesi provvedono a farsi del male in molti diversi modi.

La verità è che veniamo da decenni in cui l'attenzione istituzionale e mediatica per l'obesità non ha fatto che crescere. Ma è cresciuta sbilenca, claudicante. Non si è pressoché mai soffermata, infatti, sugli aspetti psicologici che determinano l'obesità, sullo sviluppo dei bambini obesi in una società ostile alla ciccia o sull'impatto talvolta devastante di questa ostilità nell'adolescenza. Non ha mai approfondito le ragioni dell'obesità persistente, la discriminazione nello sport e nella vita sociale, l'atteggiamento razzista di certi medici o di certi stilisti né ha mai messo in discussione l'ideologia salutista che tutto travolge.

Non solo: orde di aziende si sono tuffate sull'affare, traducendo in oro la crescente necessità di molti obesi di sentirsi normali in una società escludente, spesso approfittando di questa debolezza per vendere loro qualsiasi cosa o per infilarli in discutibili talvolta pericolosi programmi di dimagrimento. Migliaia di autori hanno avuto fortuna vendendo libri sulla perdita di peso così come decine e decine sono le diete miracolose spacciate da questo o quello per accalappiare i cicci e i loro soldi. L'industria della dieta, che oggi comprende anche stimabili medici dietologi e non solo improvvisati truffatori, in tutto questo ha anche causato l'errata sensazione che la Scienza oggi sia in grado di far dimagrire chiunque voglia. Poco importa se le storie personali, le medicine che si assumono, la propria genetica e via elencando non consentano a tutti coloro che lo desiderano di dimagrire, né viene in alcun modo pubblicizzato l'altissimo numero di fallimenti degli attuali programmi dietologici (circa il 50 per cento del totale), così come non si approfondisce quale impatto abbia sullo stile di vita dell'obeso, e sui suoi tentativi di dimagrire, l'ostilità che lo circonda.

L'effetto dell'industria di settore e della sua pubblicità è alla base del razzismo di chi si sente libero di consigliare ad un obeso chicchessia di dimagrire, di giudicarlo se non dimagrisce, di classificarlo, fino addirittura ad aggredirlo se non dichiara di voler ricorrere alla chirurgia.

Media, moda, informazione sballata, istituzioni assenti: il risultato di tutto questo è stata fin qui la disseminazione di preconcetti sull'obesità spacciati come verità incontrovertibili, pseudoidee spesso semplificate e persino ridotte a slogan anticiccia di facile presa, senza che la complessità della questione venisse mai riconosciuta. La conseguenza di un tale bombardamento di parte è che i tanti che anche in buonafede si occupano di obesità senza il necessario approfondimento finiscono per far propri luoghi comuni che, col tempo, giustificano giudizi privi di senso ma carichi di conseguenze ai danni delle persone obese. Sono giudizi che pesano sulla loro socialità, sulle loro professioni, cioè sulla loro vita, la loro serenità, la fiducia in se stessi e via peggiorando.

A questo si aggiungono poi gli studi di settore parziali, anche questi privi di qualsiasi approfondimento antropologico reale, che ci mettono il carico da novanta inventando cose come il costo sociale dell'obeso. Alla fine della fiera lo stereotipo dell'obeso descrive un individuo che non sa controllarsi, destinato ad una vita sentimentale risibile o tout court fallimentare, un malato che morirà presto ma non prima di aver dissanguato le casse della Sanità pubblica, un subumano dalla personalità debole divoratore di cibo industriale in un mondo che ancora conosce la Fame, una zecca succhiatutto di cui, quindi, ci si deve liberare.

A fronte di tutto questo è evidentemente difficile meravigliarsi che i ciccioni siano discriminati ed esclusi. E, anzi, potremmo persino finire per vedere come eroi coloro che anziché scagliarsi senza mezze misure contro gli obesi si limitano ad appuntare quelle che ne ritengono le mancanze nelle proprie conversazioni, sui propri giornali o blog, nei propri ambiti sociali. Ma non sono eroi: è proprio qui che si annida il razzismo più pericoloso, quello che vola al di sotto della quota di rilevamento, che arriva all'obiettivo senza che nessuno se ne accorga.

Parliamo infatti di gente che potrebbe tollerare, ad esempio, una Sanità più attenta ai bisogni degli obesi ma solo a patto che questi paghino di più. Gente che ritiene corretto far pagare ad un ciccione due posti su un aeroplano piuttosto che non consentirgli di sedersi in una metropolitana, che parla di prova costume o spettegola sulla differenza dimensionale di due coniugi. Gente, cioè, che semplicemente non ha compreso che la legittimità dell'essere obeso è pari a quella dell'essere bassi o alti; che non sa, non gli hanno detto, che l'umanità non ha una sola forma, ne ha molte, ognuna delle quali portatrice di un mistero e di una straordinarietà che andrebbero abbracciati anziché respinti.

Sono questi, oggi, gli avversari più difficili da battere, ostacoli sulla via dello sviluppo sociale e che neppure sanno di esserlo, perché il loro è un razzismo che non si vede, ammantato di apparente ragionevolezza, giustificato da decenni di mezze verità, plasmato da un immaginario distorto ma condiviso ed è pertanto più socialmente accettato delle tesi di chi lotta per veder riconoscere ad ogni forma dell'umanità i medesimi diritti, senza se e senza ma.

(fonti foto qui e qui)

17 commenti:

  1. ..."razzismo di chi si sente libero di consigliare ad un obeso chicchessia di dimagrire"....

    no dico ma non ti è mai passato per la testa che forse se uno consiglia di dimagrire è perchè l'obesità è una malattia e non una bandiera da sventolare al vento...
    Forse se una persona magra dice a uno obeso che deve dimagrire è perchè gli vuole bene.

    Firmato
    Alessia obesa che cerca in tutti i modi di dimagrire perchè non vuole essere malata!

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  2. Cara Alessia, un grande augurio per tutti gli sforzi che stai facendo e perché tutto vada nel migliore dei modi.

    Sul punto, fammi dire che è parte della vita di comunità parlare di ogni cosa, e in una famiglia è naturale che vi sia preoccupazione e sollecitudine se un componente della famiglia stessa è malato.

    Sebbene anche questo andrebbe svolto con le giuste modalità, sono molte le conseguenze nell'infanzia del pressante invito a dimagrire a livello familiare, non è di questo che si parla. Si parla di chi non ha parte in causa. Cioè dei moltissimi, forse dovremmo dire quasi tutti, che per dimostrare una sollecitudine figlia dell'ignoranza si permettono di dirti quale debba essere il tuo rapporto con il tuo corpo, o con il tuo medico, o con qualsiasi altra cosa. Lo fanno perché vedono che sei dimensionalmente rilevante, mentre tu non vedi le loro patologie né ti permetteresti di parlarne.

    Non che sia particolarmente grave, nel pezzo descrivo situazioni assai più pesanti, ma fa parte dell'insieme dei comportamenti che costituiscono una diminutio per l'obeso.

    Questi, prima di essere ciccio, o ciccia, è un individuo con pieni ed uguali diritti, compreso quello alla riservatezza, tantopiù sul fronte della salute, a curarsi delle proprie cose, ad apparire in pubblico, a muoversi e ad avere una vita sociale e di partecipazione.

    Perdonami se la risposta è un po' logorroica, è che spesso sono proprio i cicci a dimenticarsi quali siano i propri diritti, che sono poi quelli di tutti gli altri.

    Un abbraccio e in bocca al lupo per tutto
    Paolo

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  3. @Alessia Anche io ti auguro in bocca al lupo, ma il discorso di CCD è importante. La spinta esterna non serve a nessuno, nemmeno a chi vuole dimagrire. Davvero sei convinta, da obesa a dieta, che gli obesi rimangano grassi perché nessuno gli consiglia/impone di perdere peso?

    Forse tutto quello che si è fatto contro l'obesità, consigli affettuosi compresi, non ha avuto risultati efficaci e sarebbe ora di cambiare strategia, smettendola di improvvisarci tutti medici e dietisti col primo obeso che passa.

    Questo è il tipico decorso di una dieta:

    Spero possiate aiutarmi a capire cosa mi sta succedendo...da Marzo 2008 ad ottobre 2008 ho seguito una dieta "casalinga" che mi ha permesso (con una grandissima forza di volontà) di perdere 20 kg e passare da 74 kg a 54 kg per 1.74 d'altezza... Adesso sono 68 e sono disgustata da questo mio comportamento, soprattutto per aver buttato via mesi di sacrifici. Il problema è che tuttora non riesco a fermarmi e sono fissata con il cibo! Se non mangio divento irritabile fino all'esasperazione! Non riesco più a trovare la forza di volontà che mi permise di perdere tutti quei kg.

    fonte: pannaecannella di al femminile.com e me stessa :D dato che conosco bene quella sensazione di rottura-degli-argini dopo la dieta (la mia era seguita dal medico)

    Non sto dicendo che vada sempre così e non dico che con tanto sport (e un'alimentazione moderata senza privazioni) questo effetto yo-yo non si possa tamponare. Ma...non è un caso se le statistiche rilevano che la maggioranza delle persone che hanno intrapreso una dieta, dopo pochi anni, sono ancora più grasse di prima. Parola del nutrizionista.

    Gli esperti hanno dimostrato che, per funzionare al massimo, una dieta deve trovare in chi la adotta un profilo genetico predisposto a reagire a quel particolare schema alimentare. Inutile dannarsi l'anima, dunque, se l'ago della bilancia non arretra di un millimetro nonostante la dieta suggerita dall'amica che ha perso due taglie. Dicono gli esperti.
    L'Uomo Della Strada invece, continua a pensare che basti poco per dimagrire ecc. ecc.

    Si può dire tutto e il contrario di tutto sul corpo dell'obeso - ma la verità assoluta ancora non c'è eppure tutti sembrano averla in tasca.

    E la sbandierano con conseguenze che vanno dalla noia all'aumento del sovrappeso. Penso a un genitore che, convinto di fare il bene del figlio, magari lo mette a dieta fin dall'infanzia aumentando le possibilità che diventi un grande obeso.
    Di sicuro lo induce ad un rapporto anomalo col cibo e con lo specchio.

    Cui prodest...

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  4. Gentile Alessia, "è perchè gli vuole bene"??? Ma che, hai bisogno d'imbatterti nell'imbecille n.° 9.999 che Ti sottolinea il tuo sovrappeso?. Dico che è un imbecille o in malafede, perché può davvero pensare costui che Tu fino a tre minuti prima tu non fossi consapevole di un Tuo problema? Mandali malamente a quel paese, invece di ringraziarli o di fingere loro gratitudine. Un caro saluto

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  5. Ciao Alessia sono una mamma ... una ragazza di 16 anni bellissima... bhe io concordo con te è amore...io ho condiviso i suoi pianti nei camerini dei negozi... l'imbarazzo a mettersi in costume... e l'umiliazione a sentir dire " peccato sarebbe bella"... è inutile ostentare un falso disinteresse sopratutto a questa età può essere davvero dannoso non sentirsi accettate.... credo ci sia in gioco l'autostima che credimi nella vita poi serve...
    Bhe io l'ho portata dal dietologo...alimentazione sana e sport... è diventata ciò che avrebbe voluto essere ...e sopratutto orgogliosa di se stessa per aver vinto questa battaglia... è felice sorride.... e io lo sono per lei.... c'è solo un problema :-)
    farebbe sempre shopping :-)
    Questo solo per dire... che l'unica che si deve accettare sei te stessa.... segui la strada che ti restituirà il sorriso qualunque essa sia...
    In bocca al lupo1!

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  6. Ragazzi
    veramente non vi capisco! Non ho detto di essere convinta da obesa a dieta, che gli obesi rimangano grassi perché nessuno gli consiglia/impone di perdere peso.
    Anche io mi sono beccata e tutt'ora mi becco camionate di "imbecilli" che mi dicono di mettermi a dieta, gente che non mi conosce che si permette di consigliarmi diete assurde....
    Ovvio che anche io in questo caso mi imbestialisco come una vipera...ma se una persona che ti vuole bene con maniera garbo educazione mi dice guarda conosco questo dietologo forse ti puo' aiutare o mi dice che i miei chili in più sono un danno per la salute...io gli sono grata perchè quella persona tiene a me...tiene alla mia salute.
    Non deve esistere la "fat acceptance" emerita fesseria americana che spero non arrivi mai in Italia.
    Non si deve accettare il grasso, mai...perchè il grasso è un danno per la salute, il grasso equivale a malattia!
    Io la discriminazione la vivo tutti i giorni, la vivo quando mi siedo a un esame all'università molto più preparata di un'altra e invece meno premiata di quella bella magra.
    L'ho vissuta quando a un lavoro dove ero molto più qualificata io è stata accettata una senza qualifica e solo perchè magra e con un fisico giusto. OK QUESTA E' DISCRIMINAZIONE!!! QUESTO E' SBAGLIATO! QUESTO E' DOLOROSO!
    MA I CICCI (E PARLO PRIMA PER ME)DEVONO PRENDERSI CURA DELLA PROPRIA VITA, HANNO IL SACROSANTO DIRITTO DI CURARSI PERCHE' SONO MALATI. SONO MALATA!
    FARE UNA SCALINATA E ARRIVARE AGONIZZANTI, NON RIUSCIRE A PRENDERE UN BAMBINO IN BRACCIO, NON RIUSCIRE A FARE UNA PASSEGGIATA, SOFFRIRE DI PROBLEMI CARDIACI, DI PROBLEMI ALLE GAMBE E VIA DICENDO...E VOI DITE DI ACCETTARSI? ma stiamo scherzando? Accettare una malattia? vi prego non lasciate passare questo pessimo messaggio. Io sono stata una grande obesa, ora sono ancora obesa e per il resto della mia vita racconterò il dolore dell'obesità alla gente, per il resto della mia vita dirò a tutti di non accettare un solo minuto il proprio grasso perchè quel grasso porterà alla morte!

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  7. Rispetto la tua posizione Alessia... Nemmeno io consiglierei a qualcuno di ingrassare.

    Accettarsi invece - se già si è grassi - non significa fossilizzarsi ma essere più sereni in modo da poter fare tutto quello che ci va compreso dimagrire.

    Credo che demonizzare quello che siamo/siamo state non porta a niente: l'hanno sempre fatto con noi da quando siamo nate ma non ci ha impedito di ingrassare: o sbaglio?

    Mentre ingrassavi, magari da ragazzina, pensavi che fosse una cosa giusta e socialmente accettata? Il tuo medico non ti ha mai messa in guardia? Non credo.

    La ciccia è sconsigliata (= messa all'indice) fin dai primi chiletti in più... Si parlasse solo di grandi obesi forse, e dico forse, saremmo tutti d'accordo sul pericolo assoluto della cosa.

    Ma si tratta da malata anche la "cicciona", che poi magari pesa 80-90 kg e che fa le scale senza morire di crepacuore...

    Buona vita :)
    Layla

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  8. Layla
    ma la "cicciona" che pesa 80-90 kg e fa le scale senza crepacuore non è obesa.
    L'obesità è tutta un'altra cosa.

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  9. Clinicamente a 90 kg sei obesa se non sei molto alta. (e comunque gli slogan per dimagrire iniziano ben prima dei 90 non trovi?)
    Una ragazza di 100 kg, e media altezza, che fa le scale senza morire sfiatata... E' obesa? Secondo me sì ma mi piacerebbe conoscere la tua definizione di obesità

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  10. La mia definizione di obesità?
    b.m.i superiore a 35,
    mancanza di respiro,
    piedi gonfi come quelli di una papera,
    difficoltà a fare 10 gradini,
    grasso al fegato,
    alterazioni della analisi,
    depressione,
    problemi di infezioni nel sottocute della pelle della pancia
    dolori alle gambe
    tachicardia
    colesterolo elevato
    e problemi vari al cuore

    Ora prova a dire a una persona del genere...accetta il tuo grasso, tu sei bella cosi come sei...credimi le farai il più grande danno della sua vita. Il grasso non deve essere accettato mai! La discriminazione deve essere combattuta ma l'accettazione del grasso non deve mai avvenire!
    E Layla ti sto parlando da grassa!

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  11. State parlando di due cose diverse, l'intento generale di questo blog penso sia di condannare coloro che insultano e prendono in giro le ragazze cosìdette sovrappeso e la nostra stessa società che etichetta una ragazza come "grassa" anche se ha 6-7 chili in più di quanto dovrebbe! L'obesità Vera è sicuramente una malattia da curare e contro cui ribellarsi.. quando si diventerà rotondette si potrà parlare di accettarsi così! Sara

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  12. @Sara
    Penso che potrebbe essere utile scrivere qualcosa proprio su questo, magari lo faccio uscire domani, ritocco al volo un articoletto su cui stavo lavorando.
    Grazie dello spunto!!!

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  13. Ciao Paolo, inanzitutto complimenti per il blog, è molto interessante.

    Volevo scrivere una cosa riguardo ai consigli sul dimagrire ricevuti dagli estranei. Avendo avuto lo stesso problema ,anche se per il motivo opposto (aumentare di peso) , ho notato che ,tra i cosidetti "paladini del pesoforma" che ti fanno notare che dovresti fare qualcosa per il tuo aspetto fisico, c'è una sorta di "complesso del meno-peggio", nel senso, a fare commenti non sono quasi mai le persone con una forma fisica ottima, solitamente sono persone scarsamente atletiche, diciamo in sovrappeso ma non obese.
    Faccio un esempio: quando andavo alle superiori, avevo una compagnia di classe obesa, e altri tre/quattro compagni in sovrappeso ma non obesi. Le restanti persone erano di corporatura media, oppure esile. Chi erano le persone più cattive con la ragazza obesa? Gli altri in sovrappeso... Se X è grasso ma Y lo è ancora di più, finchè tutti guardano Y il problema(ammesso che sia un problema) di X sembrerà meno evidente.

    Per questo io non vedo generalmente di buon occhi i consigli della gente, di solito dietro una maschera di benevolenza ci sono sempre malizia e ipocrisia.

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  14. Ciao Scara, è molto interessante questo atteggiamento, chissà se quelli che insultavano e che descrivi si rendevano conto dei danni provocati. Di certo aggredire la "ragazza cicciona" è un mezzo comodo per chi non si accetta di proiettare su altri le proprie frustrazioni etichettandoli perché "stanno peggio".
    Nella mia esperienza tra questi ci sono anche alcuni molto attivi e sportivi che con il moto e l'esercizio cercano di rispondere alla mancata accettazione della propria fisicità. Ma il meccanismo mi pare lo stesso: sfogare le proprie frustrazioni. E i cicci sono spesso usati come pouncing balls :-/

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  15. Personalmente,io ho sempre avuto problemi di peso,ed essendo donna,con tutte le pressioni che la società impone alle donne per rispondere al loro ruolo di oggetti attraenti,per me il "peso" psicologico è doppio. Ma se gli ignoranti sono scusabili in quanto tali,noi che sappiamo e talvolta soffriamo non dovremmo prendercela troppo tra noi.L'accettazione di sè,è fondamentale per chiunque,chi non si accetta per quello che è,sarà sempre in balìa dell'altrui opinione e prima di ogni altra malattia è meglio che si curi l'insicurezza e la depressione e poi tutto il resto.

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  17. ...scusate l'avevo tolto per errore, ma lo rimetto qui...

    Condivido al 100% ciò che dice Paolo in questo (e altri) bellissimo post. La discriminazione ponderale e dimensionale è RAZZISMO. Di tutti i razzismi, contro omosessuali, lesbiche, rom, africani, asiatici, ecc. e ancora contro disabili, senza fissa dimora, persone anziane, indigenti, non conformi fisicamente, troppo basse, ecc. il peggiore, perché non è nemmeno riconosciuto come tale - da nessuno - e viene sempre detto che la colpa è solo della persona che "non si accetta" e che "bisogna piacersi dentro". Quindi la persona è discriminata due volte, primo perché non è accettata, secondo perché non si accetta. E guardate che non serve pesare più di 100 chili per essere stigmatizzati come "obesi", a me le battute e le frecciatine hanno iniziato a farle quando pesavo 56 chili e hanno continuato ben sotto la soglia dei fatidici 100 o dei 90 mai raggiunti. Stessa cosa mi dicono succeda anche alle persone molto magre, il "troppo magre" ce lo aggiungono gli altri, e sempre per la loro "salute". Di quale salute si sta parlando, di una ipotetica condizione statistica dato che le tue analisi del sangue non le guarderà mai nessuno. Be', se non ci credete, leggete questo post e poi se ne parla. Ma questa volta senza le solite frasi fatte e i concetti precotti. Un invito a pensare con la propria testa.

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