Lo ha stabilito la compagnia statunitense United Airlines con una nuova politica anticiccia, una policy del tutto simile a quella di numerose altre società di settore negli USA e in controtendenza rispetto ad altre scelte nel medesimo continente, come i pari diritti del passeggero obeso sanciti in Canada.

Qualora il malcapitato decida di farsi rimborsare il biglietto, UAL bontà sua provvederà senza imporre commissioni o condizioni. In alternativa consentirà senza costi aggiuntivi al passeggero di prendere uno dei voli successivi, ma solo se vi saranno due posti liberi, sufficienti cioè a contenere i fuori-standard. L'obeso che acquisti un biglietto, dunque, non potrà sapere se poi effettivamente riuscirà a volare.
Inutile sottolineare la natura discriminatoria di questa policy. Non si accetta il fatto che non tutti siano uguali e che sia quindi necessario prevedere una flessibilità non solo in fase di costruzione degli aerei (anche gli alti hanno molto di cui lamentarsi) ma anche di gestione dei posti e dei biglietti.
Inutile anche dire che il motivo per il quale è possibile provvedere a togliere diritti agli obesi è il loro stato: come più volte denunciato anche su queste pagine, quando si mette all'angolo l'obeso si può contare su una protezione sociale, sull'accettazione diffusa delle pratiche discriminatorie. L'obeso ha meno diritti e UAL, come tanti altri, lo sa, e può contarci per diminuire le spese operative e portare più soldini ai propri azionisti. Il prossimo passo, ci stanno già pensando, è far pagare di più chi ha un peso superiore ad un certo tetto. Al peggio, cioè, non c'è mai fine.
Paolo
ps. la foto di questo post è presa da qui
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