L'ultimo numero del celebre magazine di Repubblica propone un articolo sui diritti degli obesi per realizzare il quale, e di questo ringraziamo di cuore l'autrice, anche Ciccioni contro la discriminazione è stato consultato, un articolo disponibile sul sito del magazine e che proponiamo qui sotto, un pezzo che apre una breccia nel silenzio mediatico sulla vicenda che tanto ci sta a cuore.
IL MIO GROSSO GRASSO VICINO
di Gina Pavone
Ho letto l'articolo sulla Repubblica delle donne e sono venuta a vedere il tuo blog. Trovo irritante che alcune dipendenze siano accettate e che ti diano persino uno status positivo, mentre altre sono demonizzate. Quanto "fa figo" fare fuorpista in montagna....eh? Beh anche i costi per salvare e curare quei dipendenti da adrenalina costano al nostro Servizio Sanitario Nazionale. E se dicono che quelli sono pochi e non contano, possiamo prendere in considerazione i dipendenti da sorpasso assassino.
RispondiEliminaTutti abbiamo una piccola dipendenza, ma quella dal cibo, è demonizzata. Un morbido abbraccio. Giulia
Ho scritto due volte "demonizzata". Che orrore, abbiate pietà ma mentre scrivevo sgranocchiavo. A poi, Giulia.
RispondiEliminaCiao Giulia, è bello leggerti!!
RispondiEliminaE' verissimo quel che dici, c'è molto da fare per combattere il pregiudizio.
Sui costi sociali fammi dire che è possibile, sebbene ci siano studi contrastanti, che il ciccione costa di più (ma muore prima dei normopeso, come osservano in Danimarca, riducendo oneri delle pensioni e costi SSN) ma il costo che ogni ciccione paga per questa discriminazione che subisce a 360 gradi (scuola, lavoro, famiglia, attività varie) non ha un prezzo valutabile, se non quello di singole vite, talvolta così condizionate dalle pressioni anticiccia da diventare esistenze a metà. Ma questo non viene proprio preso in considerazione .
Non ho mica capito mangiate da far schifo e volete pure essere accettati???? Ma scherziamo?? Curatevi vala'
RispondiEliminaChe tristezza quest'ultimo commento! Chissà se l'anonimo usa lo stesso tono con chi è malato per esempio di anoressia, con chi si fa venire il tumore a forza di fumare, o con chi ha affogato il fegato e magari anche i rapporti umani nell'alcol ecc. ecc. la lista potrebbe essere lunghissima, potrebbe addirittura comprendere qualche vizio, cattiva abitudine o problema in generale dell'intollerante anonimo. D'altronde, il tono che usa si commenta da solo. Chissà se si rende conto che si parla di accettazione di persone, non di corpi inanimati. Mah, ci rimane il dubbio che per l'anonimo non esista nemmeno tutta la massa cerebrale e lo spirito, persino l'anima per chi ci crede, o comunque qualsiasi cosa che non sia fisico, ciccia, apparenza. Questa ovviamente non è una difesa dei grassi, ma una tirata contro l'idiozia degli intolleranti (volevo essere moderata, ma ho riletto il commento e mi sono convinta che questo è proprio un povero di spirito).
RispondiEliminaTristezza totale per quell'anonimo là. Io credo che se uno non sa NULLA di NIENTE farebbe bene a stare zitto!!!! Stiamo veramente messi male in italia eh!
RispondiEliminaClassy
da anonimo all'anonimo provocatore: a far schifo sei tu e presumibilmente pure chi ti ha fatto tanto capra. quando crederai di diventare meno anonimo ti faccio passare un periodo di riflessione in rianimazione.
RispondiEliminaNon ce la prendiamo troppo, in qualche modo toccherà trovare il modo anche di dialogare con tutti, anche chi vive sprofondato nel pregiudizio mediatico modaiolo semplicistico, non avendo sufficiente senso critico per formulare proprie opioni.
RispondiEliminaParliamo di noi più che di lui, ecco ;)
parlando di cose serie, ho letto l'articolo di D e trovo carino e utile il blog.
RispondiEliminaho sempre reagito con forza alle discriminazioni e agli insulti, ma non bisogna costruirsi un'identità intorno a questo. se l'obesità è un problema medico, come lo era per me, certamente va combattuta. non diventiamo, però, schiavi dell'ossessione dello stigma sociale. reagite insomma, ma si può reagire anche con la leggerezza.
il secondo commento corregge il tiro, ma c'è poco da essere dialoganti con certi soggetti.
RispondiEliminaio credo fermamente che la "dipendenza da cibo" come diceva Giulia all'inizio, sia demonizzata xkè molti magri sono sostanzialmente frustrati! molte persone vorrebbero mangiare tutto quello che vogliono senza freni ma sono costantemente bombardati da impulsi che rimandano sempre allo stesso slogan: essere magri significa essere belli, piacere agli altri, avere capacità seduttive, essere AMATI....
RispondiEliminatra queste persone frustrate di certo rientra l'anonimo che sostiene "mangiate da far schifo e volete anche essere accettati"
ecco secondo me questa è una persona che fortifica la mia opinione... grazie :)
io credo che nn siano gli obesi ad essere schiavi del cibo, ma bensì i grassofobici ad essere succubi di stimoli costanti ed errati
Je
Mi sembra esagerato non credo proprio che esista l'invidia del grasso anche se magari dovrebbe esserci ^_^ - Romeo
RispondiEliminanon invidia del grasso ma frustrazione x nn potersi strafogare essendo però sotto costanti e contrastanti impulsi riguardanti il cibo da una parte, e l'essere magri a tutti i costi dall'altra.
RispondiEliminaQuella delle dipendenze è una strada che anche Punto Informatico (Paolo, che ne era il direttore, lo sa bene) ha percorso cercando di fornire vari punti di vista di volta in volta provenienti da articoli ed esternazioni di mezzo mondo, quasi sempre riguardo all'informatica od internet, naturalmente per questioni di pertinenza.
RispondiEliminaQuando una cosa che tu consideri una passione, un interesse, una caratteristica costituitente del tuo essere, sentirtela chiamare "addiction" (dipendenza) ti offende subito, poi però, se non sei solo (come io sono) permaloso, ci pensi: che non sia vero?
il resto lo metto al link sotto, che sto più tranquillo
Cavallo GOlOso
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RispondiEliminahttp://snipurl.com/u8bfo
Cavallo GOlOso