martedì 12 novembre 2013

Dodici anni gettati dal balcone: "Sono grassa"

Cristina ha dodici anni. I giornali oggi ne parlano come di una ragazza. Sì, forse. Una bambina, anche. Cristina ieri ha guardato a lungo il vuoto sotto il balcone di casa, con le mani sudate e gli occhi semichiusi ha scalato quel muretto e con una vertigine nel cuore si è lasciata cadere di sotto.

Cristina è una bimba sovrappeso, schernita per questo dai compagni di scuola, discriminata senza pietà, come spesso accade tra "ragazzi". Forse anche per questo è introversa e i suoi voti a scuola sono bassi, di certo nei suoi pochi anni di vita Cristina non ha potuto ancora maturare la capacità di difendersi da una discriminazione continua e non ha fatto che accumulare disagio su disagio. Né, evidentemente, gli adulti sono riusciti a intervenire.

Emarginata per la sua forma, nel messaggio lasciato al mondo nella sua cameretta, ieri Cristina ha scritto una frase, "Non ce la faccio più"; una frase che le vittime della discriminazione anticicci si ripetono spesso ma che, per Cristina, ha costituito una consapevolezza definitiva.

Ora Cristina è in ospedale e per fortuna è fuori pericolo. Forse, adesso, gli adulti si accorgeranno del mondo che il loro odio per il diverso sta costruendo per i nostri bambini, odio assorbito e moltiplicato dai coetanei di Cristina, tutti presi a rinforzare le proprie giovani identità replicando comportamenti genitoriali, pubblicità e anoressie mediatiche. Quanti bimbi ci sono passati? Quanti di loro, di noi, hanno pensato di farla finita? Quanti hanno vissuto anni di solitudine in questo mondo di odio?

Certo, è fin troppo ovvio, non basterà il gesto di una bimba di Trezzano sul Naviglio, vicino Milano, per svegliare questo paese: la vita di milioni di giovani cicci e cicce continuerà ad essere demolita dalla discriminazione, ma è lecito sperare che almeno qualcuno apra gli occhi. Oggi Cristina è sopravvissuta. Se domani a lei e a tante altre bimbe la vita possa apparire meno nera dipende dagli adulti. Dalla loro capacità di amare tutte le diverse forme ed espressioni dell'umanità e, in definitiva, di amare davvero se stessi.

(fonte news)
(fonte immagine)
nota: Cristina è un nome fittizio, le autorità di Trezzano hanno preservato l'identità della piccola.

3 commenti:

  1. C'è chi ragionando solo con la pancia lotta contro i chili di troppo e stigmatizza gli altri che non fanno la stessa cosa, c'è chi invece ragionando con il cervello lotta perché questa società diventi accogliente verso tutte le forme e le dimensioni fisiche. Sempre di più mi convinco della giustezza della nostra lotta per la libertà di tutte e tutti d'essere semplicemente ciò che si è, solo da qui si può ripartire per diventare altro, ma solo ciò che si vuole personalmente. Un caro saluto e auguri alla piccola vittima di ennesime discriminazioni, che possa trovare presto la voce per rispondere, la forza per rialzarsi, la gioia di continuare a essere semplicemente sé stessa.

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    1. chi vuole dimagrire ha il diritto di farlo in maniera sana e chi non vuole lo stesso..entrambi devono sapere cosa implica la cosa a livello fisico

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  2. un solo aneddoto ma significativo...

    una mia carissima amica quando andava alle scuole medie pesava 80 chili e la sedia si ruppe perché erano scuole fatiscenti, con sedie vecchie e usurate, ma in aula ci fu un boato di gioia irrefrenabile con urla e applausi... ora da molti anni è una signora ossessionata dalla linea e sottopeso, ha perso la voglia di mangiare da tanto tempo.

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