venerdì 22 novembre 2013

Giù le mani dai bambini. Anche se ciccioni

Si va confermando la relazione tra stress in età infantile e obesità. Un nuovo studio pubblicato su Pediatrics condotto per molti anni da ricercatori dell'Università del Michigan traccia un profilo di "rischio obesità" per i bambini sottoposti a stress psicosociale. Come quasi sempre, i guai dei bimbi sono causati dagli adulti.

Si tratta di un'area di studio che rappresenta una grossa sfida all'indagine scientifica. La sua importanza è direttamente collegata non solo al contrasto dell'obesità giovanile ma anche dell'ostracismo subito in giovan età, periodo nel quale il bullismo e le pressioni dei coetanei incidono in modo talvolta drammatico sullo sviluppo dell'identità.

Secondo i ricercatori americani, "sperimentare molti eventi negativi nella vita infantile, in particolare eventi che si trascinano o cronicità mediche, aumenta il rischio di sovrappeso entro i 15 anni. L'eventuale obesità materna e un ritardo nella gratificazione da alimentazione aumenta ulteriormente questo rischio". "L’adattamento allo stress cronico ha importanti implicazioni di salute e malattia negli adulti ma anche nei bambini, e l’associazione tra fattori di stress psicosociale e obesità infantile è stata documentata" - dichiarano i ricercatori.

Come scrive Note e Salute a questo proposito, "molti fattori psicologici, per esempio il divorzio dei genitori o un lutto in famiglia, possono spingere i bambini a mangiare per sentirsi meglio. Tuttavia, la definizione dei fattori di stress non è sempre la stessa, e la maggior parte delle ricerche combinano indici di rischio che includono la salute fisica e mentale dei genitori, l'esposizione al bullismo, lo stress socio-economico e una struttura familiare non ottimale".

Lavorando su più di 1.300 famiglie dal 1991 in poi, incrociando i fatti certi e gli eventi di maggiore rilievo per i bambino, i ricercatori hanno tentato di collegare eventi avvenuti a 4, 9 e 11 anni con il sovrappeso a 15. Hanno anche cercato di dare una valutazione sull'intensità e la valenza dei singoli eventi sul sovrappeso e di individuare le cause biologiche o ambientali che potessero avere una relazione con questo.

"Tra gli 848 piccoli partecipanti - hanno spiegato i ricercatori - l'elevata quantità di eventi negativi della vita aumentava il rischio di sovrappeso nell’adolescenza. E le probabilità di guadagnare peso aumentavano ancora a seconda della valenza negativa di ogni evento, specie se legato alla salute fisica o mentale dei familiari". Non si può dunque generalizzare, ma la speranza è che una migliore comprensione della natura e dell'origine dell'obesità, anche quella infantile, posssa diffondersi soprattutto tra adulti, tutori e genitori, insegnanti ed educatori, che sono spesso i primi a stigmatizzare il bambino o la bambina obesa senza comprendere la complessità di chi hanno davanti.

(fonte immagine)

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