venerdì 24 gennaio 2014

Perdi l'odio, non il peso

Davvero crediamo di poter stare meglio, curarci, persino cambiare la forma del nostro corpo continuando ad odiarlo? E' ora di voltare pagina. Il movimento americano Lose Hate, Not Weight



"Lose Hate, Not Weight". Si chiama così la campagna ideata da un'attivista del movimento per la Libertà Dimensionale statunitense ormai molto celebre, Virgie Tovar, che a 31 anni fa scuola negli USA per sostenere le proprie tesi contro la discriminazione e sulla percezione di sé, una campagna che punta a insegnare che la pinguedine non è un buon metro di misura per giudicare una persona. La speranza è che prima o poi anche l'Italia sia sufficientemente matura per operazioni di informazione e sensibilizzazione di questo tipo.

"Quello che stiamo cercando di fare - dichiara Virgie - è di fare in modo che i molti che oggi vivono odiando se stessi vivano domani amando quello che sono. La campagna ci sfida a pensare a cosa significhi la parola Salute. La nostra cultura forse promuove la salute e la fitness, ma non certo la salute mentale né quella spirituale, quando la verità è che tutti questi aspetti sono collegati tra di loro".

Tovar, come moltissimi obesa fin dall'infanzia, lavora su un concetto semplice e solo apparentemente ovvio: è difficile curare se stessi e cercare di star bene se si odia il proprio corpo. "Io - dice - sono prima di tutto a favore della libertà di scelta. Ma se tu odi te stesso, come puoi prendere le giuste decisioni per il tuo organismo? Non ho alcun desiderio di trasformare chiunque in una grassa ma felice ragazza. Dico solo che le persone potrebbero scoprire di volere per sé qualcosa di completamente diverso se smettessero di odiare se stessi".

A spingere Tovar anche la consapevolezza che, almeno negli Stati Uniti, la cultura sull'obesità inizia a cambiare. Nei media corpi pingui iniziano a vedersi più spesso e modelle ed attrici con più curve di quanto si era visto finora appaiono sempre di più. "Ho tante speranze - spiega Tovar - Credo che le persone vogliano essere più libere. E' dura cambiare, ma odiare se stessi semplicemente non è sostenibile. Non ci sono compensazioni, né dividendi, quando ci si odia. Io mi avvantaggio del mio amore per me stessa ogni giorno, e così il mio lavoro".

E qui da noi? Quando riusciremo a superare l'odio verso i ciccioni e dei ciccioni - e ancor di più ciccione - verso se stessi? Quanto dovremo aspettare?

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