Spesa, megasconti riservati ai magri

Succede negli Stati Uniti: i gestori della catena di distribuzione Whole Foods hanno deciso di incrementare al 30 per cento lo sconto riservato ai propri dipendenti per l'acquisto nei negozi in cui lavorano. Uno sconto che, però, sarà offerto soltanto a chi potrà dimostrare di non avere una massa grassa superiore a una certa percentuale.

In particolare, riportano varie fonti, da anni i dipendenti Whole Foods possono fruire del 20 per cento di sconto sui prodotti del marchio. Lo sconto maggiorato, però, verrà erogato soltanto ai non-grassi (e non-fumatori). Il motivo di questa discriminazione è economico: le spese sanitarie dei dipendenti non fanno che aumentare e Whole Foods ritiene che sia utile spingerli a migliorare la propria salute, così da contenere oneri che pesano sull'azienda.

Come si osserva su Body Impolitic, la nuova policy gira attorno alla BMI, la percentuale di massa grassa, un indice da lungo tempo ritenuto inaffidabile come riferimento di valutazione della salute ma, come dicono alla Whole Foods, è un modo economico e veloce per monitorare i dipendenti. Solo chi si trova sotto il 24 per cento potrà fruire dello sconto, a patto che anche la propria pressione arteriosa e livelli di colesterolo siano in un range che l'azienda consideri accettabile.

Poco importa, insomma, se certi fattori di rischio siano ereditari e genetici, l'idea che Whole Foods porta avanti è di contenere la capacità di spesa dei dipendenti obesi rispetto ai propri colleghi, alimentando così anche sotto quel profilo la discriminazione sulla base della size diversity, come se le forme di uomini e donne possano essere davvero una questione aziendale e non un fatto privato. Anzi, privatissimo.

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