lunedì 17 maggio 2010

Il ciccio e il testosterone dimezzato


Capita con una certa frequenza di discutere con chi ritiene l'obesità una questione aritmetica: mangi tanto, ingrassi. Si ignora, cioè, la complessità della natura umana e delle sue diverse forme, spesso lo si fa per promuovere il proprio stile di vita o le proprie scelte, puntellandosi sulle deficienze che si attribuiscono ad altri. La verità, come ripetiamo spesso, è che molte cause dell'obesità rimangono oscure e che l'unica cosa certa è che, appunto, l'aritmetica non serve a spiegarle.

L'ultima dimostrazione di questa complessità è uno studio pubblicato nei giorni scorsi su Diabetes' Care, rivista scientifica che ha dato spazio alla ricerca Testosterone Concentration in Young Patients With Diabetes condotta presso l'Università di Buffalo, New York.

Nella speranza di determinare nuovi approcci alla cura del diabete ed esplorare il suo rapporto con l'obesità, i ricercatori si sono soffermati sulla produzione di testosterone nei soggetti di un campione di uomini, ricorrendo anche ai dati raccolti da altre analisi. Il risultato induce a ritenere che un certo numero di obesi che sviluppano forme di diabete siano penalizzati da una ridotta disponibilità di testosterone, e non solo in età avanzata, come si riteneva precedentemente, ma anche in età giovanile. Una condizione che può favorire l'insorgenza della condizione obesa e, successivamente, del diabete.

"Queste osservazioni - concludono gli scienziati - hanno una serie di implicazioni cliniche, dal momento che basse concentrazioni di testosterone possono impattare sulle funzioni sessuali, diminuire la libido, causare disfunzioni erettili. In più, la carenza di testosterone negli anni della giovinezza può provocare una ridotta produzione di massa ossea e lo sviluppo o persino la perdita di muscoli. In più, questi pazienti possono sviluppare una maggiore adiposità e dunque rischiare l'insulino-resistenza".

Ben lungi dallo spiegare le importanti dimensioni di molti uomini, lo studio mette in relazione certe condizioni ormonali (ipogonadismo, testosterone ecc.) con il diabete, e contribuisce a chiarire almeno uno dei possibili meccanismi induttori dell'obesità. Uno studio rilevante, dunque, che può aiutare anche chi tende a semplificare tutto nell'aritmetica a comprendere come, talvolta, non bastino le addizioni a svelare il mistero dei numeri.

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