venerdì 15 novembre 2013

La vertigine del Bisturi Bariatrico

Cosa pensereste se qualcuno venisse da voi e vi dicesse che con una bacchetta magica potrà risolvere tutti i vostri problemi? Un invito generico e assoluto a rivolgersi alla chirurgia bariatrica ha trovato ancora una volta ampia eco sui media italiani, che proprio non sanno come avvicinare l'intera questione dell'obesità. La considerano una malattia ma non lo è come già statuito anche dalla Sanità Italiana. L'obesità è uno stato dell'esistenza, inevitabilmente complesso e non risolvibile con una botta di anestesia.

L'obesità nei decenni a tutte le latitudini ha dato vita a un grande business. Se è giusto che medici competenti possano consigliare ai propri pazienti interventi salvavita, e si parla quindi di casi estremi e molto particolari, è lecito allarmarsi quando si auspica un aumento orizzontale degli interventi chirurgici. Le considerazioni che vengono proposte in questi giorni da certi medici (ad es, nel link più in alto: "Ma la terapia funziona solo se associata a un regime alimentare controllato e a regolare attività fisica") non tengono in alcun conto la complessità dello stato di obesità, che è parte della nostra stessa natura e identità. Non basta che "funzioni", occorre che "funzioni nel tempo", che diventi cioè parte di una nuova identità.

Nell'articolo linkato qui sopra, si auspica un più ampio ricorso a questo genere di chirurgia. Essendo per definizione "interventi salvavita", da eseguire quando ogni altro approccio è fallito e quando è a rischio pressoché immediato la vita del paziente, l'unica estensione auspicabile è a quelle percentuali di uomini e donne che sono altrimenti destinati ad andarsene prematuramente e che oggi non trovano un'alternativa qualechesia. Ma va limitata a quei soli particolari casi, non solo perché sono interventi ad alto rischio ma anche perché spesso non sono risolutivi. Non si parla, nell'articolo linkato ma più in generale sui media italiani, dei traumi vissuti prima, durante e dopo, quei drammi che riempiono pagine di forum in tutto il Mondo. Certo, tanti coraggiosi ce la fanno a completare tutto il durissimo percorso, poco più della metà secondo i medici di settore, ma ci sono anche gruppi di sostegno e ricordi di chi sotto i ferri non ha solo perso massa grassa.

La verità è che un intervento chirurgico è pericoloso per sua natura, tanto più quando riguarda la resezione, la modificazione o la trasformazione degli organi interni. Teniamolo sempre presente. E chi si occupa di comunicazione dovrebbe comprendere che l'obesità non è una malattia più di quanto non lo sia essere alti o bassi, biondi o bruni. E' uno stato dell'esistenza. Una caratteristica identitaria costituita da comportamenti, cibo, metabolismo, psicologia, storia personale e molto altro, destinata quindi a declinarsi in ciascuno in modo diverso. Dai media non possiamo che aspettarci, e lo diciamo più con testardaggine che con speranza, che prima o poi inizino ad indagare sulle cause dell'obesità, dando più spazio alla lotta alla discriminazione e al benessere, ossia all'amore, che alle occasioni di business.

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