domenica 22 dicembre 2013

Come Enrico ha sconfitto il bullismo



Sì ok, si chiama Eric e non Enrico, e non è accaduto in Italia ma negli Stati Uniti, ma la sua storia ha una valenza internazionale e dimostra come la scuola, quando funziona, può disinnescare l'isolamento e la sofferenza degli studenti obesi e trasformare il rischio-bullismo in una opportunità per tutti. Una storia che conosciamo grazie all'esauriente e bellissimo racconto che ne fa l'insegnante di Eric, a lui va il merito di aver interpretato la situazione con grande sensibilità e rotto le tradizionali barriere a cui spesso va incontro, negli States come in Italia, lo studente ciccione. Ecco la storia di Eric:

"Ho uno studente di 220 chili, lo dico subito non per shockare nessuno, ma per toglierci la questione di mezzo. Eric è sovrappeso e depresso. Non lo dico per esprimere un giudizio né temo di dover parlare di questo in modo politically correct. In verità ho avuto una recente esperienza che sta cambiando la vita di Eric e anche quella di molti altri.

Nella prima settimana di scuola, Eric è giunto nella mia classe e ho notato che sembrava molto scoraggiato. Era quel genere di ragazzo che si nasconde non parlando con nessuno e facendo le sue cose in modo molto tranquillo. Purtroppo il suo peso è diventato un problema nello stesso tempo. In due giorni ha rotto il suo tavolo e ho dovuto anche spiegargli che presto sarebbe arrivata una sedia adatta a lui. Ho anche provato a invitarlo a fare dell'esercizio con me, camminare prima di scuola. Non ha accettato l'offerta, non sapeva bene come incontrarci a metà strada, ma mi è sembrato interessato a parlare con me della sua situazione.

Dopo un paio di settimane, qualcosa è accaduto, di strano e intrigante, a guardarlo ora. Eric non si era fatto la doccia per diversi giorni e questo era un problema che andava affrontato. Approfittando dei gruppi di lavoro con cui avevo diviso la classe l'ho portato con me in corridoio e gli ho parlato. Un momento che ricorderò affettuosamente tutta la vita.

Quando abbiamo parlato della sua igiene, Eric ha ammesso di non interessarsi. Di questa o di qualunque altra cosa. Ha reso chiarissimo che era depresso e che aveva smesso di provarci. Mi ha fatto capire di sapere che avrebbe potuto andare incontro a diversi problemi di salute ma anche quello non era in cima ai suoi pensieri. Poi c'è stata una svolta, quando gli ho chiesto: "Quando hai smesso di provarci?". Lì ha iniziato a piangere. Entrambi siamo rimasti là, piangendo, e tra le lacrime mi ha spiegato come suo padre fosse morto tre anni prima, e quanto fosse stufo di essere preso in giro, e che ora era divenuto più semplice non curarsi di nulla. Alla fine di questo sfogo gli ho detto che "non posso star qui e non far niente, devo aiutarti". Mi sono offerto di nuovo ad arrivare prima e camminare con lui, o dopo scuola, ma lui proprio non aveva mezzi di trasporto di famiglia. Poi mi si è accesa una lampadina: quella mattina un altro studente della mia aula di Innovazione, Kevin, mi aveva detto che stava cercando l'idea per un nuovo progetto.

E' così che si trovano le opportunità, quando effettivamente si cercano. Ho chiesto se Kevin fosse disponibile, e lui era molto interessato. Abbiamo organizzato la cosa in modo tale che Eric potesse arrivare nella mia classe e lavorare con Kevin. Kevin, vedete, voleva che Eric diventasse il cuore del suo progetto, quello di aiutare davvero qualcuno che ha bisogno. Sapevamo entrambi che il solo esercizio non sarebbe bastato a risolvere i suoi problemi, ma anche che avrebbe migliorato la sua creatività, cose di cui avevamo parlato anche in classe.

Kevin ha accompagnato Eric ogni giorno in oltre due ore di camminata, lo ha portato da un nutrizionista, e lo ha spinto a scriversi tutto quello che mangiava, in modo da prenderne consapevolezza. Ma non è tutto qui, i due si sono messi a lavorare insieme. E un'altra studentessa, Tessa, mi ha chiesto del progetto e ha chiesto di farne parte: avendo un background simile a quello di Eric si è proposta in qualità di "mentore" per Eric, anche lei avrebbe beneficiato dell'esercizio, e così si è aggiunta anche Grace. Lei e Kevin sono ragazzi molto affettuosi, che ci tengono, sono popolari tra i coetanei per le giuste ragioni: buoni voti, gentilezza, buoni risultati atletici e cos' via. Entrambi hanno però ammesso che questa avventura gli ha entrambi fatti crescere e rendere più attenti agli studenti che forse hanno solo bisogno di vicinanza.

Tutto questo non ha fatto che crescere: un altro insegnante si è coinvolta nella faccenda, e ha portato due nuovi studenti nel nostro piccolo club. Lei insegna nutrizione, e tutti insieme imparano molto sulla ricerca della felicità. Per fare un passo in più, ha anche trovato dei fondi con cui acquistare dei dispositivi Fitbit Flex che tengano traccia del movimento che fanno, delle calorie bruciate e via dicendo. Tutti insieme hanno fatto crescere questo progetto, divenuto più grande e migliore. Ed è questo che può accadere quando studenti e insegnanti collaborano gli uni con gli altri. Ma la cosa più importante è che tutti i coinvolti hanno dichiarato di essere molto più felici grazie a questo impegno.

Sono certo contento per il dimagrimento in corso di Eric, ma sono commosso da come questi studenti interagiscono tra di loro. Amicizie vere, significative, si annodano. Eric a gennaio ha deciso che inizierà ad aggiornare sul progetto via YouTube ogni settimana. Tessa ha iniziato a parlarne nelle sue poesi sul suo blog. Non ho idea ancora di quanti altri studenti verranno coinvolti nel condividere questa avventura.

Sono solo grato di lavorare in una scuola che ha permesso a tutti noi di afferrare questa opportunità. Certo, ho dovuto parlarne con i genitori, assumerci tutti delle responsabilità, ma ne è valsa davvero la pena. Sono sedici anni che insegno e non c'è nulla che mi abbia ispirato più di questa classe".

(il racconto originale)
(fonte foto)

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