venerdì 10 gennaio 2014

Barbara D'Urso, la tv e la discriminazione

"La violenza sulle donne non si può mai giustificare, anche se sono donne grasse". Questa la frase che viene attribuita su Facebook alla celebre conduttrice tv Barbara D'Urso dalla mitica DivadelleCurve, blogger di moda plus size particolarmente attenta al tema dell'immagine di sé in un mondo ossessionato dalla magrezza. Frase che sta naturalmente suscitando un vespaio.

Non mi capita purtroppo di seguire la televisione per tante e varie ragioni e tutta l'intervista tv condotta dalla D'Urso nella quale è emersa quella frase sembrerebbe da studiare, visto l'atteggiamento che sembra essere stato riservato all'intervistata, donna "in carne" accoltellata da un ex pugile.

Al di là però di come sia andata questa faccenda, cosa che cercherò di appurare, colgo l'occasione per dire che quando scrivo su questo blog cerco sempre di mettere le cose in positivo, perché solo così credo possa esserci vero cambiamento. Per una volta però non voglio glissare sul lato oscuro della discriminazione contro i cicci e le cicce, che deve finire non perché qualcuno ci rimane male, ma perché distrugge vite, spinge al suicidio, rovina la salute e smembra il tessuto sociale.

Non la D'Urso nello specifico, quindi, ma chiunque abbia un ruolo di comunicatore capace di raggiungere un ampio pubblico ha una responsabilità doppia e chi lavora in tv dovrebbe essere chiamato a rispondere personalmente dei drammi che provocano certi atteggiamenti.

Posso solo sperare, non avendo visto la trasmissione, che in questo caso le cose non siano andate nel modo così odioso riportato su Facebook, ma sono ben consapevole che questo genere di cose è ciò che accade costantemente sui media. Ridacchiare e dileggiare in studio un padre paffuto ripreso in piscina con i bambini in un video apparso su una trasmissione per ragazzi (è successo anche questo) o tirar fuori dal contesto giornalistico la cicciosità di una donna sono tutti comportamenti che contribuiscono ad alimentare fenomeni come il bullismo, con le tragiche conseguenze che già conosciamo.

Il fatto è che non siamo qui a togliere gli stoppini dai portacandela sporchi, siamo qui perché c'è un dramma individuale, personale e sociale, collettivo di cui nessuno si fa davvero carico. Discriminazione significa morte. Punto. So che è pesante, so che è difficile da accettare, so che magari non vogliamo sentirlo. Ma non ci sono altri modi per definire il baratro sociale causato dalla leggerezza ignorante con cui vengono trattati cicce e cicci.

Ok, mi sono sfogato. Scusatemi. Prometto di non farlo più spesso.

ps. Ieri per correttezza, sperando anche di saperne di più, ho contattato Barbara D'Urso via Twitter e via email per un commento sulla faccenda che, purtroppo, non è ancora arrivato. Ne darò conto non appena dovesse arrivare.

2 commenti:

  1. ciao graze per la 'mitica' haha comunque se può esserti utile, visto che il video della puntata forse è reperibile sul sito di mediaset, se cerchi negli articoli online del resto del carlino sulla vicenda, troverai riportata un'intervista della stessa donna che ribadisce che la presunta rivale in amore e sicuramente vittima della violenza fosse per lei poco avvenente perché grassa e quindi il marito fosse esasperato dalle sue attenzioni (ovviamente la sua versione). Anche io evito le polemiche il più possibile perché preferisco i messaggi motivanti che il contrario, ma è ora di cambiare questo atteggiamento assurdo e discriminante per cui il peso in eccesso di una persona viene persino considerato una giustificazione di un atto grave di violenza (la persona ha ritrattato poi con fatica in trasmissione, ma la stessa conduttrice ha sbagliato con quella frase)...

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  2. Si la sto cercando, sono d'accordo con te, è un atteggiamento odioso che viene così dal profondo, dopo decenni di condizionamento dietistico e pseudosalutista, che tanti non riescono a trattenere la voce dal sen fuggita. Grazie Diva!

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