martedì 21 gennaio 2014

Non c'è una dieta, neanche una, che funzioni

Ci vuole tempo, a tutti noi, per accettare il fatto che le diete non funzionino. Chi non le ha mai fatte? In quanto tempo ha ripreso quel peso? Tutti conosciamo qualcuno che dice che funzionano. Altri ne sono persino certi. Diamoci e diamo loro del tempo. Ma non troppo, perché le diete danneggiano l'organismo e diffondono odio



"Una delle ragioni per le quali non sono più interessata al tentare di perdere peso è che leggendo gli studi sulla questione non ci sono prove dell'esistenza di un modo efficace per perdere peso o guadagnarci in salute (che sono due cose diverse). Quando lo dico, molti obiettano, insistendo che ci sono studi che monitorano persone che hanno perso peso.

Il punto è che ogni vecchia ricerca che dimostra che qualcuno ha perso peso non basta. La ricerca di cui avremmo bisogno dovrebbe rientrare nei parametri di una prova scientifica. Prima, dovremmo avere uno studio nel quale la maggioranza dei partecipanti perda il peso che gli è stato detto di dover perdere per cambiare la propria salute e che mantenga quel peso sul lungo periodo (cinque anni). Se avessimo questi studi - e non li abbiamo - avremmo poi bisogno di una prova che dimostri come il calo ponderale porti a benefici per la salute, semmai abbiamo studi che fin qui dicono che questo non è determinabile.

Negli States c'è il National Weight Control Registry, che però non serve perché hanno studiato 10mila persone che hanno effettivamente perso peso, ignorando completamente gli 800 milioni di tentativi falliti nello stesso periodo di tempo. Quando dicono cose come "fare colazione contribuisce alla perdita di peso" quello che in realtà stanno dicendo è che hanno chiesto alle 10mila persone che ce l'hanno fatta come si sono comportati ed una maggioranza di loro ha dichiarato che faceva colazione. Non hanno chiesto ai molti di più che non hanno perso peso se facevano colazione, ma è quella un'informazione ancora più importante perché se una maggioranza delle persone che non ha perso peso anche faceva colazione allora la colazione non ha nulla a che vedere con la perdita di peso.

Pensiamo se si mettessero insieme tutti coloro che sono sopravvissuti ad un incidente di paracatudismo nel quale il loro paracadute non si sia aperto, e ci mettessimo a cercare fattori comuni. Anche se ciascuno di loro avesse vestito una maglietta verde o avesse avuto cereali a colazione, non potremmo dire se fare colazione con i cereali o vestirsi di verde possa salvare qualcuno in caso di un incidente del genere. In pratica cerchiamo coincidenze statistiche in un gruppo selezionato di partecipanti che probabilmente non dovrebbero proprio rientrare nello studio fin dall'inizio.

Altre volte mi vengono sottoposti studi dove la fase 1 era la perdita di peso e la fase 2 era il mantenimento. Studi nei quali tra il 40 e il 70 per cento dei partecipanti ha perso peso nella fase 1, dopodiché i ricercatori continuano con chi ha perso peso come se quello fosse il gruppo da valutare. Ha senso? Perché gli altri non ce l'hanno fatta? Come spiegheremo l'insuccesso? Senza contare che alla fine della fase 2 il soggetto medio ha ripreso metà del peso perduto nella fase 1. Oppure seguono tutti, ma solo per un anno o due, quando sappiamo che entro cinque anni la maggioranza dei soggetti riprende il proprio peso.

Conosco la frustrazione che deriva da queste considerazioni. Quando ho iniziato a studiare la cosa mi aspettavo di trovare che almeno alcune delle diete proposte funzionassero, e che ci si dovesse solo focalizzare su quale fosse la migliore. Sono rimasta così colpita dall'assenza di successi che ho studiato di nuovo l'intera questione: non potevo proprio credere che questa cosa, la perdita di peso, oggetto di operazioni di marketing e di business come nulla prima nella storia, non avesse alcuna base scientifica. Non potevo credere che i dottori mi proponessero una soluzione che ha ripetutamente dimostrato di finire in un fallimento nella maggioranza dei casi e in moltissimi casi ha persino portato a risultati peggiori. Scoprire che non ci sono studi che dimostrino una possibile statistica vincente nella perdita di peso mi ha sconvolto.

Ci ho messo molto tempo e lavoro per accettare la verità. Anche per accettare che mi erano state dette cose false. E' stato duro scoprire che la cosa che mi avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi non sarebbe mai accaduta.

Ai colleghi scienziati dico che non è che non mi piacciono i vostri studi, ma solo che sono insufficienti a cambiare il mio modo di vedere, le mie priorità rispetto alla salute e il mio percorso. Nessuno è obbligato a fare lo stesso, ma almeno chiedo di essere rispettata nelle mie scelte".

(via DanceWithFat)
(fonte foto)

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