giovedì 12 dicembre 2013

La top ten dell'odio contro gli obesi

Un ottimo decalogo che raccoglie alcune delle più indigeribili verità attorno alla discriminazione dimensionale lo ha scritto nelle scorse settimane Morris Micklewhaite su Listverse. Eccolo sotto forma di top ten dell'odio anticicci.



10 - L'ostilità dei medici
Sì, gran parte dei dottori vuole davvero far del bene e aiutare i propri pazienti. A meno che non siano grassi. Morris cita rilevazioni scientifiche che evidenziano una forte ostilità diffusa tra gli studenti di medicina in molti diversi paesi e una conseguente pratica medica esclusoria e discriminante. Una tendenza già emersa in passato e che ora sembra consolidarsi. Non a caso, infatti, i pazienti obesi sono quelli che più spesso cambiano medico. "L'idea - dicono i ricercatori - è che un obeso tenda a non seguire le prescrizioni dei medici e non sappia regolarsi". Il che fa sì che persino tra i medici si osservi quell'odio anticicci che già si rileva nella popolazione generale.

9 - Condanne più facili e più gravi
Un imputato ciccione è più facilmente ritenuto colpevole dei reati ascritti ed anzi è più facile che venga ritenuto un criminale compulsivo. In generale la diffidenza aumenta se a giudicare una donna obesa sono uomini magri. Se si aggiunge come viene ritenuto generalmente un obeso in termini di bellezza e le altre ricerche secondo cui gli imputati di bell'aspetto hanno un trattamento più leggero, e spesso vengono addirittura scusati per i loro atti, si ha un quadro del gravissimo peso discriminatorio che può assumere l'odio anticicci in un tribunale.

8 - Carriere rovinate
Quanti obesi soffrono nella propria vita professionale a causa del fascismo monodimensionale? E' giusto chiederselo, e molti lo fanno ogni giorno, e sebbene manchino dati in Italia, le rilevazioni più recenti dimostrano che la grande maggioranza di manager e businessmen, uomini e donne, prova una forte avversione verso gli obesi. Questo si estende evidentemente a tutto il mondo del lavoro, dove gli assurdi pregiudizi sull'incapacità di badare a se stessi o di controllarsi minano alle fondamenta le opportunità di carriera degli obesi. Inutile dire che si riflette anche sulle paghe: un ciccio o una ciccia guadagna mediamente molto meno di un collega o una collega che non sia obeso.

7 - Sostegno sociale addio
In Italia ancora non siamo a questo punto ma le tendenze internazionali sono allarmanti. Basti pensare che nel Regno Unito il governo intende tagliare il sostegno assistenziale e previdenziale agli obesi che non vanno in palestra, e solo a loro. In altre parole il Governo non considera in alcun modo la ricerca scientifica, che dimostra come un normopeso che non faccia esercizio fisico possa essere molto meno sano di un obeso. Senza parlare, evidentemente, dell'implicazione fascistoide in una misura che tiene conto della dimensione e non dell'individualità. Occhi aperti dunque, almeno in Italia dovremmo cercare di fare da argine contro simili orientamenti.

6 - Senza casa, clochard
Con lavori meno remunerativi e più difficoltà a trovare lavoro, con una previdenza sociale ridotta all'osso, odiati o ostracizzati, discriminati socialmente, non c'è da sorprendersi se una parte consistente dei senzatetto sia obesa. Senza contare quei clochard che ingrassano molto dopo aver perso la casa, perché notoriamente il cibo a buon prezzo è anche quello più dannoso per l'organismo.

5 - Frustate per i figli obesi
In famiglia si avverano spesso le prime e più pesanti forme di discriminazione. La cultura deviante secondo cui l'obeso è uno che non si sa controllare ha fatto danni per generazioni: persino i genitori più affettuosi si trasformano a volte in aguzzini, pronti a riprendere e stigmatizzare di continuo i figli ciccioni. Gli effetti di questi comportamenti sono ben noti alla ricerca: i figli provano frustrazione, si sentono inadeguati e spesso ricorrono proprio al cibo per compensare una situazione di grande disagio provocata dall'ignoranza genitoriale.

4 - Messi al bando (nei BoyScout)
L'ostracismo anticicci permea le società cosiddette "sviluppate" in modo silenzioso e ottundente. A volte, però, diventa un fatto pubblico a causa di plateali e inattese prese di posizione. E' il caso dei Boy Scout americani. Ogni quattro anni tengono la loro celebrazione più importante, da cui però sono eclusi tutti i ragazzi con massa grassa (BMI) superiore al 32 per cento. Al di là del fatto che la BMI sia un metodo assolutamente inadatto per valutare la salute di una persona, o il fatto che un obeso possa essere più in salute di un magro come dimostrato dalla ricerca scientifica, sorprende e allarma che un'organizzazione storica come i Boy Scout, che già soffre non poco per la sua immagine dovuta a scandali ripetuti, si permetta di rendere palese una discriminazione dimensionale così escludente.

3 - Bullismo senza fine
L'Italia è stata travolta dal gesto estremo di una bambina cicciotta di dodici anni che nelle scorse settimane si è gettata dal balcone perché non ne poteva più del bullismo. Cristina, come l'abbiamo chiamata qui sul blog, è diventata suo malgrado l'emblema di un problema di proporzioni gargantuesche e sul quale fin qui non si è fatto nulla: l'isolamento e la sofferenza quotidiana per gli obesi, e ancora di più le obese, che spesso fin da piccoli sono presi di mira dai propri coetanei quando non anche dagli adulti. Una pressione senza fine, rinnovata ogni giorno, che spesso priva di ogni speranza per il futuro e che, come si è visto, può spingere persino a tentare il suicidio.
C'è da chiedersi quale adulto sano di mente, pur intriso di slogan da fitness club e del tutto ignorante della questione obesità, possa avere il coraggio di girare le spalle all'enormità di questo problema. Senza contare, naturalmente, che anche gli adulti obesi sono vittima di forme di stalking e aggressioni figlie degli atteggiamenti d'odio tipici dell'adolescenza. O come la ricerca abbia dimostrato che chi è sovrappeso o obeso ha molte più possibilità di rimanere di quella dimensione se sottoposto a bullismo e discriminazioni.

2 - Fuori i medici ciccioni
Se è vero che i pazienti obesi trovano spesso medici poco comprensivi è anche vero il contrario. Quanti pazienti hanno fiducia in un medico dimensionalmente superiore alla media? Le indicazioni più recenti suggeriscono come l'ideologia salutista che tutto avviluppa con la massima superficialità tenda anche a cancellare anni di studi e specializzazioni, esperienze e meriti: il medico obeso viene spesso evitato e gode di una fiducia dimezzata da parte del paziente. Il motivo è sempre quello: sarà anche un luminare, avrà fatto studi in mezzo mondo, avrà anche pubblicato ricerche fondamentali, ma è grasso, quindi non sa controllarsi, non ha forza di volontà ed è pigro.

1 - Un odio globale
Il dato forse più preoccupante e che contribuisce a tenere attivo questo blog e gli sforzi dei molti che in tanti paesi si danno da fare per la Size Acceptance, la Libertà Dimensionale, è quello secondo cui in tutto il mondo l'odio contro gli obesi sta aumentando.
Ad ogni latitudine, le molte diversità culturali tra i paesi quando si viene a fascismo monodimensionale e avversione per i cicci sembrano sparire. Nella testa di intere popolazioni devastate da decenni di business dietologico e ideologie da fitness club, l'obeso è irrimediabilmente pigro e inaffidabile. Ancora più preoccupante il collegamento rilevato dai ricercatori tra cultura della magrezza e avversità per gli obesi: più si afferma la prima, più aumenta la seconda. E questo accade anche nei paesi, come le Samoa, dove la stragrande maggioranza della popolazione è obesa, a testimoniare il fatto che spesso a discriminare i cicci e le cicce sono proprio i cicci e le cicce.

(Il decalogo)

(fonte immagine)

4 commenti:

  1. Mamma mia. Questo blog é peggio di quei forum pro anoressia.
    Come fate ad essere così ipocriti?
    Essere grassi, e, ancor peggio obesi è insalubre. Punto. Perché arrovellarvi e sprecare così tanto tempo e risorse (sprecate anche preziosissime calorie eh) a tentar di giustificare e legittimare uno stile di vita molto semplicemente SBAGLIATO? Aiutatemi a capire. La cosa più triste, e venitemi a dire che sbaglio, è che la vostra completa mancanza di una pur minima educazione alimentare si tramanda alla vostra prole, ineluttabilmente destinata ad assumere la "dimensione" dei dissennati genitori. Sono pazzo oppure soffro di attacchi allucinatori quando vedo genitori sovrappeso che portano i figlioli a far merenda da McDonald? Sono un folle a dire che bambini obesi sono figli di genitori obesi (l'ipotiroidismo non si trasmette da padre in figlio, sorry :))
    Alzate il culo, muovetevi, fate le scale invece di prender l'ascensore, e soprattutto! MANGIATE MEGLIO. Le verdure non sono tossiche, il prosciutto si.
    Arrivederci gente!!!!

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  2. Beh da quello che scrivi si deduce solo che:
    1 - non hai la più pallida idea di cosa sia questo blog
    2 - quello che sai dell'obesità non va oltre i titoli di qualche giornale mainstream
    3 - sei pieno di ostilità.

    Detto ciò, per venirti incontro, oltre a invitarti ad approfondire se mai dovessi tornare su queste pagine (materiale non manca), e per rispondere alla tua richiesta di aiuto ti posso dare qualche input:
    1 - l'obesità non è una malattia (vedi OMS)
    2 - l'obesità nasce da una molteplicità di fattori, molti dei quali ancora ignoti, la maggiorparte dei quali scoperti negli ultimi anni
    3 - l'obesità è un fatto personale, tanto evidente quanto privata
    4 - l'obesità, come dimostra il tuo commento, genera odio nei normoforma
    5 - l'obesità può produrre isolamento e depressione, soprattutto per quanto al punto precedente. Per molti obesi, soprattutto giovani donne, questa persecuzione monodimensionale significa ulteriore obesità.
    6 - Avrei molte altre cose da scriverti, ma c'è un intero blog che puoi leggere.

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  3. Sinceramente, Non sono in totale disaccordo con Sallustio. Mi posso a malapena rendere conto di quanto siano ingiuste discriminazioni di questo tipo, ma, non per essere cattiva, quelle descritte qui mi sembrano un po' troppo esasperate.

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    1. Cara Evan, quello che scrivi non ha molto senso, logicamente. Parlo proprio della costruzione delle frasi e del loro contenuto.
      Ma siccome mi sono abituato posso tradurre: la prima frase dice che sei completamente d'accordo con Sallustio. Ma ti fa sentire in colpa perché in qualche modo, caspita, ormai hai letto che ci sono delle grosse ingiustizie verso questi ciccioni. Ti fanno schifo, si, vorresti che non esistessero ok. Sono pigri indolenti malati che mangiano male OK. Però fa brutto dirlo. E quindi "non sei in totale disaccordo" suona meglio.

      La frase dopo è un contorsionismo di ipocrisia doppio carpiato con interventi dalla regia. Togliamo il "non per essere cattiva" che non significa nulla. Se vuoi discutere di questo dovremmo usare un po' troppa logica. Per ora accetta che sia un inciso inutile.

      Ammetti di renderti appena conto di quanto male venga perpetrato nei confronti di chi ha problemi di peso.
      Mezza frase dopo però non te ne frega più niente: nemmeno hai approfondito a sufficienza, per tua stessa ammissione, che anche quello che hai letto - lasciamo perdere l'uso di "troppo esasperate" - siano un'esagerazione.

      Lo sono. Per questo sono inaccettabili: sono di troppo anche quando sono piccole. Figurati quando sono esagerate.

      Detto questo, nonostante l'amore per l'evitare di parlare a cazzo, vorrei invitare chi ci invita a non discriminare, a non imporci questa non-discriminazione ... sarebbe discriminante. La diversità è un fatto. La percezione di questa diversità è un fatto (cito) personale tanto quanto evidente. La reazione a questa percezione lo è altrettanto.

      I normodotati non si chiamano così a caso. Le "ponderalità rilevanti" vengono appunto rilevate perché superano un determinato range. Altrimenti sarebbero irrilevanti. Ed essendo rilevanti, vengono rilevate.

      Imporre di far finta di niente, di reagire come volete voi, sarebbe sempre una imposizione. Richiedere più rispetto, più umanità, di essere meno stronzi ... questo va bene. Di far finta di niente, questo no.

      Se sono cieco sono cieco. Se sono zoppo sono zoppo. Se sono sordocieco o ritardato sono quello che sono. Non è dandomi un nome politicamente corretto che la mia natura cambierà e le mie difficoltà scompariranno agli occhi di chi è nato con tutte le sue cosine a posto.

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