domenica 12 gennaio 2014

Un ippopotamo in aereo



Puzza, senso di soffocamento, prigionia, schifo: queste le reazioni di un noto blogger e provocatore australiano, Rich Wisken, che si è lamentato di aver dovuto viaggiare in aereo con un ciccione definito "ippopotamo". Il post "satirico" che ha scritto ha suscitato un enorme clamore nella blogosfera cicciosa vista la qualità demoniaca delle sue esternazioni gonfie d'odio. Noi lo abbiamo "intercettato" grazie alla segnalazione di Maranza sulla pagina Faceboook di CCD. Si tratta formalmente di una lettera alla compagnia di volo Jetstar, obiettivo delle sue lagnanze. Il motivo dell'interesse suscitato dal post apparirà ovvio a chi lo volesse leggere, quindi eccone una veloce traduzione in italiano, è lungo ma ne vale la pena:
Cara Jetstar,
ti piacciono gli indovinelli? Io sì, ed ecco perché inizio con un indovinello questa mia lettera. Cosa pesa più di una Suzuki, meno di un Hummer e puzza come l'ano decomposto di un clochard morto? Idee? Oppure, cosa misura le porzioni di cibo in chilogrammi e ha l'igiene personale di una prostituta francese? Ancora niente? Ok, un altro tentativo. Cosa è grasso da morire, puzza come merda e dovrebbe essere costretto a comprare due sedili su un volo Jetstar? La risposta è l'uomo accanto al quale mi sono dovuto sedere durante il mio volo da Perth a Sydney ieri.

Mentre salivo in aereo, mi ero congratulato con me stesso per aver pagato 25 dollari in più per un posto nella fila di emergenza. Mi prefiguravo tutto quello spazio in più, quando improvvisamente mi sono distratto per l'apparire di quello che sembrava un giovane ippopotamo a metà del corridoio. Come mi sono avvicinato, mi sono rassicurato scoprendo che non si trattava del pericoloso animale anfibio africano, ma di un essere umano morbidly obese (molto obeso, ndr.). Il sollievo però è durato poco, fin quando ho capito che il mio posto era localizzato da qualche parte sotto di lui.

Poco dopo essere riuscito a infilarmi nel mio sedile, ho intercettato quella che è stata la prima di una serie di zaffate fetide di odore corporeo. La sua puzza aveva accenni di gorgonzola e sobborgo di Mumbai, con note di carne umana sudata e feci spruzzate di colonia. Visto che stavo chiaramente in una situazione di estremo disagio, ho trovato strano che nessuno dell'equipaggio mi offrisse un altro sedile.
Ad essere sinceri, è anche possibile che nessuno di loro mi abbia in effetti visto.

Bloccato sul mio sedile da un gigante di carne, ho iniziato a prepararmi per una fuga alla 127 ore (celebre film, ndr.). Grazie a dio però la bestia si è mossa appena sulla sinistra, cosa che mi ha consentito di rimettermi in piedi, camminare fino al retro dell'aereo e chiedere cortesemente agli assistenti di volo di essere seduto altrove. Non ricordo i nomi delle tre assistenti di volo, ma per gli scopi di questa lettera le chiamerò Chiacchierona1, Chiacchierona2 e Risatina (ho anche dato loro dei soprannomi: Nonmenepofregadimeno). Fatta la mia richiesta Chiacchierona 1 e 2 hanno continuato la loro conversazione, probabilmente su quanto faccia schifo il loro lavoro, e Risatina, guardaunpo', ha ridacchiato. Allora ho chiesto se potevo sedere in uno dei sei sedili che vedevo vuoti là in fondo all'aviomobile, al ché Risatina ha risposto "eheheh, sono solo per il personale di bordo, ehehehe". Credo che Risatina soffrisse di una qualche forma di disfunzione mentale.

A quel punto ho tentato di riposizionarmi anche senza l'assistenza del trittico Nonmenepuofregadimeno, sfortunatamente chiunque avesse una fila per se stesso l'aveva già usata per stendersi. E' stato in quel momento che ho capito che il mio destino era deciso. Sono tornato da Jabba the Hutt e ho passato il resto del mio volo immerso nelle sue tette laterali e cellulite, respirando con respiri brevi per evitare intossicazione da gas. Poco prima di atterrare sono tornato in fondo all'aereo per usare il bagno. Potrete immaginare la mia sorpresa nel vedere che le file occupate "solo dal personale di volo" erano in realtà occupate da altri passeggeri. Posso solo immaginare che Risatina abbia consentito loro di sedere là dopo essersi dimenticata chi fosse e perché stesse volando su un grosso coso di metallo in mezzo al cielo.

Immaginate andare fuori per una cena e un film solo per avere la vostra serata rovinata da un coso grasso che mangia metà della vostra cena e poi vi impedisce di vedere il 50 per cento dello schermo. Non è proprio come se quel qualcuno che non può controllare il proprio intake calorico occupasse metà in più di un vostro sedile sul volo? Certo che è così, quindi quello che chiedo è un rimborso totale del mio biglietto, compresi i 25 dollari spesi per il sedile nella fila dell'Emergency.

Spero anche di venire ricompensato per la sofferenza fisica e mentale causata dall'essere avviluppato in una bolla umana per ore. La mia schiena ancora ne soffre e ho dovuto digitare questa lettera con una mano sola perché non ho ancora ripreso la funzionalità completa del mio lato sinistro. Se non dovessi recuperare completamente, dovrò dire addio al mio sogno di una vita, quello di diventare campione mondiale di Air Guitar. Se dovesse accadere, ve lo metterò in conto.

Nessun saluto,
Rich Wisken."
La risposta dell'azienda di volo, che ha rimborsato il biglietto, non si è fatta attendere, sebbene forse non sia del tutto soddisfacente per Wisken:
"Jetstar non ha una policy specifica per clienti che possono essere persone di importante dimensionalità, comunque tutti i clienti devono avere la capacità di volare in sicurezza per viaggiare con noi. Ai clienti viene data l'opzione di acquistare un sedile addizionale per il proprio comfort. E sul nostro sito ci sono le specifiche dei sedili".
Il post originale di Wisken, corredato di foto per così dire "esplicite" si trova a questo indirizzo. Il motivo per cui ho pensato fosse utile pubblicarlo è ovvio, sia perché l'autore scarica su un passeggero una problematica innescata dai servizi della compagnia di volo, sia perché sono proprio le politiche di queste aziende, poco inclini a riconoscere che l'umanità ha varie forme, a rendere la vita molto più difficile a chi deve viaggiare e non rientra nelle forme standard predefinite. Va da sé che sono aziende che svolgono un servizio pubblico e che per questo godono di specifiche tutele giuridiche, ma questo non sembra ancora bastare perché si metta mano al modo in cui sono concepite le file di sedili (per dirne una). Quella di Wisken è un'esperienza che deriva da una discriminazione a monte.
E voi che ne pensate?






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