martedì 25 febbraio 2014

Ciccione? Sei fortunato, sei italiano

I morti di stato in Cina sono sempre più spesso ragazzini ciccioni. Quando la discriminazione e l'ostilità sociale verso gli obesi è criminale



L'odio contro cicce e cicci non fa che aumentare ma noi italiani possiamo considerarci fortunati. Ci sono paesi, come la Cina, nei quali l'ostilità sociale verso i ciccioni si traduce in politiche pubbliche terrificanti, con esiti spesso disastrosi. Ed è interessante per CCD affrontare questo aspetto dell'ossessione per la magrezza.

Un post pubblicato di recente su Child Obesity News (CON) ci offre lo spunto per parlarne. Le vittime di questa guerra cinese all'obesità sono bambini che vengono offerti in pasto a certe strutture governative dalle proprie famiglie. L'esclusione sociale causata dall'avere un bimbo ciccione, aggiunta allo psicoterrorismo di stato sulle conseguenze devastanti dell'obesità, porta i genitori a cedere alle sirene di regime.

Nel corso degli ultimi decenni in Cina, con la complicità di un nuovo genere di alimentazione, una maggiore diffusione della ricchezza e accesso ai fast food, con una trasformazione nelle abitudini sociali dei giovani, la diffusione dell'obesità ha accelerato. E dopo il 2000 il Governo ha dichiarato tolleranza zero per la ciccia, istituendo strutture per il dimagrimento dei giovani obesi.

Da questi centri, spesso gli stessi dove i ragazzi vengono curati dalla "dipendenza da Internet" - un altro dei grandi psicodrammi di regime - sono arrivate negli anni notizie sempre più preoccupanti. Tre anni fa lo shock nazionale, con la notizia del Campo di Qihang, dove 5mila ragazzi sono in cura. Lì il giovane Deng Senshan, appena arrivato, ha finito per essere picchiato ripetutamente dai suoi "addestratori" ed è morto prima che passassero 24 ore dal suo arrivo.

In questi "centri di lavoro", che costano moltissimo alle famiglie (si parla di rette fino a mille euro al mese, moltissimo per i redditi cinesi), ai ragazzi, dai 9 anni in su, vengono imposti regimi alimentari specifici e almeno quattro ore di sport al giorno. La maggiorparte del quale sono camminate e corse. In questi campi i ragazzi non possono ricevere visite, neppure dei genitori, e da lì non possono uscire.

Dopo la morte del giovane Deng, il ministero della Salute ha diramato nuove linee guida che vietano le punizioni fisiche, la chirurgia distruttiva o la reclusione forzata. Dodici persone sono state arrestate per la morte del ragazzo e quel particolare istituto è stato chiuso. Ma il rubinetto era stato aperto. Nel corso del tempo nuovi angoscianti segreti hanno iniziato ad emergere. Storie di brutalità e decessi, con giornalisti licenziati per aver osato parlarne. Quei centri sono stati riformati, ma non chiudono. La loro stessa esistenza è ad un tempo causa ed effetto della demonizzazione della ciccia e dell'assoluta incomprensione della complessità.

La Cina non è un paese democratico e molte delle sue politiche sull'ordine sociale fanno discutere tutto il Mondo. Ciò nonostante fa riflettere come nel 2014, in un paese di tale rilevanza, si sia pronti a sacrificare qualsiasi cosa nel nome del dimagrimento. Famiglie dilaniate, bambini che crescono isolati dai genitori. Il dramma di una vera e propria ossessione collettiva. Di diverso, da noi, c'è che nessuno si permetterebbe di proporre soluzioni così drastiche. Ma è spontaneo chiedersi, visto l'odio imperante, quanti sarebbero pronti a sottoscriverle.

(fonte foto)

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