martedì 4 febbraio 2014

L'artista e il corpo, l'artista e la grassezza

di Pralina - Il punto di vista di una maestra d'arte diplomata (chi lo capisce non vedrà mai più le cose come prima)



Scrivo questo contributo per il blog di CCD da pittrice che ha studiato anatomia artistica, perché quando si parla di indice di massa corporea, ci si dimentica che l'individuo ha come caratteristica fondamentale il fatto di essere unico e irripetibile.

Nemmeno "i cicci e le ciccie" dovrebbero essere raggruppati in un insieme, ciò è altamente lesivo della dignità, è il tratto fondamentale della discriminazione.
Persino quando dicono: "Mi piacciono le donne come te" credendo di fare un complimento, hanno già tracciato una linea di demarcazione, perché non esistono due donne uguali, due persone uguali e un solo tratto comune, su diecimila cose diverse, non può raggrupparle in un insieme.
Se lo facciamo in questo blog (e il titolo è anche ironico ovviamente), è soltanto perché l'odio contro le persone grasse o non conformi fisicamente agli standard, assume delle caratteristiche di guerra per cui è impossibile non prendere posizione per categoria. O combattere per contrapposizione, o accettare passivamente le discriminazioni e le vessazioni quotidiane.

Dicevo che studiare anatomia artistica è molto affascinante e ti permette di capire che il corpo umano ha delle qualità non solo meccaniche, fisiologiche e funzionali, ma anche estetiche. E qui si entra in un campo che è molto lontano dai calcoli statistici ma anche dalla bellezza patinata della moda e delle riviste.

I corpi sono uguali nella loro struttura fondamentale, ma sono diversi per misure e forme, ma anche per tante e tante altre cose. Ciò si capisce meglio quando l'osservazione si sposta da un piano di pura leggenda metropolitana a un piano di osservazione sul particolare, quando la persona viene osservata nuda.

Dire che una persona è "grassa" per una persona che studia anatomia artistica non significa nulla, è un dato troppo riduttivo. E' "obesiforme" o veramente obeso questo corpo? Ha un atteggiamento imponente o lo è veramente? "Grasso" può significare che il grasso è depositato in vari punti del corpo ma anche qui, siccome il grasso stesso modella le forme, può farlo in maniera diversa da corpo a corpo; può significare che la donna ha le tette grosse, è incinta o con la pancia ingrossata da precedenti gravidanze, che l'uomo è tarchiato e robusto a livello muscolare e la sua pancia è in realtà causata da una leggera ciffosi; oppure che la persona è bassa rispetto alla larghezza della corporatura, ha un collo corto per cui sembra più larga di torace, oppure che la colonna vertebrale ha ceduto per l'età e la schiena sembra più larga per questo, o ancora che ha dei tratti infantili e quindi un viso rotondo, ecc. ecc.

Qualsiasi siano le motivazioni di ciò che viene percepito come "grassezza" non ha alcuna importanza. Ci sono fior di artisti, come Rubens ad esempio, che hanno celebrato la cellulite delle loro modelle e sono oggi i più gettonati nei musei d'arte. La cosa più importante è il risultato dell'osservazione del modello, la riproduzione visiva del corpo in sé, o di come l'artista lo percepisce. E' una fase difficile, di analisi, di duro lavoro, di ripensamenti, di correzioni, di risultati che vengono sempre percepiti dall'artista come "parziali". In questa fase di osservazione, lo stigma contro il grasso viene magicamente a cadere.

Non voglio dire che non ci siano artisti che non abbiano atteggiamenti scorretti e discriminatori verso i cicci e le ciccie, voglio solo dire che generalmente l'atteggiamento artistico è portato verso altri ragionamenti, più elevati e nello stesso tempo più umili.

Si dice che in questa società l'immagine sia così importante, ebbene in realtà non è importante affatto, se all'osservazione di una persona dedichiamo così poca attenzione, se tutto ciò che sappiamo di lei a livello visivo viene ricavato da alcuni pregiudizi stereotipati, frutto di condizionamenti precotti o di statistiche inutili; e in più non la vediamo neanche nuda.

L'educazione alla immagine potrebbe, anzi, dovrebbe aiutarci a vivere meglio con la fisicità degli "altri". In questo senso l'artista ha una grande responsabilità, nell'accendere una luce in un'epoca (la nostra) che su alcuni piani è più buia delle precedenti.

Pralina Tuttifrutti

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(fonte immagine)



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