lunedì 18 maggio 2009

Obesity Day, un vero peccato

E' davvero un peccato che i promotori dell'Obesity day che dovrebbe andare in scena nel maggio dell'anno prossimo abbiano considerato come soggetti utili alle proprie rilevazioni i soli obesi. Non siano cioè partiti dal contesto sociale in cui si muove l'obeso, e che certo non riguarda solo l'obeso, focalizzandosi invece quasi esclusivamente sugli aspetti medici (e dunque privati) della persona anziché sul conflitto sociale e la diversità.

Il questionario a cui invito comunque tutti a partecipare, in lingua inglese, viene presentato con una premessa emblematica della parzialità con cui si affronta il problema ancora una volta (Are you somebody who has struggled with your weight? If so, we are interested in your opinion!)

Ho risposto al sondaggio e lasciato un messaggio con i nostri temi, spiegando come trattare l'obesità come "il problema degli obesi" significhi non capire (e non accettare, in fondo) le specificità della diversità. E quindi non risolvere i problemi che pure in buona fede, immagino, si vorrebbero risolvere.

26 commenti:

  1. Lo studio che citi mi lascia perplesso, dacchè su tutti i testi di medicina c'è scritto il contrario (ossia che solo una percentuale minore degli obesi lo è per malattie, e la maggior parte lo sono per casue ambientali, ossia il cibo e l'attività fisica), ma comunque il fatto che nel 77% ci sia una predisposizione genetica non significa che si debba "gettare la spugna" o imputare tutto alla "sfortuna" di aver ereditato il gene sbagliato. Oltretutto, l'incidenza dell'obesità è in spaventoso aumento, soprattutto negli USA ma in generale in tutto l'occidente, e ovviamente i geni non sono cambiati, per cui è ovvio che sono le abitudini igienico-alimentari ad aver influito.

    Apprezzo lo sforzo per aiutare dal fronte psicologico le persone obese, ma non puoi affermare che il problema della salute sia esclusivamente "privato", dal momento che la Sanità, almeno in Italia, è (fortunatamente) pubblica, per cui le ripercussioni dell'aumento dell'incidenza dell'obesità nella popolazione le pagano tutti . Un po' lo stesso discorso del fumo: se uno fuma, ha 1 aumentato rischio di avere tot malattie, che poi dovranno essere riconosciute, diagnosticate e curate, il tutto con i soldi della "res publica"(scusa la brutalità del discorso, ma è per farmi capire).
    Per cui, ben venga la solidarietà, ma l'"orgoglio obeso" dal mio punto di vista è dannoso e fuori luogo.

    RispondiElimina
  2. Non sono d'accordo con te Fabrizio.
    La salute dell'individuo è fortunatamente un fatto privato, private sono le sue patologie, e riservato, non a caso, è il modo in cui vengono trattate per legge.

    Potrei anche citare lo studio danese secondo cui l'obeso pesa meno sul sistema sanitario perché muore meno, e si ammala meno in vecchiaia (perché è più breve), ma questo riguarda altro, ossia la politica della Sanità che qui si mette in discussione solo quando è discriminatoria.

    Nelle tue cortesi parole, in realtà, quando parli di "gettare la spugna", usi una terminologia da pensiero unico, il grande tutto, secondo cui chi è obeso non vuole esserlo. E' un pregiudizio.

    Il problema psicologico delle persone obese per fortuna riguarda soltanto alcuni obesi, di certo riguarda la maggioranza dei non-obesi, incapaci troppo spesso di cogliere la ricchezza della diversità e quindi imprigionati in una visione massimalista, spesso invasiva e quasi sempre offensiva, in altre parole violenta

    Cordialmente,
    Paolo

    RispondiElimina
  3. errata
    "muore meno" intendevo ovviamente "muore prima"

    ;)

    RispondiElimina
  4. Quello studio danese non lo conoscevo, e in effetti pare interessante, e in realtà mi riferivo proprio a quello, ossia al "peso" dell'obeso sul sistema sanitario (perdona il drammatico gioco di parole!!)

    Su cosa ti basi quando dici che "Il problema psicologico [...]di certo riguarda la maggioranza dei non-obesi"? Io non credo che i non obesi soffrano psicologicamente + degli obesi... io credo che soffrano allo stesso modo, insomma...

    Spero di non suonare offensivo perchè non è questo il mio scopo, sono solo un giovane medico curioso di capire...

    RispondiElimina
  5. Nessuna offesa, anzi mi fa un gran piacere che tu sia intervenuto!

    Credo che la discriminazione provochi sempre sofferenza. Che la provochi negli obesi è un fatto abbastanza ovvio visto quello che viene fatto loro passare, meno ovvio è che provochi danni anche a chi obeso non è, perlopiù amici e parenti di obesi.
    Comunque forse è accademico stabilire chi soffre di più, mi concenterei sul fatto che è una sofferenza stupida, inutile e frutto di razzismo.

    RispondiElimina
  6. Vedi, io ho un atteggiamento verso l'obesità simile a quello verso il fumo: mi dà fastidio vedere gente che rovina la propria salute. (Deformazione professionale, ok...)
    Chiaro che ci son delle differenze, come il fatto che l'obeso non provoca danni a terzi come con il fumo passivo, ma per il resto io ci trovo delle similitudini.
    Mi danno entrambi fastidio, e mi fanno anche un po' arrabbiare: con questo, chiaro che non vado in giro ad insultare la gente che fuma che è cicciotta, però ammetto di pensare che facciano qualcosa di "sbagliato".
    Tu che ne pensi?

    RispondiElimina
  7. Beh ognuno può pensarla come vuole, ma visto che me lo chiedi ;) penso che sbagli due volte.

    La prima volta sbagli associando il vizio del fumo allo status di obeso.
    L'obesità non è un vizio, è una condizione fisica, psicologica e aderisce come una zecca all'essenza della personalità di un individuo. In altre parole fa parte di ciò che la persona è. Se lo consideri un vizio è probabile che riesca a inquadrare alcuni obesi, ma l'essenza di tutti gli altri sfuggira' sempre alla tua analisi.

    Il vizio del fumo, come altri vizi (droghe, alcol ecc.), è frutto di una debolezza, forse persino di una scelta consapevole, e sebbene condizioni la personalità dell'individuo non ne è mattone costitutivo.
    Anche la mia è una generalizzazione, ma credo utile.

    Sbagli però anche una seconda volta perché somatizzi ("mi da fastidio") le scelte degli altri (il fumo) o persino quello che sono (gli obesi), il che, ma è solo il mio parere, rischia di allontanare i tuoi pazienti anziché vedere in te la risorsa che sei diventato grazie al tuo impegno e ai tuoi studi.

    ps. credo che fumare sia un errore se si tiene alla propria vita e all'ambiente, e per questo smisi tanti anni fa.
    molti obesi, invece, vogliono e riescono a dimagrire, altri sono così e così vogliono essere e rimanere perché questo è ciò che sono (senza contare naturalmente chi invece pur volendo non riesce ad essere altro). ma in questo status di sbagliato non riesco a vederci proprio nulla.

    RispondiElimina
  8. Forse lo spaventoso aumento dell'incidenza dell'obesità è correlabile all'aumento dell'ossessione per la magrezza?

    Mi chiedo se si possa costruire qualcosa di valido partendo dalla distruzione. (in questo caso si vuole distruggere il grasso, poco o tanto che sia)

    Più che altro il discorso sull'obesità è troppo personale per essere generalizzato.

    Per chi tende ad ingrassare, le diete sono risolutive in una percentuale di casi molto piccola. Forse proprio quei casi in cui l'obesità deriva unicamente da un vizio... Ma non credo sia questa la causa principale.
    Nel resto dei casi la prima dieta equivale al primo rialzo del sovrappeso non appena si torna alle vecchie abitudini.

    Sono d'accordo con Fabrizio quando dice che l'ambiente e le abitudini influiscono moltissimo.

    Sono dalla parte di Paolo quando dice che solo chi è geneticamente predisposto sfora il limite del semplice sovrappeso a causa di pigrizia e impulsi verso il cibo sproporzionati quanto irresistibili.

    Il punto cruciale è che ogni Persona (paffuta, ciccia, cicciona, super obesa) mangia per una specifica, personalissima serie di motivi. Tra cui molti determinabili geneticamente, e molti attinenti al suo vissuto.

    Per questo il paragone col fumatore non regge quasi mai.

    Mentre il fumo è moda, è scelta, è piacere e infine dipendenza... il rapporto col cibo lo creiamo inconsapevolmente, a partire dalla nascita, con l'apporto di tanti fattori (società, famiglia, genetica, ecc) ma soprattutto ci alimentiamo perché è necessario alla nostra sopravvivenza.

    Eliminare l'obesità implica spesso scardinare una parte profondamente radicata nella psiche dell'uomo (obeso).
    Significa che un uomo deve combattere quotidianamente i propri istinti e cambiare per sempre la sua vita.

    E se a quest'uomo non va (o non riesce) di spazzare via le abitudini di una vita in cambio di maggiori garanzie di longevità e salute, è indegno costringerlo in nome della sanità pubblica.

    Certo è comprensibile, soprattutto per chi è sempre stato magro, il ragionamento da caccia alle streghe...
    "siccome l'obesità si può contrastare con l'attività fisica e il contenimento alimentare, gli obesi potrebbero farci il favore di risparmiarci qualche spesuccia dimagrendo. Anzi, devono farlo!"

    Lo capisco, ma è semplicistico e infruttuoso in termini di risultati: questo è evidente proprio guardando quanto l'obesità, seppur osteggiata e disprezzata (da quasi tutti), dilaghi...

    Quando se ne renderà conto la classe medica?

    Mah, io intanto vado al mare... per fortuna ho trovato un costume della mia taglia. :D
    Ne scandalizzo sempre troppi :-P esponendo oscenamente il mio corpo malato eppur sano, ma fa niente!

    RispondiElimina
  9. Paolo, pensi davvero che un vizio come il fumo, o molto di più l'alcoolismo, non sia "mattone costitutivo della personalità dell'individuo"? Io penso di sì. Vero quello che dici, e vero anche che non lo è allo stesso modo dell'obesità, ma chiedere ad un fumatore di smettere o ad un alcolista di non bere è quasi inutile (solo il 5% dei fumatori che provano a smettere riesce a farlo a lungo termine).

    Con ciò non voglio dire che l'obesità sia soltanto "il vizio di mangiare": ci sono una miriade di fattori, è palese, fra cui forse anche "l'aumento dell'ossessione per la magrezza", Layla; ma non credo che siano solo fattori genetici. Per questo penso che si dovrebbe intervenire sulla prevenzione, attraverso una educazione all'alimentazione corretta. e questa non sarebbe una "crociata contro il mostro dell'obesità", sarebbe solo una politica di prevenzione sanitaria (come si cerca di fare col fumo e con l'alcool, giusto per restare in tema). Non è nè una caccia alle streghe, nè un voler obbligare qualcuno a fare qualcosa (del resto, nessun medico può costringere un paziente a fare alcuna cura/trattamento/indagine/ecc). Questa è la sottile differenza tra il ragionamento della "classe medica" e quello della "classe dirigente", che bada invece all'economia sanitaria.

    E posso solo immaginare quanti e quali sforzi comporti una dieta continua, e il dover "lottare quotidianamente contro i propri istinti", ma citando le parole di paolo direi che secondo me l'obesità è un errore se si tiene alla propria salute - ma se una persona sceglie consapevolmente (ossia conscio delle conseguenze sulla salute) di mantenersi obeso, nessuno può nè deve obbligarlo a cambiare vita.

    RispondiElimina
  10. Allora siamo d'accordo Fabrizio!

    Questo blog è infatti nato per parlare della socialità degli obesi e delle obese, delle discriminazioni che subiscono e dei diritti che come individui obesi vengono loro negati.
    Su quali siano le cause cliniche dell'obesità lascio volenteri il testimone, penso che ce ne siano tante e diverse, ma rientra in quell'aspetto "salute" di cui ci si occupa ovunque ma che non ci interessa in modo specifico in questa sede.

    La sfida, per me, è qui costruire un dialogo sugli obesi e la loro integrazione nella società riuscendo ad affrontare la complessità dell'individuo senza dover finire a parlare di diete.

    Alla fine vedi che siamo d'accordo. E' importante che tutti, quindi anche i medici, comprendano la complessità dell'obesità ma soprattutto rispettino la complessità dell'individuo e del vivere.

    La caccia alle streghe, purtroppo, la "producono" prima di tutto i media e la cultura della riduzione progressiva della complessità, e questo ha purtroppo conseguenze dirette sull'esistenza e la quotidianità di milioni di persone.

    RispondiElimina
  11. Fabrizio scrive "penso che si dovrebbe intervenire sulla prevenzione, attraverso una educazione all'alimentazione corretta. e questa non sarebbe una "crociata contro il mostro dell'obesità", sarebbe solo una politica di prevenzione sanitaria (come si cerca di fare col fumo e con l'alcool, giusto per restare in tema)".
    Da obesa ti rispondo : sei ignorante.
    Nel senso lessicale del termine.
    Prova a frequentare gli obesi, vedrai che in campo di dietetica e quant'altro sono più esperti di un nutrizionista. Alcuni conoscono a memoria anche il conteggio calorico dei singoli cibi. Senza contare che in era internittiana si trovano informazioni dettagliate anche sui cibi pre-confezionati, come quelli da fast-food.
    Allora tu, "giovane medico curioso" come ti sei definito, mi risponderai : "come mai allora, pur essendo consapevoli, non ponete rimedio?". Perchè non ci riusciamo. Letteralmente, senza alcun significato misterioso: non ce la facciamo fisicamente. Ci vuole una seraficità salomonica per fare in modo che un etto di pasta sia bastevole per pranzo ad uno stomaco dilatato di 30 cm.
    Eppure sei medico. E' come, per un architetto, pretendere di modificare la struttura portante di un edificio pericolante senza abbatterne fisicamente i difetti, ma solo con un'opera di "restauro" che sfida le leggi della fisica.
    E da medico, dovresti anche fare una netta differenza tra le varie obesità. Le generalizzazioni sono sbagliate anche in un campo, come la medicina, che non è (tutti oramai lo sappiamo) scienza esatta. Il fatto che "sperimentiate" dovrebbe rendervi elastici, non rigidamente ancorati ad opinioni che suonano come giudizi.
    ...e ti permetti anche di parlare id rpevenzione sanitaria.
    Anche io vorrei una prevenzione sanitaria contro gli imbecilli che mi scherniscono quando passeggio per strada(non mi sto riferendo a te, meglio precisare). Perchè anche a me da "fisicamente" fastidio che la gente si abbandoni all'ignoranza, invece di sfruttare, con lo studio, i propri neuroni, ed approdare alla conoscenza. Che facciamo allora? Mettiamo ai voti quali sono le "classi sociali" meno amate, per poter poi "democraticamente" decidere come abbatterle?
    O lasciamo la LIBERTA' DI ESSERE nei limiti legali, civili e penali, di incidenza sulla vita altrui? E non mi rispondere che un obeso grava anche sulla sua familgia. Perchè la stessa cosa fa un imbecille, con le sue scelte imbecilli.

    RispondiElimina
  12. Fabrizio parlava di prevenzione quindi il fatto che alcuni obesi conoscano alla perfezione le calorie dei singoli prodotti/pasti non ha nulla a che fare con la sua affermazione in quanto quei soggetti sono già ammalati.

    RispondiElimina
  13. Studio medicina, non sono obesa, ma ho parenti obesi,quindi sono molto legata alla questione peso, tanto da frequentare il centro obesità del policlinico dove studio. Non sto giudicando e le informazioni che vi dò le potete trovare su tutti i libri di medicina interna(quelli seri che noi usiamo per studiare, non una semplice enciclopedia).
    L'obesità è una patologia che riconosce un' origine genetica come unico determinante soltanto in pochi casi vedi sindrome di Prader-Willi o mutazioni del gene della Leptina. Nella stragrande maggioranza dei casi l'obesità è un problema multifattoriale, ovvero esiste una predisposizione genetica, ma affiancata da fattori dietetici, attività fisica, fattori psicologici e socio-culturali.La terapia per questo deve essere basata su un approccio di tipo multidisciplinare che può essere fornito da tutti i centri obesità. Non basta fare dieta, serve un suporto psicologico che aiuti a correggere il comportamento alimentare, il comportamento errato in genere (se presente), e prevenire recidive col riacquisto del peso perso. Ancora è importante l'attività fisica che migliora l'assetto lipidico. Le conseguenze dell'obesità sono devastanti (diabete mellito di tipo 2, ipertensione arteriosa, cancro colon rettale ed endometrio, calcolosi biliare, problemi osteoarticolari e patologie respiratorie-apnea notturna e il più importante patologia coronarica e cardiaca). La sola perdita di peso, seppur minima, riduce notevolmente l'insorgenza di complicanze e la terapia ha come scopo quello di ridurre le complicanze!! PREDISPOSIZIONE GENETICA NON SIGNIFICA CHE TUTTI DIVENTANO OBESI!! SE NON C'è IL FATTORE CONCOMITANTE (SI MANGIA TROPPO O NON CI SI MUOVE) NON LO SI DIVENTA!!! I centri obesità comunque offrono supporto anche psicologico...In extremis per chi proprio le prova tutte dopo anni e per chi ha gravi complicanze intervengono farmacoterapia (solo ed esclusivamente sotto strettissimo controllo) e interventi chirurgici (che vi assicuro salvano la vita)! Spero di avervi dato qualche info utile.
    Questi non sono studi, ma sono oggi dati di fatto derivate da studi epidemiologici, ma oggi anche da evidenze scientifiche! Parliamo di studi di evidenza A cioè di centinaia di studi che hanno ricondotto tutti alla stessa conclusione!Un solo studio che dice una cosa non significa niente per la medicina...Prima di diventare "dogma" deve diventare uno studio di evidenza A

    RispondiElimina
  14. Per l'ultimo comemnto anonimo: mi fa sempre piacere leggere i pareri medici sugli obesi, anche se so già cosa diranno.

    Però qui nessuno nega ciò che dici, ovvero che siano tanti i fattori a renderci così grassi.
    L'ultimo articolo del gestore del blog parlava dell'influenza della famiglia nello sviluppo dell'obeso, quindi dell'obesità... ;-)

    E' solo che all'opinione ufficiale e standard, aggiungiamo qualche particolare di vita vissuta sulla nostra pelle e non studiata sui libri: di conseguenza ci "permettiamo" di apprezzare anche singoli studi "controcorrente"... perché noi siamo singoli e (ahinoi!) controcorrente.



    Il peso molto elevato può portare molte conseguenze negative e patologie. Lo sappiamo eccome.

    Ma sappiamo che... può ANCHE non portare conseguenze negative.
    Soprattutto se rimane un sovrappeso stabile e tenuto sotto controllo.

    E anche quando il peso porta ad ammalarsi, non mi sembra un buon motivo per imporre una condotta (dieta, es. fisico) a qualsiasi obeso.

    Certo i medici vedono solo i casi che vogliono cambiare o devono cambiare perché non sopportano la loro condizione... però esiste tanta gente che, sinceramente, vive senza complessi o malattie per decenni... anche con 10 o 30 kg in più, rispetto al peso ideale...

    Del resto lo dicono le stesse centinaia di studi antiobesità.
    A quanto arrivano le percentuali?

    Dopo i 40 anni si ammala il 50% degli obesi? (sto sparando a caso perché non ho i dati sottomano purtroppo)

    Dopo i 50 anni la mortalità è tripla nei soggetti obesi?

    Credo che una volta informati di questi pericoli, gli obesi ADULTI dovrebbero poter vivere tranquilli anche una vita già segnata... ;-)

    Trovo paradossale poi che si tiri in ballo la chirurgia salvavita quando sotto certi interventi muore in media 1 paziente ogni 100: in pratica una roulette russa...!

    Se roulette russa dev'essere, che sia: ci accolliamo la responsabilità della nostra morte ma senza torture psicologiche di mezzo.

    Ognuno dovrebbe decidere da solo quando e se curarsi, senza spinte esterne dettate solo da interessi di mercato ed economia.

    Scusate la mia solita prolissità... buona serata!

    RispondiElimina
  15. Caro "*Regali*Oggettistica*Bomboniere*Pallonci", il primo "anonimo" ha risposto quello che stavo per rispondere io. Sappi che "frequento gli obesi", così come frequento chiunque altro, e quelli che conosco non sono molto al corrente di quello che mangiano. E, ora che ci penso (perchè non ho mai distinto i miei amici in obesi/non obesi) ne conosco pure parecchi. E comunque, mi riferivo all'educazione nei primi anni di vita - capisco benissimo che da adulti obesi sia molto difficile sentirsi "pieni" dopo un pasto minuscolo. Ammiro molto chi riesce a portare a termine e a mantenere una dieta. Come ho detto fin dall'inizio, non sono qua per offendere nessuno ma per capire, quindi evitiamo i toni aggressivi.

    E Layla, a me risulta che uno si sottoponga alla chirurgia o alle cure antiobesità solo di sua spontanea volontà, come si sa nessuna cura può essere effettuata se il paziente non è d'accordo. Non capisco perchè ci sia questa "rabbia" sotterranea contro la medicina e i medici che, sostanzialmente, fanno il loro lavoro. Ma ribadisco che ho capito (e condivido) il concetto più generale a cui si rifa Paolo, ossia che la discriminazione, gli sguardi sprezzanti o compassionevoli ecc, sono senz'altro cose sbagliate.

    RispondiElimina
  16. @Fabrizio

    è vero... scegliamo noi se sottoporci a una dieta o a un intervento.

    Ci vuole però molta consapevolezza (da alcuni definita incoscienza) per andare contro il parere di uno specialista della salute che ti dice:
    "dovrebbe dimagrire altrimenti le capiterà questo, questo e questo, senza contare le tremende pressioni sociali".

    Simili frasi di benvenuto te le dicono tutti i medici, qualsiasi sia il motivo per cui hai fissato un appuntamento, qualsiasi sia il tuo grado di sovrappeso od obesità (20, 40, 80 kg). Forse sono stata particolarmente... fortunata? ;-)

    A questo punto, o smetti di fidarti della medicina (cosa che non ho ancora fatto) oppure cerchi di avere uno sguardo critico, oppure ti fidi e ti affidi...

    Stamattina leggevo questo:

    il Caso Andrea Notari

    Andrea Notari ha 42 anni è di Carpi, pesa 260 Kg e dal 2005 è prigioniero del suo letto. Da oltre 17 anni lotta con il suo corpo e con gli esiti catastrofici di un'operazione che avrebbe dovuto risolvergli i problemi di obesità di cui era affetto e che invece l'ha gettato in un inferno. Il suo calvario inizia nel 1990, quando si rivolge a una clinica privata per una diversione bilio-pancreatica (Dbp), un complicato intervento volto alla creazione di un malassorbimento selettivo per i grassi e a una drastica riduzione di peso. Lo opera uno specialista, un guru e un pioniere del settore. In un anno perde novanta chili, poi inizia a stare male. Andrea viene colto da crisi epilettiche, lamenta difficoltà nella velocità dei pensieri, presenta infiammazioni varie e pesanti cali vitaminici. Si rivolge al medico che l'ha operato, che, dopo varie peripezie, lo rimbalza in altri istituti pubblici, dove viene ricoverato. Nel frattempo riprende ad ingrassare e inizia una nuova via crucis fatta di consulti medici e visite private costosissime. Esito: molte promesse, ma nessun rimedio alla sua sofferenza.

    Andrea, già invalido civile a causa della prima operazione, viene abbandonato anche dalle istituzioni. Non è riuscito nemmeno a ottenere un'assistenza sanitaria di accompagnamento.

    Ha deciso di rendere pubblica la sua storia perché non si ripetano casi simili e per chiedere aiuto: "Se c'è qualcuno, medico o chirurgo, che può aiutarmi, si faccia avanti: non lasciatemi morire - ci ha detto - Non voglio un miracolo, voglio solo poter tornare ad uscire, camminare, andare in un mercato, tornare a vivere".


    L'articolo risale al 2007 ma la situazione è a tuttoggi irrisolta. Non so se la vita del grasso Andrea Notari fosse migliore negli anni '90 rispetto a quella di oggi, cui è arrivato per combattere l'obesità di cui era affetto. Di certo non poteva essere peggiore.

    Per me è inevitabile provare delusione verso i medici che vedono la ciccia prima della persona.
    E verso le persone che si vedono grasse prima che autosufficienti, uniche, importanti.

    Non rabbia, delusione!

    Buon lavoro :)

    RispondiElimina
  17. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  18. Ti garantisco Layla che la vita del grasso Andrea Notari era nettamente migliore !! Mi rivolsi a Nicola Scopinaro molto semplicemente perchè lo vidi una sera in una trasmissione televisiva (Maurizio Costanzo show) dove il "Professore" descriveva la sua miracolosa operazioncina (una passeggiata da come ne parlava) e fece vedere una ragazza operata da un anno che sembrava la salute in persona (seppi poi il motivo vero...). Visto che avevo ricevuto una proposta di lavoro (sono un giornalista) per andare di li' a sei mesi in una zona non molto tranquilla per dei servizi come inviato....decisi di fare una visitina da Scopinaro (duecentomila lire).... Il quale mi disse che dovevo essere operato immediatamente, a rischio della mia stessa vita,guarda caso la lista per fare il tutto in pubblico ospedale era piena fino a due anni avanti..... Nessun problema mi disse....facciamo in clinica con quaranta cinque milioni (primi anni novanta) e come un imbecille ci cascai...... Quando a causa della stssa operazione stavo andando all'altro mondo,solo la testardaggine di alcuni chirurghi di altro ospedale convinsero Scopinaro a ricoverarmi in Ospedale (il San Martino di Genova - dove era associato di certo Prof.Bachi). Arrivando a Genova in ambulanza ed entrando in quel padiglione mi resi conto subito e nei giorni successivi che effettuare quell'operazione era come entrare in un girone dell'inferno. Uomini e donne che si aggiravano per stanze e corridoi come spettri con sacche implantate,altri che presi da strane crisi saltavano sui letti,altri che con il malassorbimento effettuatogli causa un iper carenza vitaminica avevano perso improvvisamente la vista (ricordo un ragazzo che faceva l'autista e gli accadde mentre stava guidando) e quant'altro. Nei mesi che restai ricoverato una ragazza madre di due bimbi mi mori' tra le braccia. In seguito Scopinaro si rese conto (disse lui) di avere fatto un operazione nel mio caso che non andava fatta e quindi si doveva smantellare (quest'operazione implica rsezioni e altro che una volta effettuati non si torna indietro,non è quindi mai tutto completamente ripristinabile) per "smantellarla" occorrevano (ho tutto documentato) altri cinque milioni,le spese della sala operatoria le dovevo pagare io,mi riferi' il "buon" "uomo".... Non avevo la forza di dire nulla e pagai ancora.
    Poi.....visto tutto il "maneggiamento" del cuci,ricuci,taglia e quant'altro il metabolismo a causa di tutto questo è impazzito. Successivamente ho dovuto effettuare altre due operazioni chirurgiche di adesiolisi gravi,dovute alle operazioni di cui sopra e che per l'intensità del dolore mi provocavano svenimenti.
    Ora vivo in un letto, ho esaurito le mie risorse economiche i miei risparmi,per medicinali,su medicinali contro il dolore e visite a favore della speranza.
    Centinaia di persone uomini,madri e padri di famiglia,giovani e meno giovani sono deceduti a causa di questa maledetta operazione che continua ad essere effettuata provocando morte e dolore, in chi la fa e in chi è vicino a chi la fa. Ora l'insigne chiede 38.000 mila euro e si è inventato che cura il diabete insulino dipendente. Per quanto mi riguarda non ha mai denunciato alla sua assicrazione il danno procuratomi e non ho mai avuto un euro di risarcimento. Le liste ufficiali degli operati e che a suo dire stanno bene sono false come Giuda. Chi effettua una dbp inizia ad avere problemi veramente seri dopo un anno e mezzo circa dall'operazione, Scopinaro pubblica ufficialmente l'andamento con riferimento ad un anno, un trucchetto semplice ma efficace per imbrogliare le carte. Del rsto business is business, anche se a farne le spese con morte e sofferenze immani sono uomini e donne totalmente ignari.
    Andrea Notari

    RispondiElimina
  19. Andrea non sai quanto è stato importante per me leggerti... Grazie. Mi dispiace averti tirato in ballo come un "caso", mi dispiace che ti sia accaduto tutto questo. Speriamo che chi decide per la "roulette russa" dell'intervento passi anche su questo post.
    So che la chirurgia è un po' migliorata in questi anni, non potrebbero almeno rimediare ai danni che ti hanno causato? Te lo devono...

    RispondiElimina
  20. Buongiorno a tutti. Pubblico come anonimo perchè sono a lavoro ed è la via più semplice. Mi chiamo Sandra e sono in attesa di bypass gastrico presso il Santa Chiara di Pisa.
    Vorrei poter dire solo poche parole, relativamente alla questione "chirurgia baraitrica". Carissimo Andrea, ho letto con angoscia la tua storia e dall'alto dei miei 170 chili...capisco la tua rabbia e la tua disperazione. E per quanto possa servire...ti sono veramente vicina.
    Sai, mi sono avvicinata alla chirurgia bariatrica un anno fa, su suggerimento del mio medico di base, e dopo una veloce ricerca su internet. Durante questa ricerca, sono incappata in diversi forum, dove questa pratica chirurgica viene sapientemente più o meno "inneggiata", come unica soluzione al problema obesità. Dico "sapientemente" perchè provai più volte a portare in luce alcune contraddizioni o dubbi che incontravo lungo il percorso della mia ricerca, e mi zittivano immediatamente, declassandomi da utente normalissima a "terrorista mediatica". Quindi comprendo ancora di più la tua rabbia verso un mondo, quello della chirurgia bariatrica, che non solo vive di chiaroscuri (per usare un eufemismo), ma ha anche l'omertà di obesi "grati" ai vari GURU bariatrici, che in questi forum vogliono affrontare esclusivamente il LATO POSITIVO della bariatria, ovvero quelle che loro chiamano RINASCITE, tralasciando o facendo cadere nell'oblìo le notizie sui decessi, ad esempio o sugli episodi di malasanità relativi alla bariatria.
    Detto questo però, voglio porre l'accento sulla tua ultimissima considerazione, ovvero:
    "anche se a farne le spese con morte e sofferenze immani sono uomini e donne totalmente ignari." Specialmente su quel TOTALMENTE IGNARI.
    Ecco...ti porto la mia esperienza, e quella di altri obesi come me che, oggi posso dire coscientemente, si sono già operati o sono in lista di attesa per le vaire operazioni.
    E la mia esperienza è questa: VOLENDO, le notizie, tutte, belle e brutte, sulla bariatria, si trovano eccome. Basta STUDIARE.
    E le lunghe attese per effettuare un intervento in uan Struttura Pubblica ti pemette ciò.
    E studiando...viene fuori tutto. Comprese le notizie BASE per approcciarsi alla bariatria, quali:
    1) la BARIATRIA è una CHIRURGIA D'URGENZA in cui i candidati devono essere OBESI GRAVI DAL III GRADO in sù (e quindi diffidare di un Chirurgo che ti propone la Diversione, ad esempio, anche se pesi solo 90 chili e sei alto 1:75), o OBESI MENO GRAVI ma con le cosìdette COMORBILITA' ossia PATOLOGIE CRONICHE legate all'obesità;
    2) la BARIATRIA modifica la tua qualità di vita; in positivo, in quanto se tutto va bene, scompare il diabete, scompaiono le comorbilità, e, viva Dio, cali di peso di circa il 50% del tuo peso iniziale; in negativo, in quanto ci vuole COMPLIANCE del paziente, ossia occorrerà per tutta la vita lavorare "in simbiosi" all'operazione effettuata, e quindi assumere per sempre gli integratori vitaminici, e IMPARARE DA ZERO un nuovo tipo di alimentazione;
    3) MAI e dico MAI affidarsi a cliniche private: non è con la fretta e la disperazione del momento (e la disponibilità economica) che si risolve un problema complesso come l'obesità;
    4) Non fermarsi MAI alla prima visita (questa sì da fare PRIVATAMENTE, per tastare l'esperienza e la professionalità del chirurgo che abbiamo di fornte) chirurgica: farne almeno 3, possibilmente in 3 Regioni diverse. Perchè guarda caso, molto spesso, REGIONI CHE VAI, OPERAZIONE BARIATRICA PREFERITA CHE TROVI.
    5) Diffidare di chi ti propone una chirurgia A TAPPE (cioè dall'operaizone meno invasiva a quella più invasiva) a fronte della tua obesità grave (dai 120/130 chili in sù)...il palloncino intragastrico o il BENDAGGIO gastrico...fanno un baffo ai superobesi, se non in casi RARI ed ECCEZIONALI; (continua...)

    RispondiElimina
  21. 6) La BARIATRIA è assolutamente da EVITARE in presenza di DISTURBO ALIMENTARE COMPULSIVO ACCERTATO, tranne in una particolare forma di compulsività, ossia il BED (se volete poi vi spiego il perchè, ora sarebbe troppo lungo);
    7) DIFFIDARE ASSOLUTAMENTE dalle strutture sanitarie (che spesso sono DIETRO determinati chirurghi) che non prevedono un COMPLETO ITER DI PRE-OSPEDALIZZAZIONE (da un minimo di 4 giorni ad un max di 7 giorni) in cui sottoporre il apziente a tutte le analisi del caso (e sono moltissime, compresi i COLLOQUI PSICOLOGICI) per comprendere se l'obso che ne fa richiesta è sia CLINICAMENTE che PSICOLOGICAMENTE adatto a candidarsi alla bariatria;
    8) Se non si ha una compulsività DIAGNOSTICATA ma si presume che questa esista, NON MENTIRE IN SEDE DI COLLOQUIO PSICOLOGICO O ANCHE AL PROPRIO CHIRURGO IN MERITO...ne va della VITA, non della semplice SALUTE, e quindi essere ESTREMAMENTE ONESTI CON SE STESSI PRIMA DI TUTTO e poi con i dottori;
    9)Trattandosi di CHIRURGIA, come ogni operaizone CHIRURGICA i rishci che si corrono in sala operatoria sono gli stessi che si corrono per una qualsiasi operazione chirurgica, aggravati dal peso e quindi dalle possibili complicanze che questo peso (e le sue comorbilità croniche) comportano;
    10) NON PENDERE MAI DALLE LABBRA DI UN CHIRURGO MA RICORDARSI SEMPRE CHE I MIGLIORI MEDICI DEL NOSTRO CORPO SIAMO NOI STESSI E PRIMA DI AFFORNTARE LA BARIATRIA OCCORRE STUDIARE, CONOSCERLA, SVISCERARLA E SAPERE A COSA SI VA INCONTRO....SOLO DOPO...SI DEVE ARRIVARE A PARLARNE COL CHIRURGO.

    Ecco.
    Ed in virtù di qeusta mia esperienza, che è anche quella di tanti amici "obesi" che ho conosciuto online, che abbiamo sentito l'esigenza di aprire un ulteriore forum, sì, ma questa volta SCOMODO. E difatti non siamo ben visti da "alcuni" chirurghi, mentre siamo molto ben visti da altri (perchè dottori che hanno la passione per il loro lavoro e che sono estremamente professionali...esistono eccome...non ci sono solo MACELLAI in giro), anche se siamo giovani come forum. Un forum dove si affronta l'obesità e la bariatria, ma sviscerandone anche i lati oscuri e denunciando la malasanità, quando c'è.
    Perchè riteniamo che l'INFORMAIZONE IN MERITO DEBBA ESSERE CORRETTA e soprattutto PUO' ESSERLO: basta non essere pigri e "studiare".
    A chi ha intenzione di buttarsi nella bariatria solo per DIMAGRIRE...chiudiamo cortesemente la porta in faccia...perchè non vogliamo essere complici di un possibile DISTAsTRO chirurgico.
    Detto questo, ci sarebbe tanto altro su cui discutere (ad esempio noi siamo anche molto contrari a questo "orgoglio ciccione"...ma qui siamo davvero nel campo dell'opinabile)...ma per ora mi fermo qui.
    Volevo solo precisare l'importanza di una SOLUZIONE pratica all'obesità, quale la CHIRURGIA BARIATRICA, con le dovute riserve fatte, e quindi senza nè demonizzarla, nè inneggiarla.
    Scusate la prolissità.
    Sandra.

    RispondiElimina
  22. @Sandra, personalmente apprezzo l'idea di questo forum meno entusiasta e più ragionato che vuole comunque essere d'aiuto.
    Ma in poche parole, e scusa se non approfondisco, mi sembra folle ostacolare l'orgoglio "obeso" - che poi sarebbe orgoglio "umano", di tutti a prescindere dalle condizioni fisiche - perché se una persona non si vuole bene, non si stima e non vuole difendere con orgoglio quello che è; nemmeno la cercherà una soluzione sana per dimagrire.

    La salute di questa persona obesa-senza-orgoglio diventerà l'ultimo dei suoi problemi specie se pensa di essere già malatissima...

    Sono convinta che si arriverà al non demonizzare né inneggiare alla chirurgia bariatrica se si deciderà di non demonizzare né inneggiare all'obesità.

    (da lettrice di lungo corso, credo che qui su ccd non ci siano inni pro-ciccia ma pro-persona-ciccia e la differenza è percepibile)

    Poi ci sono molti altri motivi per volersi bene, ma sto scrivendo al volo...

    Un grande in bocca al lupo per il forum! :)

    RispondiElimina
  23. Layla...non ho scritto che "ostacoliamo", ho scritto che siamo contrari in linea di principio, tra l'altro ammettendo che siamo in un cmapo "opinabile". Perchè a seconda di come lo "guardi", l'orgoglo ciccione è apprezzabile. E tu me lo insegni: tradotto in "orgoglio umano", per ridare autostima a chi si sente schiacciato da una società ignorante e pregiudizievole, è ammirabile. Ma lo slogan "orgolgio ciccione" in un campo, come quello dell'obesità di II grado, di III grado e GRAVE...rischia di confondere proprio quella consapevolezza che si vuole ridonare.
    Non tutti colgono la portata "umanitaria" di uno slogan così. Tant'è che qui accanto vedo anche vide sulle BBW...
    Ebbene, proprio recentemente ho assstito ad un'intervista di una di queste BBW che prendevano molto sottogamba le complicanze mediche e i rischi alla salute che comporta l'aumento di peso smisurato...tutta inorgoglita del solo fatto di "piacere lo stesso" e di "guadagnarci anche".
    Ecco...tu mi dici che qui l'orgoglio ciccione è sinonimo di orgoglio umano.
    Io continuo ad avere dei dubbi, se poi si sponsorizzano video delle BBW.
    Ma ti ripeto...sono due approcci completamente differenti, il "vostro" e il mio.
    E molto probabilmente il mio è più "ignorante", terra terra e poco "colto", rispetto al vostro, che supera determinate barriere luogocomunali, per aspirare alla dignità umana dell'obeso...
    ...ma credimi...nel mio forum...l'80% delle persone obese che arrivano...sono veramente molto "ignoranti" (nel senso che "ignorano") e il più delle volte non capiscono, e non vogliono nemmeno capire: la maggior parte delle volte cercano solo una scorciatoia per il Paradiso. Dove il termine Paradiso, non è più una metafora.
    E sono quelle stesse persone che quando leggono "orgolgio ciccione", leggono "grasso è bello", leggono "mangio tanto e piaccio uguale"...in poche parole...trovano una giustificazione alla loro "patologia".
    Perchè l'obesità è stata riconosciuta come malattia internazionale.
    Ed i disturbi del comportamento alimentare spesso ad essa legati, sono "malattie" da sempre.
    Possiamo non condividere queste conclusioni.
    Ma vorrebbe dire mettere la testa sotto la sabbia.

    RispondiElimina
  24. Ciao Sandra, mi infilo nella discussione solo per chiarire che questo blog parla di Size Acceptance. Che è prima di tutto un movimento culturale, ed è anche un modo per combattere e contrastare l'obesità mettendo al centro l'individuo e non la cosiddetta malattia.

    Parte di questo processo prevede anche lo svilupparsi di una cultura antagonista a quella mainstream, tesa a far sentire male gli obesi, e ancor di più le obese, molto prima che sviluppino una qualsiasi patologia.

    Da qui il video sulle BBW a cui seguirà uno sui BHM, e tutto ciò che può contribuire ad alimentare una cultura diversa nell'approccio sociale alla ciccia.
    A questo proposito vedi anche:
    http://cicciones.blogspot.com/2010/03/lorgoglio-innovativo-dei-fatshionisti.html
    e le iniziative della NAAFA.

    Con simpatia.

    RispondiElimina
  25. Sono sempre Sandra. Paolo...sebbene l'acronimo BBW fu creato da uno statunitense per pubblicizzare un magazine di moda oversize....sebbene lo stesso fu poi usato da un movimento femminile che rivendicava con orgoglio la sua rotondità (le BBWs)...sebbene è usato comunemente dalla NAAFA che tu citi (il movimento per l'accettazione del grasso, che conosco bene)...sebbene anche MIKA ne fece un "simpatico video" molto allegro, celebrando le forme morbide a dispetto di quelle ossute...sebbene, quindi, abbia una "nobile" origine...credo tu saprai che via degenerativa ha preso. D'altra parte basta digitare BBW su google...e cosa credi che si aprano? Siti porno! Grazie ai Chubby Chasers': uomini ossessionati dal sesso con donne extra-large, pronti a pagare fior di quattrini per vedere nel tempo una ragazza aumentare di peso, osservarla mangiare, pretendendo che arrivi anche a determinati extra-pesi (150/200 chili!!!!)...solo per il gusto della loro perversione! E' pornografia pura!!! E nella massa come tale è riconosciuta! (fate la prova google...non si scappa!) Non è un movimento "estetico". Poteva esserlo negli anni '70. Ma ora non lo è più. Non è un semplice affermare "guarda com'è bella quella ragazza lì, con tutte le sue forme!!!!". Mi ripeto.
    Basta digitare BBW su google...e vedrai cosa ti si apre! Altro che orgoglio ciccione!
    Scusami...ma resto davvero basita.
    Anche perchè nel tuo blog non trovo spiegazione di ciò. Può darsi mi sbagli...e non sono stata capace di trovare un tuo thread in cui spieghi sia la nobile origine delle BBW sia la sua degenerazione odierna. Ho trovato solo post in cui descrivi "Il bello apparente" di questo "orgoglio femminista"...senza avvertire di stare attenti, cmq, al rischio che si corre, andando incontro a questi "estimatori" delle BBW...e quindi...se mi metti un video di richiamo alle BBW, OGGI, nel tuo blog...senza spiegazioni di sorta...mi spiace...ma come donna, come donna obesa...tanto orgogliosa non mi ci sento. Perchè l'informazione non è completa.
    Scuse eh!
    Sandra Di Deo

    RispondiElimina
  26. Ciao Sandra grazie del tuo commento.
    Non sono sicuro di capire a cosa ti riferisci. Sei evidentemente indignata per l'uso pornografico del corpo femminile, e certamente immagino non solo per quello obeso, e citi il caso di quella gainer che peraltro trovo, se cerchi in archivio vedrai il post, piuttosto privo di significato.
    Se su Google cerchi fat chubby o pressoché qualsiasi termine legato alla fisicità e disattivi SafeSearch i risultati porno saranno infiniti. Non riesco quindi bene a cogliere il punto, tanto più che se su questo blog dovessimo adeguarci al mainstream culturale potremmo chiudere domani :-)
    Se come donna ti senti offesa dal porno io lo capisco, ma il video che abbiamo prodotto non lo è affatto, né lo diventa perché viene descritto con un acronimo ampiamente utilizzato dal Fat Movement. In realtà mi sembra anche un poco offensivo per le donne che vi sono ritratte, gente che ha pubblicato le proprie immagini a dispetto di una cultura che quell'immagine vuole cancellare. Penso che come individuo critico, uomo o donna poco importa, la diffusione di qualsiasi materiale del genere la si debba valutare come un contributo che va nella direzione esattamente contraria a quella che indichi.
    Di questo, anche di questo, si parla quando si parla di Size Acceptance. Su queste pagine puoi trovare di tutto su questo argomento, mentre è più difficile trovare ineicazioni sull'uso di Google, che lascio volentieri ad altri :-)
    Un caro saluto, e buona giornata vista l'ora !!!
    Ciao

    RispondiElimina