lunedì 12 aprile 2010

Ehi ciccio, riprenditi lo Sport! Ti appartiene


Andare in palestra o in piscina oppure, a scuola, frequentare le ore di educazione fisica, persino impegnarsi nelle arti marziali piuttosto che nel popolarissimo calcio, calcetto e calciotto: le più ovvie attività dell'individuo normale diventano straordinarie per una grande quantità di obesi ed obese, soprattutto di giovane età.

Ci sono età, infatti, in cui non si è ancora compreso il valore della diversità dimensionale, e dunque si subisce dolorosamente lo scherzo, l'offesa o persino l'ostracismo dei propri coetanei. Soprattutto in quelle attività, come quella sportiva, che pure sono essenziali per tutti, soprattutto nell'epoca dello sviluppo. Una realtà che sembra perlopiù ignorata nel nostro paese se si prendono in esame gli studi sullo sport giovanile, nei quali tanto per cambiare emarginazione e discriminazione non trovano posto. Il giovane obeso, e ancor più la giovane donna obesa, devono cavarsela da soli, trovare da sé il coraggio per sfidare i luoghi comuni o, come spesso avviene, rinunciare tout court ad iniziative che sarebbero invece alla loro portata.

Un non detto che si riverbera dalle scuole fino agli anni della giovinezza, fino a quando l'individuo obeso non trova in sé la maturità che serve per gestire la propria dimensionalità in modo adulto nonostante la diffusa ostilità per la sua forma.

Siamo al punto che cicci in salute che praticano attività fisica sono osservati come strani animali, non vengono creduti, oppure vengono presi come ad esempi eccezionali dinanzi alla immobilità dell'obeso, uno dei luoghi comuni con i quali cicci e cicce di tutta Italia, e non solo, si trovano a fare i conti.

Se è vero che non mancano i casi in cui lo Sport non è accessibile - a certi obesi così come a tutta una serie di altre categorie - la maggioranza di ciccioni e ciccione nell'età dello sviluppo potrebbe però con serenità affrontare l'attività fisica e costruirsi così una salute migliore e una socialità più stimolante. Se questo talvolta non avviene è perché alla diversità della forma, dei movimenti, delle posture e dei gesti corrisponde una reazione triviale non sempre limitata ai ragazzi. La discriminazione nella fase della crescita è il problema numero uno nella socialità dei giovani obesi e dunque anche nello Sport. Peccato davvero che la cosa sia semplicemente ignorata da istituzioni e stampa.

Nella speranza che questo cambi, e come gesto puramente simbolico e di incoraggiamento per tutti quei ragazzi che esitano dinanzi allo Sport per non esporsi ai dileggi e alle battute di quei coetanei infettati dalla cultura della normalità assassina, Ciccioni Contro la Discriminazione ha pubblicato in questi giorni la sua seconda video-pillola, Ciccioni e Campioni. La inserisco qui di seguito.

Anche a te è capitato di subire qualche forma di offesa per la tua attività sportiva?



(fonte foto)

5 commenti:

  1. Confermo tutto, anche la maestra se la prendeva con me
    mica solo i compagni scemi (e maschi)

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  2. Non c'è soluzione i bambini saranno crudeli sempre con gli altri bambini.

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  3. Se il contesto è competitivo è inevitabile che chi è grasso venga tendenzialmente escluso. Il motivo è semplice: ha prestazioni peggiori di un suo omologo in forma.
    Questa è realtà, non discriminazione.
    Ronaldo ad esempio è oggetto di critiche non perché è grasso in sé, ma perché ha smesso di impegnarsi e di allenarsi dedicandosi a vari vizietti (e non solo ai piaceri della tavola...) cosicché le sue prestazioni sono clamorosamente scadute rispetto a quando pesava venti chili di meno. E ciò fa ancora maggior rabbia ai tifosi che pensano alle sue reali potenzialità, ormai depresse.
    Trasliamo il ragionamento su un altro piano: quale compagnia aerea preferirebbe un ex funambolo di jet militari che, a causa del mancato esercizio per anni, ha dimenticato l'inglese, ad un pilota meno tecnico, con sola esperienza di aviazione civile, ma che conosce alla perfezione l'inglese e tutte le procedure del mestiere? Nessuna.
    La fantasia vola, ma la realtà ha radici inestirpabili.

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  4. "La fantasia vola, ma la realtà ha radici inestirpabili."

    La realtà la formiamo noi, ad esempio negando che possa esistere un uomo grasso e allenato più bravo a calcio di uno magro. E di conseguenza stabilendo a priori che chi è grasso è pigro e scarso negli sport...

    Altresì non ha senso paragonare un uomo grasso a quello che sarebbe da magro - forse nel caso di Ronaldo un senso c'è, ma a vip e star e modelle o calciatori penso poco nella vita quotidiana e non li prendo quasi mai come termine di paragone.

    Comunque, fa piacere leggere commenti un po' contestatori, lo trovo interessante

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  5. Eh no, così non va, tu stravolgi il ragionamento!
    Certo che esistono uomini sovrappeso più bravi di uomini non sovrappeso!
    Prendiamo un uomo della strada non sovrappeso, anzi iperallenato, e confrontiamolo con il solito Ronnie sovrappeso: Ronnie sarà comunque incommensurabilmente più bravo!
    Non si può ragionare sulle eccezioni, ma bisogna farlo a parità di condizioni.
    Se io ho due calciatori di pari livello tecnico, di cui uno grasso e uno magro invitabilmente il magro sarà più prestante.
    Nella media della popolazione sono pochissimi i fenomeni e sono molti i mediocri. Tra i due mediocri senza dubbio otterrà migliori risultati il più prestante fisicamente! Mentre credo possano tutti convenire sul fatto che un vero fenomeno emergerebbe lo stesso.
    Ciò senza tirare in ballo la pigrizia od altro.
    Per tuziorismo: parli di un uomo grasso e allenato al gioco del calcio. Ti perdi in un bicchier d'acqua, perché un uomo grasso ed allenato al gioco del calcio non esiste! Ti sei mai chiesta perché non ci sono giocatori mediocri sovrappeso, ma solo dei Maradona o Ronaldo? Perché quelli non erano allenati per niente, ma emergevano solamente per le loro straordinarie doti!
    Infine ha perfettamente senso immaginare le potenzialità dell'uomo sovrappeso qualora dimagrisse. Con accezione metafisica qualche "marginale" filosofo teorizzava l'"essere" e il "dover essere". La sola fantasia che vola è quella che sogna di scalare le fronde dell'albero, proprio partendo dalle sue radici.

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