domenica 23 maggio 2010

Libertà Dimensionale alla conquista dei media


Sì, ok, il titolo è un po' sparato ma mi sono quasi commosso nel leggere una pubblicazione segnalata su WeightWatchers.com, un intero numero di Absolute Advantage dedicato ad HAES, quell'Health at Every Size di cui Cicciones ha parlato più volte e che è una diretta conseguenza dell'accettazione dimensionale in ambito clinico.

Il magazine, disponibile qui in PDF, si avvale tra gli altri del lavoro di Jon Robinson, medico e ricercatore della nutrizione presso l'Università del Michigan, nonché una delle menti più lucide nel ridisegnare l'intero approccio clinico alla questione del peso. Ed è proprio con un suo articolo che si apre, troppo lungo per sintetizzarlo qui. Basti, a titolo di esca per chi può leggere l'inglese, qualche passaggio chiave:
"L'isteria di massa sulla cosiddetta epidemia di obesità ha avuto numerosi effetti, tra questi: continua pubblicazione intenzionale di ricerche che tentano di creare collegamenti di casualità tra l'obesità e un'ampia varietà di malattie; continua pressione sulle persone (in particolare donne e bambini) affinché si adattino a interventi inefficaci e potenzialmente pericolosi al fine di perdere peso; un'opinione pubblica impaurita, ansiosa e confusa sui propri corpi, la propria salute e il proprio cibo"
Nel magazine, in più di 50 pagine, si affronta l'intera linea del fronte, la battaglia culturale che si sta compiendo per cancellare luoghi comuni privi di basi cliniche così come il ricorso a diete fallimentari, quelle stesse commercializzate da un'industria che è spesso la principale finanziatrice degli studi che considerano l'obesità la causa di tutto. Si parla anche del rapporto tra cibo, alimentazione e media, si mette finalmente una pietra tombale sulla BMI, l'indice di massa corporea che pur essendo totalmente inaffidabile viene ancora utilizzato da dietologi di tutto il mondo, e persino dall'OMS, per valutare le caratteristiche di un individuo.

Ma non ci si limita alle critiche. Una buona parte del magazine è infatti dedicata ad HAES, ossia quel mix di nutrizione rasserenata, piacevole attività fisica e accettazione di sé che secondo un numero crescente di medici è probabilmente la migliore risposta che si può dare alla cosiddetta "epidemia di obesità": individui felici di sé e in salute, a qualsiasi dimensione, possono meglio di qualunque imposizione governare la propria vita, la propria dimensionalità. E se ne parla in termini medici, in riferimento ai bambini, allo sport, all'approccio col cibo, al lavoro e via ancora.

Ce ne sarebbero molte altre da dire per descrivere questo numero della rivista, nel complesso mi sembra che rappresenti un ulteriore segnale di come, grazie al contributo autorevole di medici e scienziati, la Size Acceptance stia guadagnando spazio, con conseguenze potenzialmente fenomenali sulla salute di milioni di persone.

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