lunedì 3 maggio 2010

Nude, nudi, liberi in ogni forma

Se devo essere sincero da tempo mi ero un po' stancato delle fotografie di Spencer Tunick: l'ottima idea iniziale, quella di spogliare uomini e donne per farne tribù alla conquista di spazi imprevedibili, alla lunga sembrava essere stata svuotata dalla ripetizione, dalla ridondanza. Il suo ultimo set di foto, invece, credo che vada valorizzato, tantopiù su queste pagine.


Come si può vedere da queste immagini, l'umanità vista da Tunick è la più varia. Non sono soltanto nudi, sono corpi di ogni forma, età e dimensione: l'assenza normalizzatrice degli abiti, la collocazione di quelle figure tra aiuole e scoscese generalmente solcate da un'umanità velata e quindi più solitaria, torna a dar vita ad una liberazione collettiva che era forse nel disegno originale dell'artista. E' ottenuta, o riconquistata, trovando il filo che lega le diversità delle donne e degli uomini che partecipano al gioco e che, così facendo, ci prendono per mano: con il clic di una fotografia non solo si ritrova quel filo perduto, viene anche annichilito l'ostracismo esclusivista della bellezza mainstream in quanto secondario e periferico comunque lo si guardi.


Il risultato non è altro che un'affermazione di stato, essere senza bisogno di giustificazioni, spogliato, appunto, dalle sovrastrutture tessili e psicologiche con le quali di solito tendiamo ad avvilupparci, nasconderci e, almeno un po', tradirci.

3 commenti:

  1. E' proprio vero, alcuni lavori che avevo visto molto tempo fa non mi piacevano molto: sembravano foto a colori dei lager, proprio per la magrezza spesso estrema di tutti i protagonisti... Questi scatti mi danno tutta un'altra impressione.

    Layla

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  2. ma sono sempre grassooooooooooooooooooooooni come me che peso 185kg

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  3. Certo, capisco che c'è chi viene qui a divertirsi :)

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