mercoledì 5 maggio 2010

La persona intrappolata dentro di te

La traggo da un articolo non suo che ha un respiro più ampio, è uno dei tanti gioiellini di Kate Harding, la più prolifica ed importante autrice in materia di Size Acceptance, oltreché scrittrice e blogger. E' una piccola perla di saggezza, una delle tante che ha scritto e per fortuna di tutti noi continua a scrivere.

L'originale in inglese è qui di seguito, più sotto il mio tentativo di tradurla lasciandone intatta la forza della comunicazione.
The question is, who do you really want to be, and what are you going to do about it? (Okay, two questions.) The Fantasy of Being Thin is a really convenient excuse for not asking yourself those questions sincerely — and that’s exactly why it’s dangerous. It keeps you from being not only who you are, but who you actually could be, if you worked with what you’ve got. And that person trapped inside you really might be cooler than you are right now.

She’s just not thin.
"La domanda è, chi davvero vuoi essere, e cosa sei disposto a fare per questo fine? (Okay, sono due domande). La Fantasticheria dell'Essere Magri è un'ottima scusa per non rivolgere a se stessi queste domande in sincerità, ed è per questo che è pericolosa. Ti trattiene non solo dall'essere chi sei ma anche da quello che potresti essere se lavorassi con quello che già hai. Quella persona intrappolata dentro di te potrebbe in realtà essere più interessante di quanto tu non sia in questo momento.

Semplicemente, lei non è magra".

3 commenti:

  1. daccordissimo! Credo che sia fondamentale guardarsi in profondità e "trovarsi"... Quando l'ho fatto(ho cercato uno "speleologo/psicologo" in gamba)poi mi sono trasformata anche fuori e ora assomiglio di più a quello che sono davvero.

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  2. Stradaccordo anche io. Romeo

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  3. Qualche mese fa (ma mi accade periodicamente) mi sono ritrovato a pensare che volevo questo e volevo quello e senza quest'altro non potevo fare quell'altro ancora.

    Poi ho guardato quello che avevo e ho pensato che avrei dovuto davvero, fisicamente, preparare un cartello grande grande e attaccarlo in bagno (luogo di meditazione) e davanti al computer (luogo assai frequentato), con la scritta "HAI USATO QUELLO CHE HAI GIA'?"

    La mia riflessione terra-terra aveva a che fare con mezzi e strumenti e la capacità di usarli ... ovvero pensare che gli strumenti risolvano per te i problemi quando con un po' più di studio e di impegno ad essere più competenti spesso si cresce, si è migliori e si risparmiano anche tanti soldini ... si impara comunque molto, in generale.

    Ma figurati lo stupore di leggere quella frase ... quando lo strumento sei tu ;)

    Considererei però anche il Buddha... non desiderare l'impossibile è un passo importante verso il raggiungimento della felicità (le sue parole non sono queste, ma non gli darei torto... e di certo anche nella filosofia occidentale abbiamo la nostra versione) ...

    Grazie anche per questo eccellente spunto!

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