martedì 25 maggio 2010

Quei cicci condannati alla demenza

La morbidità addominale può essere collegata allo sviluppo di demenza. Suona così il claim di uno studio che conferma alcune altre ricerche realizzato dal team di Susha Seshadri, ricercatrice della Boston University. La questione ci interessa perché i risultati di questa analisi iniziano a girare anche in Italia e, riportati senza molta cura, rischiano di costituire l'ennesimo luogo comune ai danni di ciccione e ciccioni. Si tratta, invece, di un'altra conferma dell'importanza di un approccio HAES all'intera questione.

Studiando le peculiarità fisiche di 700 soggetti (over 60, il 70% donne) è emersa una relazione tra una ridotta dimensione del cervello e l'obesità addominale, un dato già noto che non riguarda il peso della persona ma proprio la quantità di grasso presente nell'addome, una rilevazione possibile soltanto attraverso un esame specifico. A questa condizione, però, si aggiunge una accresciuta possibilità di sviluppare forme di demenza. Se la dimensionalità del cervello è in sé ininfluente sulle capacità cognitive, diverso è l'aumento del rischio di patologie di questo tipo.

Alla BBC, la ricercatrice ha spiegato che si tratta di risultati preliminari che "potrebbero migliorare la nostra comprensione dei meccanismi che legano obesità e demenza, con implicazioni importanti sulle strategie di prevenzione".

Secondo invece Susanne Sorensen della Alzheimer's Society, "non è granché sorprendente, dato che uno stomaco ampio è associato con pressione elevata, colesterolo e diabete, tutti fattori di rischio principali per la demenza". Non è dunque l'essere obesi in sé ad essere un fattore scatenante, lo è invece essere cicci e non mantenersi in salute.

Non è un caso che l'approccio HAES di cui parlavo, quell'Health at Every Size che punta a recuperare un rapporto corretto col cibo attraverso l'accettazione di sé e l'ascolto del proprio corpo, che in questo modo riscopre l'attività fisica come elemento centrale della vita ad ogni dimensione, ha già dimostrato di poter abbattere significativamente la pressione e il colesterolo dell'individuo obeso, ovvero i principali fattori di rischio per lo sviluppo di patologie cardiache e, ora, cerebrali.

Se non bastasse, HAES fa anche a polpette l'intero stigma anti-obeso con cui la grandissima maggioranza dei ciccioni oggi è costretto a fare i conti in ogni momento della propria vita sociale. Tutte le info a partire da questo sito.

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