lunedì 12 gennaio 2009

L'obesità non è un mostro

Scindere gli aspetti sociali e psicologici da quelli prettamente clinici quando si parla di obesità è difficilissimo, come dimostrano anche alcuni commenti ai post precedenti. Eppure è proprio questo lo sforzo culturale che questo blog si è proposto di compiere, un tentativo di trasmettere esperienze, quelle secondo cui oggi il problema obesità non riguarda solo ciccione e ciccioni.

A tutti è capitato di parlare di obesità, che si sia obesi o meno, con una discussione inevitabilmente finita a parlare di dieta o, nei casi più rilevanti, persino di chirurgia e via dicendo. Di rado, invece, ci si ferma sui diritti della persona. Se è senz'altro auspicabile che chi sta male agisca al suo meglio per stare meglio, è altrettanto auspicabile che chi è obeso abbia il diritto di agire come meglio crede, e di non essere discriminato per scelte che non riguardano nessuno se non lui o lei.

Non solo non ho alcuna voglia di addentrarmi in particolari clinici quando parlo con un obeso, a meno che non sia lui o lei a chiederlo, ma lo trovo anche assai invasivo. Non chiederei mai ad una persona con cui non ho una particolare vicinanza o affettività di relazionarmi sul suo status medico, tanto più se sta bene, come capita a molti obesi, né oserei mettere in dubbio le sue scelte di vita, soprattutto su questioni così intime, ossia che riguardano non solo il suo aspetto fisico ma la sua intera personalità, che ne determinano gli aspetti caratteriali e che dalla sua particolare psicologia sono determinati.

Ciò che invece accade è che la complessità dell'individuo viene ridotta ad una semplice categorizzazione. L'obeso viene percepito come malato prima che come individuo, e la sua caratteristica personalità è talmente poco compresa che ci si sente in diritto di elargire facili consigli, vuoi perché si ignorano le molte diverse cause possibili dell'obesità, solo una delle quali riconducibile ad una scelta, vuoi perché si è sospinti da media e fenomeni cultural-commerciali che hanno fatto della ciccia il nemico da abbattere, spauracchio utile ad imporre standard e moltiplicare i fatturati.



Sia come sia, ci troviamo oggi in una società che soffre di due gravi malattie. La prima è la scarsa propensione a comprendere e accettare la diversità in tutte le sue forme, e a riconoscere nelle diverse scelte di vita il compimento della personalità degli individui quale frutto delle loro scelte individuali (ossia a riconoscerle come espressione della libertà di sviluppo della persona). La seconda è la trasformazione di questa scarsa conoscenza in comportamenti superficiali e aggressioni dirette o indirette allo status di individuo di chi non si conforma agli standard di riferimento, con una morbosità francamente inaccettabile, che si spinge persino a voler determinare comportamenti dell'obeso e a banalizzare tutto ciò che lui o lei vive e rappresenta. E' questa la base della emarginazione dell'obeso, è da qui che inizia la sottrazione dei diritti.

Spero che questa riflessione sia utile per sfuggire alla tentazione del consiglio non richiesto ("dimagrisci no?") ed accedere al riconoscimento dell'alterità e della diversità, e dei pari diritti.

Un abbraccio a tutti, e grazie per il dibattito che insieme stiamo costruendo!

Paolo

8 commenti:

  1. Un bell'articolo che fa riflettere, grazie

    firmato un "obeso"

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  2. ironia della sorte... ho appena letto nella colonnina delle news, qui a fianco:

    Per i ricercatori questo comportamento testimonia che la pressione sociale contro gli atti di discriminazione e violenza non e' poi cosi' forte e scontata. "Le persone pensano che, di fronte a un episodio di discriminazione, interverrebbero a favore della vittima", hanno detto i ricercatori, "ma i nostri risultati mostrano che, posti davanti al fatto reale, la reazione che prevale e' d'indifferenza".

    layla

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  3. Io posso invece testimoniare che tra i più giovani, sopratutto coloro che si differenziano stilisticamente (emo,skater e simili) sono rare le forme di razzismo e discriminazione, probabilmente a causa del fatto che spesso coloro che non vestono marche firmate sono a loro volta discriminati dalla maggioranza di giovani pecore. (Ovviamente non facciamo di tutta l'erba un fascio, parlo di una piccola percentuale da me conosciuta personalmente)

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  4. A me sembra che i giovani siano come dice Amel ma so anche che chi è discriminato fa presto a discriminare, e scusate la franchezza

    firmato un "obeso"

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  5. @Amel
    grazie mille, la discriminazione striscia a danno di molti, per fortuna qualcuno ne è impermeabile ;)

    @Layla
    E' un segnale terribile, temo proprio che sia così :(

    Paolo

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  6. Amel ma io ho visto simil-faide tra emo truzzi e quant'altro... :D :D ;)
    layla

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  7. Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
    e fui contento, perchè rubacchiavano.

    Poi vennero a prendere gli omosessuali
    e fui sollevato, perchè mi erano fastidiosi.

    Poi vennero a prendere gli ebrei
    e stetti zitto, perchè mi stavano antipatici.

    Poi vennero a prendere gli immigrati
    ed io non dissi niente, perchè non ero immigrato.

    Un giorno vennero a prendere me
    e non c'era nessuno a protestare.

    Layla

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  8. vorrei fare una breve considerazione: gli "obesi" sono persone che quotidianamente sostengono e conducono ovunque con il loro apparato muscolare-scheletrico un peso superiore rispetto a persone non affette da disturbi alimentari.
    Di conseguenza i muscoli sono sottoposti a pressione maggiore e lavorano di più.
    Per questo motivo gli "obesi" sono persone dotate di resistenza superiore alla media.
    Inoltre gli "obesi" sono buoni dolci sensibili e protettivi.

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