lunedì 29 marzo 2010

Bob, Tekken 6 e il ciccio che spakka


È vero, non fanno altro che picchiarsi l'un l'altro in un vortice di effetti speciali, ma tra gli esotici personaggi di Tekken ha fatto il suo debutto nientemeno che Bob, biondino di centosessanta chili capace di stendere a cazzotti e calci volanti anche il più temibile picchiatore professionista. Una novità non solo estetica per uno dei più noti e giocati videogame di tutti i tempi, una scelta che infiltra l'obeso nel regno dei lottatori tutto muscoli e coreografie, fin qui insidiati solo da pesanti tradizionali per eccellenza, i già sdoganatissimi lottatori di Sumo.

Nella sua ultima incarnazione, Tekken aggiunge nuove spezie: ai vari Jin o Eddie, esegeti di arti marziali prive di filtro, affianca il colosso buono, capace fin dalla spettacolare introduzione dei titoli di macellare a manate e giravolte i ceffi brutti e cattivi del mondo emerso.

Bob è un ragazzone di strada quando avvolto in jeans che ne raccontano le forme senza esitazioni, ma è anche un esplosivo adolescente quando indossa bretelle e top sopra pantaloni attillati; sulle varie piattaforme di gioco presta la sua morbidezza anche ad improbabili tutine rosa o completi dandy decisamente passé. Ad ogni modo, in quel teatro visionario, Bob è un obeso che cammina a testa alta, che si fa rispettare con i pugni (è quella la moneta delle terre di Tekken), soprattutto è uno squartatore di pregiudizi che si materializza sulle joystick di milioni di utenti: a loro, giovani o meno, propone la nova accecante di un codice fantastico dal quale l'obeso può non essere estromesso, e che anzi possa abitare con pari dignità, coprotagonista a tutti gli effetti, grosso buono e potente e per questo temibile e rispettato.

Sarebbe probabilmente ingenuo voler leggere nell'epifania tekkeniana di Bob il Grosso qualcosa di diverso dal tentativo degli autori della popolarissima saga di caratterizzare nuovi personaggi per soddisfare platee mai sazie di novità, la realtà è che, quale ne sia la motivazione, la fucina creativa di Tekken aggiunge in questo modo una innovativa dose di modernità culturale ai molti riferimenti rogue fantasy sci-fi e persino medievali dei quali è solita pascersi. Se ne potrebbe parlare come di una rara rivincita per i ciccioni del mondo ricco e videoludico ma forse, vista la popolarità di questo titolo, qualcuno potrebbe persino considerarla una speranza vera e propria, o il seme di una pianta capace di strappare l'immaginario obeso dal fango della maldicenza e del pregiudizio per sospingerlo verso il cielo e consegnarlo così alla luce riparatrice del sole.

4 commenti:

  1. A me i ragazzi sembrano i più razzisti di tutti....

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  2. MAh, come nel caso dell'odio anticiccia nelle scuole sono anche io propenso a credere che se un bambino nutre così grande ostilità per ciò che è diverso da sé sia in buona parte responsabilità dei genitori.
    Sulle responsabilità della scuola sorvolerei, e non perché non ci sono, ma perché l'insieme della questione "didattica" è talmente ampio.

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  3. I toni dell'articolo sono quasi esagerati ma capisco l'entusiamo... "Bob" è anche carinissimo! :D

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  4. è vero è un tantinello sopra le righe, mi devo essere emozionato ;)

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