mercoledì 28 aprile 2010

La pestilenza del grasso

"Quando qualcuno dimostra un pregiudizio verso una persona obesa, in realtà esprime un pregiudizio verso l'eccesso di cibo e la pigrizia. E' un pregiudizio sano e significativo, da stimolare".

Questa cosa l'ha scritta un autore/blogger/giornalista statunitense, Micheal Fumento, nel 1998 in un essay che viene citato dieci anni più tardi dalla dott.ssa Lauren Polly Henson dello Smith College nel sommario di uno studio fondamentale sul modo in cui i medici e i professionisti della medicina vivono il rapporto con le persone grasse.

"L'obesità e la morale finiscono per coincidere - spiega Hanson - quando l'obesità viene inquadrata come disordine morale. Quando si ritiene che gli obesi siano perduti nel tentare di risolvere il problema obesità. Il concetto di una grassezza morale porta con sé un insieme di ripugnanza e disgusto, come se l'obesità fosse una sozza pestilenza o una patologia che possa essere distrutta".

L'origine del pregiudizio, spiegava la Hanson che pure si occupava del suo impatto su una specifica categoria di professionisti, non è soltanto limitato agli effetti di una cultura deteriore ma è anche alimentato da prese di posizione che finiscono per giustificarlo. Pre-giudizio, però, significa giudicare "a priori". Dove la parte più grave della locuzione non è neppure la posizione aprioristica ma il fatto stesso di voler esprimere una qualche forma di giudizio.

E' decisivo ricordarsi e ripetersi che, prima di tutto, a monte di ogni altra considerazione, l'individuo di importanti dimensioni ha tutto il diritto di essere quello che è in una società che almeno sulla carta è libera. Il corpo della persona è inviolabile così come lo è la sua identità. Di tutto il resto si può discutere. Di questo, sinceramente, proprio no.

30 commenti:

  1. quando siamo diversi, in qualsiasi cosa, pensiamo quanto hai detto nel finale.
    Ma a seconda di quale lato del normale/diverso stai occupando puoi affermare in modo serio oppure di scherno la stessa identica cosa; cerco di spiegarmi.
    Nello spettacolo che hai pubblicizzato indirettamente nel tuo blog (parlando di Monicelli, dato che s'è visto solo in quella trasmissione web "raiperunanotte" ultimamente)ad un certo punto Benigni sfotte il berlusca dicendo che l'italia è un paese libero, perché in quale altro paese uno sarebbe libero di fare ciò che il cav fa?
    Ecco, questa versione del "io sono come sono e dato che questo è un paese libero io devo poterlo fare" è rischiosa da utilizzare.
    Qualsiasi deviazione, qualsiasi difformità, qualsiasi - semplicemente - caratteristica dell'individuo che agli altri risulti in qualche modo sgradita o strana, per lui è un sacrosanto diritto ("in un paese libero!") mentre ai loro occhi è un modo d'essere, un comportamento abnorme.

    Si abusa del paragone con la pedofilia, ma andando indietro di 400 anni (che per una specie animale quale noi siamo non è nulla) un matrimonio tra persone d'età oggi innominabili era la norma, non era ab-norme.

    Per cui io che vorrei sentirmi libero di stare a panzadefura con la mia bella trippetta penso che per gli altri libertà è quella di non veder offeso il proprio senso estetico... se io mi lavo poco, ad esempio? Non tanto da rendere pericolosa la vita... ma se mi cambio meno i calzini ... meno le mutande e le magliette... se l'odore del cibo del mio pranzo mi accompagna (cose queste, tutte normalissime nella casa dalla quale provengo, quella dei miei genitori) ... in una società che è pervasa da ambienti asettici, asfittici, disinfettati, di gente che è sempre in piega... allora tu, in quel caso, fai schifo.

    Trasmissioni nazionalpopolari come CSI (vedutissime, non da ignorarsi, quindi) fanno passare frasi come "cipolla? chi è che la vuole?" ... così, come se fosse normale. La cipolla ha un odore forte, ma è buona, sana, e ha gusto: non posso mangiare niente, devo mangiare come una capra... almeno un po' di gusto, no?

    Sinceramente una quindicina di chili fa anche io quando vedevo le tipe con la pancia nuda ma trippona pensavo "ma perché non hanno pudore?" ... e in effetti mi faceva schifo. E mi fa ANCORA schifo. Non giudico la loro persona, a parte per ciò che potrebbe essere paragonabile alla scelta di un quadro appeso alla loro parete: quante volte diciamo "che cattivo gusto" ?

    Ecco, oggi guardo queste persone... e mi giro dall'altra, pensando che i miei kg di troppo in effetti sono proprio il simbolo citato all'inizio dell'articolo, perché non per tutti è una malattia; per molti è un cambio di stile di vita... non accompagnato ad un cambio nella dieta.

    Per molte, moltissime persone: spesso la maggior parte. Ovvero chi non corre ai ripari quando da una giovinezza che brucia calorie e rende belli quasi in ogni modo, si passa alla fase "tagliando ogni tot NECESSARIO".

    :)

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  2. Stai dicendo che se uno è di colore e a te ti fa schifo è colpa sua?

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  3. Ciao CG, non siamo d'accordo :)
    Nel senso che ti addentri sul fronte estetico, dell'apparire del ciccione attribuendo alla ripugnanza che tu provi nel guardarlo/la quella che dovrebbe provare chiunque. Il che non è, e te lo dimostrano le migliaia (letteralmente) di siti web e community interamente dedicate all'eros e alla bellezza di chi non è normopeso.

    Ma non è questo il punto. Se fossimo tutti d'accordo su chi è bello o chi brutto sarebbe probabilmente più facile promuovere degli standard di normalizzazione più di quanto accada oggi, con conseguenze ancora più drammatiche sulla vita di tutti. La verità è che ciccioni o meno, belli o meno, brutti o meno, ed è questo il senso del mio articolo, abbiamo tutti il diritto di essere ciò che siamo.

    La tua critica, invece, sembra quasi rivolgersi ad uno/una che, chessò, imbratta i muri o con il fumo della sua sigaretta invade il tuo spazio. Non è così. Qui si parla di identità, non di comportamenti.

    I paragoni che fai mi fanno pensare che tu non sia consapevole di cosa sia l'obesità, di cosa significhi conviverci, di quanto sia parte della personalità e dell'identità delle persone che guardi. Addirittura sembri attribuirla ad una mancata attenzione alla dieta, il che però fa a polpette un intero mondo di cause e concause, e di verità identitarie.

    Se nel pezzo intendevo ricordare agli obesi che a volte lo dimenticano che se è loro diritto cambiare se stessi è anche e sempre loro diritto essere quel che sono (davvero vogliamo contestare *questo*?) capisco bene chi prima di me ti ha risposto in quel modo. Un conto è provare repulsione verso qualcosa, anche verso un comportamento, un conto è provarla verso l'identità di un'altra persona.
    In quel caso, infatti, credo che a dover lavorare su se stesso sia chi non riesce ad affrontare i propri fantasmi.
    Grazie mille per il post, scatena molte utili riflessioni!!
    ciao!

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  4. Non potevo non commentare, avendo affrontato ieri sera verbalmente l'argomento specifico del senso di schifo che la persona grassa od obesa scatena nella maggioranza (per favore, non usiamo il "tutti"!) delle persone normopeso.

    Non sono assolutamente d'accordo con CG. E' come dire che se negli anni 50 negli States le persone di colore venivano divise dalle bianche era giusto, perchè all'apparenza non sono uguali...ok, io sono grassa, sta al mio buon gusto evitare magari di indossare quel che la moda propone per persone filiforme, ma, carissimo CG, sono BELLA. E non lo sono per autoconvincimento, sono BELLA perchè so che al di sotto di questa cinquantina di kg di troppo che mi porto dietro sono una bella persona. Non mi eviterei se mi conoscessi da esterna, non voglio essere evitata dagli altri solo perchè di pantaloni porto una 56.

    Quindi, è totalmente sbagliato che si provi schifo per una persona obesa, puoi non trovarla attraente, de gustibus, ma lo SCHIFO, la ripugnanza, è un sentimento che non dev'essere provato per via di qualche (o molti) kg in più.
    E l'idea di poter affrontare questi pregiudizi fino a farli cambiare è quello che spinge noi, persone grasse, ad affrontare chi li porta con se...bisogna far riflettere queste persone, far capire che discriminare il grasso è come discriminare i neri, piuttosto che i sudamericani o gli asiatici...è STUPIDO.

    Una riflessione: in Italia molta gente ha "paura" della persona di colore, non solo del senegalese, ma anche del mulatto, del marocchino, del mediorientale...ci sentiamo superiori. Ma perchè appena iniziano i primi soli allora corriamo a stenderci sul lettino dell'estetista per poter avere la tintarella? Non disprezziamo il colore? Siamo incoerenti in tutto...la persona in carne viene per la gran parte delle volte vista come ripugnante, eppure è risaputo che la "big girl" è quella che più ci ricorda una madre, ci da una sorta di senso di protezione...

    Non so voi, ma io sto bene come sto, grassa...se mi amano, bene, se mi odiano pazienza, ma devono motivarmelo l'odio...non sarà certo la trippa a farmi perdere occasioni a questo mondo...

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  5. "è totalmente sbagliato che si provi schifo per una persona obesa, puoi non trovarla attraente, de gustibus, ma lo SCHIFO, la ripugnanza, è un sentimento che non dev'essere provato per via di qualche (o molti) kg in più."

    Sono molto d'accordo con questa frase di Alexia... :) E' lo schifo che mi sembra assurdo.

    CG interpreta benissimo il pensiero della maggioranza che forse è anche il suo, esponendosi in prima persona.
    Sembra non credere che tutte le diversità vadano rispettate, e non eliminate perché oggi non piacciono ai più. Ma le differenze individuali aiutano una società molto più dell'omologazione...

    Forse si decide cos'è lecito e cosa no socialmente, in base all'attrattività sessuale. Ma è un criterio un po' miserello. E se fosse questa la motivazione dell'odio di cui parla Alexia, sarebbe semplicemente ridicola.

    Se l'odio si nutrisse della debolezza del goloso-sedentario sarebbe più comprensibile ma altrettanto infantile... Personalmente credo che i super-eroi siano fantastici, ma la loro controparte umana e fallibile lo è di più.

    E siamo tutti umani, tutti imperfetti e mortali...

    Essere grassi spessissimo è dovuto ad un insieme di cause che richiedono TUTTA la volontà di un uomo per essere anche solo contenute - come dire "per favore rinasci con il mio dna e con il mio stomaco senza fondo, prima di dirmi che è facilissimo tornare al pesoforma". Ma anche se la panza fosse frutto solo di una scelta diabolicamente perseguita, equipararla a una prepotenza sarebbe esagerato! (esagerato ad arte)

    Perché, altrimenti, io che amo vedere omoni grassi e grossi dovrei pretendere che tutti gli uomini mingherlini e le donne piatte spariscano dalla mia vista.

    Cerco invece di abituarmi alla vista di ossa che spuntano dal bacino dalla schiena e dalla cassa toracica; e di superare quelli che considero i miei limiti estetici.

    Poi chiaramente: si prova a rispettare pure i limiti estetici altrui. Ma se la libertà degli altri invade la mia, desisto... ad esempio quando mi si vorrebbe vietare di andare al mare in due pezzi.

    Non è così traumatico vedere un/a ciccione/a, non fa diventare stitici o impotenti e non causa commozioni cerebrali nemmeno vederne uno/a nature. :D

    Sarebbe bello superare questa paura ingiustificata...

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  6. *Attrattività* da dove l'ho tirato fuori? era *attrattiva* :D

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  7. scusate ma devo spezzare le risposte per persona, ho scritto troppo!! :)

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  8. @anonimo, quello che stavo dicendo era un po' più articolato ed ha richiesto infatti più di una riga. Non ci sono "colpa mia colpa sua", ma non possiamo cancellare tutti gli abbonanti che non sono tali per scelta "di essere così" ma di non far nulla per non esserlo: anche non far nulla è una scelta, in ogni caso. Quanti, infatti, se fosse semplicemente una scelta possibile, non farebbero quella di non far nulla ed essere come statue greche? E quanti, allo stesso modo, non farebbero quella di essere come ragazzini di 20 anni facendo però una vita altrettanto sregolata, per sempre? Forse non tutti, ma possiamo azzardare un "parecchi" ?

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  9. @Paolo: ripugnanza è un po' forte ed è un termine che riserverei solo a me stesso, perché di fronte allo specchio per me è un fallimento e una decadenza del MIO corpo. Anzi, molte persone che frequento assai volentieri sono ben oltre il sovrappeso. Non le frequento certamente per il loro aspetto fisico. Per il resto hai giustamente saltato tutto il "non è bello ciò che è bello" andando al vero punto sul pericolo normalizzazione, che condivido.

    La mia è una esperienza di semplice sovrappeso e ripeto è una mia esperienza, quindi concordo completamente, non ho una esperienza diretta di personale obesità (ma spero di non essere fuori posto come spero non lo sia nemmeno un mingherlino che passi di qui per intessere un dialogo di qualsiasi genere purché non con l'intento di ingiuriare) ma vorrei sottolineare quanto sia presente, reale, da non sottovalutare il fenomeno di chi NON è sovrappeso per cause imputabili alla genetica o ad un "malfunzionamento di una ghiandola": posso testimoniarlo in prima persona e come testimone: attorno a me il 90% delle persone grasse è come me. Semplicemente non hanno fatto nulla per non diventarlo e lo so perché le conosco da "prima". Non sono obesi, sono solo grassi o sovrappeso, come me.

    Contestare il diritto di essere "quel che si è" è effettivamente il punto vero, ciò che mi ha fatto pensare e scrivere... ed hai fatto bene a ribadirlo: rifaccio la domanda a te: "essere quel che si è" è incontestabile?

    "Io sono come sono" come regola di vita. Allora chi è insolente e ingiusto con te, con me e con le persone sovrappeso non potrebbe usare la stessa formula rituale? "io sono come sono, ho diritto di essere come sono: è la mia identità offenderti e discriminarti, o vuoi obbligarmi ad includerti nella mia vita? Che ne è della mia identità e del mio modo di essere?"

    Prendiamo l'indolenza, la pigrizia, l'apatia, la svogliatezza. E' un diritto essere portatori di questa caratteristica, stiamo dicendo.

    Credo che la società che senta questo, sia uno dei primi nemici di quanto si sta qui affermando e in effetti per quanto io senta dentro di me il preciso diritto di non fare un bel niente, qualcosa nella cultura che mi ha circondato me lo fa sentire come un "non si fa", anche se io nella mia identità, da quando sono nato, senta dentro di me irrefrenabile il desiderio di non far nulla e vivere felice lo stesso.

    E allo stesso modo dovremmo ragionare sul tuo finale: lavorare sulla repulsione? E perché mai? Colui che la prova non ha una identità, non è forse sé stesso con tutte le proprie sensazioni e sentimenti?

    Vorresti ad sempio far provare il contrario del proprio istinto ad uno che prova attrazione verso una cosa che a te provoca repulsione? O il contrario? Non sarebbe questa una violenza identica a quella che qui trattiamo come "da combattere" ?

    Sono contento che tu apprezzi la discussione, perché ben lungi dal voler essere un provocatore (o comunque se anche c'è uno stimolo, il desiderio non è di venire qui a rompere, perché il tempo non mi avanza di certo, purtroppo!!) mi sento piuttosto parte in causa, un cosiddetto (da me) "portatore sano di panza". A parte la battuta, non faccio gli esami del sangue da anni: potrei anche essere a rischio infarto. E allora vedrai se non mi darò da fare...

    A chi si senta offeso quindi voglio ricordare che io "parlo" seduto su una sedia che scricchiola quando mi ci siedo: non vengo a "rompervi le scatole per divertirmi" ma per trattare l'argomento nel modo meno autoindulgente possibile: a che servirebbe darsi SOLO pacche sulle spalle vicendevolmente? (servono, ma non abbastanza).

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  11. vabbé dice che "il mio commento è stato pubblicato" ma non c'è... e avevo anche le risposte per alexia e per Layla ... uff .. :(

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  14. CG ho tolto un paio di post ripetuti. Purtroppo la piattaforma di Blogger è tutt'altro che un orologio e a volte registra i commenti in ritardo, mi è già successo. A volte dice in calce ai pezzi "0 commenti" e magari ce ne sono 2 e robe cosi'.
    L'unica è pubblicare e aspettare un po' SPERANDO che appaia :)
    grazie per il tuo commento Cav OOPS CG, tra poco, Blogger permettendo, ti rispondo anche io.

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  15. CG blogger non ne vuole sapere neppure del mio post, mi dà errore, riprovo segmentandolo (que palotas)

    prima parte

    Rieccomi CG,
    anzitutto fatti dire che non sei fuoriposto affatto, non vorrei proprio averti dato questa impressione, per me sono vitali le discussioni, spesso alimentate dal non essere d'accordo, altrettanto importante per riflettere e capire ecc ecc. assolutamente quindi sentiti libero di usare questi spazi come ti sembra piu' opportuno che e' importante per tutti credo.

    Ma torniamo a noi.
    Mi sembra che uno dei punti che tocchi è il fatto che vi siano obesi che conosci che lo sono non perché il destino lo ha deciso ma perché "non hanno fatto nulla per non diventarlo". La domanda successiva, a cui in qualche modo rispondi, ma forse solo a metà secondo me, è: "avrebbero dovuto?".
    Tu puoi pensare che avrebbero dovuto, potrei pensarlo anche io, rimane il fatto che non hanno "evitato", per parafrasarti. Il dato più importante di questa risposta però è tra le righe: sono fatti loro. Sono fatti, cioè, che riguardano la loro identità, personalità, il loro rapporto con il mondo, con la gente, col cibo, coll'universo e tutto quanto.

    Da qui si arriva alla domanda metafisica che poni: "essere quel che si è" è incontestabile?"
    Dico "metafisica" scherzosamente perché impone una doppia lettura. Da un lato l'aspetto antropologico della cosa, e storico, dall'habeas corpus in poi abbiamo iniziato a comprendere l'importanza dell'intangibilità del corpo, e poi, lentamente, anche di quello che ci abita dentro. Dall'altro il fatto che come uomini e donne sociali viviamo in una comunità e, dunque, la propria identità deve fare i conti con quella degli altri.

    Eppure nel leggerti su questo a me sembra che continui a confondere, passami il termine, ciò che si è e ciò che si fa.
    Scrivi infatti:
    "Allora chi è insolente e ingiusto con te, con me e con le persone sovrappeso non potrebbe usare la stessa formula rituale? "io sono come sono, ho diritto di essere come sono: è la mia identità offenderti e discriminarti, o vuoi obbligarmi ad includerti nella mia vita? Che ne è della mia identità e del mio modo di essere?"
    Parli cioè di comportamenti, non di identità. Offendere, discriminare, ostracizzare cozzano con l'ideale di una vita sociale, in comunità, e con la coltivazione di quella vita, che è poi nient'altro che la mescolanza delle differenze.

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  16. seconda parte


    Avere una personalità aggressiva, che allarga i propri spazi ai danni di quelli degli altri, richiede doversi mettere in discussione se si vuole vivere in comunità. Oppure lasciarla. Parliamo di ideali, naturalmente, che oggi essere aggressivi rende pure, ma questo è un altro discorso.

    Dici: "Prendiamo l'indolenza, la pigrizia, l'apatia, la svogliatezza. E' un diritto essere portatori di questa caratteristica, stiamo dicendo."
    La mia risposta è che lo è senz'altro. E come tutte le caratteristiche, la propria indole, la propria personalità, porta con sé delle conseguenze. Ci sono, sono visibili, e sono percepite prima di tutto dalla persona e poi da chi gli/le sta intorno.

    Quindi, quando dici:
    "E allo stesso modo dovremmo ragionare sul tuo finale: lavorare sulla repulsione? E perché mai? Colui che la prova non ha una identità, non è forse sé stesso con tutte le proprie sensazioni e sentimenti?"
    Lo è senz'altro. Ma non deve stupirsi delle reazioni alla sua repulsione, ammesso che decida di esprimerla.
    Il lavorare su se stesso sarebbe un mio invito ad una persona del genere, perché provare repulsione dinanzi ad un essere umano è promodromico all'ostilità verso gli altri e, quindi, all'uscita dalla comunità, o persino al delitto. Roba da Bignami della psicologia, per caprsi comunque.

    Penso cosi' di aver risposto anche alla tua domanda successiva. Potremmo definire la cosa ammettendo che ognuno di noi è diverso, portatore di identità e caratteristiche diverse, che ognuno di noi filtra cio che è con le proprie capacità, interessi, speranze e ambizioni. Basterebbe, probabilmente, che ciascuno di noi rispettasse questa diversità per imparare che è proprio là che si cela una possibilità di sviluppo sociale e di innovazione.

    Grazie ancora CG, spero di risentirti presto su questo e su altro

    ciao!

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  17. eh si!!! mancano 3 pezzi!!! e poi mica ci vengo per rompere le p... le scatole!! :) Vengo a ragionare con voi. E bisogna ricordarsi che ad avere tra le fila l'avvocato del diavolo *dalla propria parte* si "affilano i dentini" della discussione. Perché io personalmente mi sento ciccio, e ragiono sia per il bianco che per il nero ... l'ho sempre fatto. Ragiono da laico e da religioso (cerco) da etero e da omo, da uomo e da donna (cerco) ...
    Cmq in questo momento gli altri 3 pezzi non li ho (per fortuna il blocco note era già pronto...)

    A presto!

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  18. Grazie CG, so' contento che Blogger non li abbia divorati mannaggia a lui :S

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  19. @Alexia. Speravo di non dover riscrivere quanto sto per fare. Perché Paolo ha saltato tutto questo passaggio che tu invece fai. Ma non ha importanza, parliamone: da qualche parte (temo che la citazione non sia "alta" come mi piacerebbe) , una graphic novel, vidi raffigurato un esquimese che incontrava una persona di un'altra cultura: non usava specchi. Chiedeva dunque al proprio interlocutore se fosse bello.
    Non sei TU che puoi dire se sei o non sei una bella persona. Né fisicamente né esteticamente. La bellezza la vedono GLI ALTRI nel primo o nel secondo caso.
    Credi che la persona a te più invisa (e magari anche ai tuoi colleghi o amici) non pensi di sé stessa quel che tu pensi ora di te? Buon pro ti faccia se hai un'alta opinione di te stessa. Ma spero tu ti renda conto che si tratta della tua opinione, non della Verità assoluta. Se per gli altri IO sono un cesso, poco importa se per me sono un gran fico. Se per me io sono simpatico intelligente e spiritoso è con gli altri che mi devo confrontare. Se non esiste un gruppo che mi riconosca per come mi riconosco io, forse il mio punto di vista per quanto da rispettare, è un bel po' difforme dalla realtà.
    Ci sono volutamente andato giù più duro del necessario. Perché naturalmente io non voglio affermare (non lo faccio!) che tu non sia una persona bellissima. Lo sarai sicuramente! E se così non fosse la cosa meravigliosa è che tu abbia comunque questa energia che invece di deprimerti ti spinga (spero) a far del bene in generale.

    Certo è che se ti comporti bene con gli altri questo tutti lo vedono e si spera lo riconoscano.

    Dire però che quanto ho affermato è parificabile alla segregazione razziale significa non aver letto nulla.

    Il punto fondamentale l'ho descritto nella risposta @paolo. Ma nel tuo caso tornerei su quello più superficiale, quello dell'attrazione: a me personalmente le donne asiatiche piacciono (mi attirano) molto, ma se sono magre. Mentre invece le donne indiane, di solito, non mi piacciono, che siano magre o meno. DEVO farmele piacere? Hanno forse loro colpa di qualcosa?
    Ha forse colpa la banana se ha un gusto che non mi piace? E ho forse colpa io se il suo sapore mi disgusta?
    Di cosa stiamo parlando?
    "De gustibus non disputandum est" ... è come parlare di musica: posso io convincerti che un gruppo che ti fa ribrezzo acusticamente (a presincedere dalla bellezza del messaggio dunque) deve invece piacerti?

    Affermare che "è sbagliato che" si provi schifo è vero e giusto come affermare il suo esatto contrario. Non c'è giusto o sbagliato in questo. Possiamo mettere un divieto sul fatto che un topo o uno scarafaggio con tanti piedini ci faccia schifo, ma è il nostro corpo a darci il messaggio, a prescindere dalla legge.

    La parola schifo ti ha oltraggiata, capisco di aver usato una parola che ti da fastidio. Ma dobbiamo ricordare che non è un "FAI" ma un "MI FAI". Ok?
    Ad alcune persone "fa schifo" che si vada in giro nudi e ricordo di aver sentito qualcuno che "quelli che si baciano in pubblico" fanno schifo.
    Ebbene penso che NON abbiano alcun diritto di dire che questo o quello "FA" schifo, ma che abbiano tutto il diritto di A) provare schifo B) affermare che A LORO FA schifo.
    Perché appunto: 1) de gustibus non disputandum est. 2) libertà di parola, figuriamoci.

    Non si tratta nemmeno di diffamazione. Che diffamo? Se dico ad esempio "a me fanno schifo i kebab" o se tu dici "mi fa veramente straschifo la produzione di Pollock" ... esprimiamo il nostro schifo. Posso dirti io "è un sentimento che non deve essere provato" ?
    Posso dirti io "ama!" oppure "non sognare" ? (continua su parte2) - questi testi erano stati scritti tutti col primo ma blogger non accettava...

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  20. @alexia (Parte 2 , segue da parte1)
    Affrontare la discriminazione è giusto. Ma è contemporaneamente pretendere dagli altri quello che non si vuole per sé: non puoi obbligare uno a volerti.
    Quando diciamo ai nostri figli "faio giocare anche lui" a chiunque questo "lui" sia, questi faranno ciò che vorranno: giocheranno con chi vogliono. E se dovessero rispodere tutti "noi siamo così, abbiamo diritto alla nostra identità di persone che escludono gli altri" ?
    Ci avrebbero fregati tutti, noi educatori... ma per fortuna possono essere PLAGIATI e OBBLIGATI ad essere inclusivi piuttosto che esclusivi, a seguire MENO l'istinto e più una ragione che ha a che fare con la morale e l'etica e...l'essere meno stronzi.
    Ma ciò che desiderano e sentono davvero nessuno lo potrà cambiare.
    Tu non sei obbligata a farti piacere una persona che non ti piace, no?
    Eppure sicuramente accade: una capa, un superiore, una del tal ufficio comunale che rischia di farti perdere tanto tempo... sono ingiustizie che magari accetti (magari tu no, ma tanti si, soprattutto sul lavoro).

    Vediamo se mi capisci meglio così: pensa che uno che NON VUOI provi contro la tua volontà a baciarti. Ti fa schifo o no? E' repulsione. E se fosse uno che desideri artendemente? Proveresti attrazione.

    Attrazione e repulsione sono istintive. Non puoi dire a uno "non si deve provare".

    La discriminazione io non l'ho tirata in causa e non so chi stia iniziando a farlo.

    Delle persone di colore io non ho parlato e non c'entrano niente, ma dato che hai tirato in ballo questo, ti dico questo: quando sono stato con ragazze dal colore della pelle chiara e mi sono trovato in situazioni intime sono sempre stato bene, ma dato che attrazione e repulsione sono FISICHE e ISTINTIVE devo dirti che con persone di colore non mi sono trovato altrettanto a mio agio. E' una sensazione che ti senti in bocca, non so come spiegare. Da una parte senti che le tue labbra vanno in contro, dall'altra senti che "non sono tanto convinte".
    E questo senza alcun pre-giudizio.
    Ma è inutile dire che non esprimiamo in ogni secondo della nostra vita un giudizio "mi piace, non mi piace". E' una costante con cui il nostro cervello lavora e che ci serve a vivere.

    Sul fatto che possiamo essere incoerenti sono d'accordo. Io della tintarella me ne frego: non sono incoerente. Il sole mi dà spesso fastidio agli occhi e il caldo mi rompe le scatole: pensa, potrei farti ribrezzo (darti un'idea di malaticcio) perché sono troppo bianco! E io cosa potrei dirti? "non PUOI" ?

    La tintarella è una fissa di questi anni, in passato essere mozzarelli era uno status symbol ;)

    Un'ultima cosa: non confondere la repulsione con l'odio. Una sensazione e un sentimento sono ben differenti. Non ho mai odiato i cavolini di bruxrelles e non ho mai amato la creme caramél: i primi mi fanno ribrezzo, la seconda la trovo deliziosa. Ma amo mia morosa e se non odio nessuno ... odio davvero ben poche, selezionate, persone.

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  21. @Layla: che ci siano persone, tante persone, che, forti dell'appartenenza ad un certo gruppo, affermino che una senzazione o un sentimento "NON DEVE ESSERE PROVATO" mi spaventa sempre e invito chiunque a riflettere su ciò che afferma e alle parole che usa per farlo. Proprio come si fa la radiografia alla parola che ho usato io (che però mi sentivo più di indirizzarla anche a me stesso, specie la mattina davanti allo specchio, che poi però passa durante la giornata eh...)

    Ciò che sembrate ingorare e che invece ho affermato chiaramente è che sono sovrappeso.

    dici "Sembra non credere che tutte le diversità vadano rispettate, e non eliminate perché oggi non piacciono ai più. Ma le differenze individuali aiutano una società molto più dell'omologazione..."

    "è un sentimento che non deve essere provato" va in contraddizione completa con questo.

    Quello che mi ha spinto a scrivere non è il desiderio di non rispettare le diversità o di appiattire il mondo (lungi da me!) bensì quello di riflettere con la massima attenzione (e Paolo ha giustamente riportato l'attenzione sul nodo della questione, grazie!) sul concetto di "io sono come sono e fine" perchè questo sarebbe applicabile ad ogni cosa, giusta o sbagliata e, ricordiamolo, anche alle persone che ora identificate come "il nemico" (riassumo, ok?).

    Fai bene a parlare dell'attrazione sessuale, perché è principalmente quella alla quale mi riferivo. Internet è infatti eccezionale per conoscere le persone AL DI FUORI da quell'ambito: la meravigliosa persona che è Alexia qui mi appare PRIMA della sua presenza fisica ed è infatti quello che io cerco nel dialogo con le persone e che su internet arriva prima che nella realtà: cuore, pensiero, opinioni vere: per questo preferisco di gran lunga non sapere chi siete e come siate fatti tutti. Qui su internet io posso sentire con sincerità ciò che provate. (segue su perte 2) - tutti questi testi sono stati scritti col primo in un blocco unico, ma postati dopo per il problema do Blogger che segnalava anche Paolo.

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  22. @Layla
    (parte 2, segue da parte 1)

    Alexia si è sentita oltraggiata da ciò che io sono eppure chiede chiaramente il divieto a che io sia tale.

    Io invece non chiedo alcun divieto né affermo che sia auspicabile che ci siano meno obesi che non desiderino esserlo.

    Ma affermo (e rivendico il diritto di farlo, tra persone che amano "svegliare coscienze" ma che non pretendano di essere in possesso della Verità) che non può essere usata come un jolly la carta del "io sono come sono" anche da chi sappia perfettamente che ha peggiorato la sua condizione fisica, oppure morale, oppure sociale per un qualche genere di inazione riconducibile alla pigrizia (più o meno intensa) e che poi si lamenti del risultato con gli altri che certamente non ne sono artefici. Questi casi ESISTONO, non dobbiamo fare finta di no.

    Ma la natura principale del post, ci ricorda Paolo, era diversa. Quello che infatti mi ha colpito di più era la considerazione sul finale, come ho detto chiaramente.

    Hai ragione Layla (e non ci importa affatto del termine strano, tranquilla ;) ) che la vista di anoressiche VERE (patologia psicologica) può farti ribrezzo (non lo dici usando la parola) ma la norma di persone in salute normopeso nell'età più florida o addirittura che facciano della cultura fisica il proprio motivo d'esistere mostra chiaramente le ossa in alcuni punti, motivi per cui Michelangelo ed altri, che non vivevano certo in periodi di marketing pubblicitario, costruivano l'anatomia del corpo partendo dalle ossa. Sul bacino, sotto le costole e sulla schiena è normale. Vedere le giunture è normale, vederle ricoperte di grasso, no. O vogliamo discutere anche di questo? Facciamolo, per carità, non è vietato.

    Io so che cosa voglia dire perché una mia ex è ora "fatta a pera" e la conosco molto bene: ha i polsi di un'anoressica e una panza come la mia. Era un fuscello, ora fa schifo (e SI fa schifo) ... eppure le voglio un gran bene, ma non la toccherei con un dito per desiderio: baci e abbracci, tanto affetto. Fine. Ebbene, dicevo: quando va dal dottore lui vede i polsi e le dice "LEI DEVE MANGIARE!!!!!" e allora lei che ne ha piene le scatole si solleva la maglietta e lui allora finalmente la ascolta DAVVERO.

    Tornando al "sarebbe bello che". Quando vedo persone davvero molto grasse (in generale donne, ma io so' n'omo, che devo fà?) in abiti che non le coprano, non mi sento mica male, ma provo schifo che posso tradurre così sin da quando avevo 10 anni e andavo al mare (bei tempi!!) : se sto mangiando, smetto di mangiare.

    Poi posso andare li, stringer loro la mano e parlare di qualsiasi cosa. Ma pensando che siano uomini, maschi, e di almeno 60 anni. Il mio corpo mi lancia questo messaggio.

    Mi volete dire che odio gli anziani?

    Spero di essere stato un po' più chiaro. Non ci conosciamo e in questo caso io ho espresso una minima parte di me, come voi del resto. Ma era uno specifico argomento che mi interessava.

    Vi prego, per quanto riguarda ME (non parlo per tutti, figuriamoci) di non confondere l'odio, che è un sentimento fatto in un certo modo e che non provo certamente con nessuno per ciò che è esteticamente.

    Ad esempio mi fanno molto incazzare le persone che giudicano dal vestito le capacità professionali!! ;-)

    Dai che questa ve l'ho regalata!!! Pensiamo insieme dai!!! :)

    ciao! - tutti questi testi sono stati scritti col primo in un blocco unico, ma postati dopo per il problema do Blogger che segnalava anche Paolo. -- fine! :))

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  23. oilà CG, bello rileggerti! :)

    Devo dire che sono molto d'accordo con un tuo presupposto: non è corretto vietare a qualcuno di provare certe sensazioni.

    Probabilmente è anche impossibile.

    Alexia ha usato una frase troppo forte, ma l'avevo letta come un molto vivace invito :D a provare a guardare il mondo con occhi diversi. Perché mi sembra assurdo arrivare allo schifo, ma come ho letto da qualche parte sono una donna, geneticamente predisposta ad amare anche le cacchine del mio futurogenito... (in realtà immagino che questa dote pazzesca sia garantita anche ai futuri papà! - cioè agli uomini tutti)

    In virtù di questo mi chiedo se sia così difficile e dannoso provare a vederla diversamente...

    In fondo chi è grasso CERCA di trovarsi sbagliato (spesso ci riesce) e almeno una volta nella vita si è guardato con gli occhi altrui.

    Quella di non provare schifo la vedo come un'opportunità in più, non tanto come un limite all'individualità.

    Idem quando si parla di dimagrire: per molti è un garbato invito ai ciccioni ad ampliare le proprie possibilità esistenziali... quand'è visto così lo condivido assolutamente.

    Comunque, sono d'accordo con quasi tutto quello che dici e sono contenta che i tuoi gusti non ti impediscano di interagire anche con le persone che ti fanno esteticamente schifo.

    Di seguito lascio alcune osservazioni/divagazioni che mi hai fatto venire voglia di scrivere... ma non le indirizzo a te anche se parto da frasi tue.

    Sono dirette a chi trasforma in (inaccettabile) "odio" il suo (diciamo lecito) "schifo".

    La cicciafobia è un problema quanto l'omofobia; per me.
    Anche se "ciccioni si diventa" e magari si può dimagrire, essere ciccioni non dovrebbe implicare né la pretesa di piacere a tutti, né l'immolamento allo stigma sociale (per usare un termine di Paolo).

    Tra questi due estremi - accettazione totale e lapidazione integrale - ci sono o dovrebbero esserci, tanti "CG"... ti dico, a me garberebbe se tutti avessero le tue idee, un po' rigide, ma sensate!

    Ciao, buona giornata :)

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  24. "noi siamo così, abbiamo diritto alla nostra identità di persone che escludono gli altri"

    la libertà di uno, sacrosanta, finisce dove inizia quella sacrosantissima dell'altro: credo non sia possibile una convivenza soddisfacente se non si è d'accordo su questo.

    Al massimo ci si sopporta. Sarà mica un bel vivere?
    Io preferisco vivere tra cose che mi piacciono.
    Anche se non arrivo al "in fondo tutto è bello. Basta interessarsi alle cose e trovarle belle" di Nanà... UN PIZZICO di ottimismo e di "in fondo tutto è bello" fa vivere con più gusto.


    Se per caso fossimo d'accordo su una libertà che finisce dove inizia la libertà altrui, sarebbe più facile "far rispettare" i nostri gusti perché un pochino sarebbero tarati sugli altri.
    Così come modifichiamo i nostri corpi tarandoci anche sul resto del mondo. (se non è il peso, è la depilazione o la tinta ai capelli a rivelare che siamo integrati in una società moderna)

    Un po' dimagrire per stare bene. E per onorare la società che ci ha cresciuti e che ci vuole magri...

    Un po' educare i nostri gusti perché non siano urtati dal primo corpo strano, o inusuale, o malato, o sbagliato, che passa... (sennò andrei a menare tutti i naziskin che vedo, e sarebbe sbagliato anche se l'impulso è giustificabile)

    Ammetto di non sapere come funziona il corpo maschile: può darsi che gli ormoni sessuali siano tanto forti da impedire al cervello di elaborare con consapevolezza le sensazioni provate "a prima vista".

    Lo schifo che si prova a 10 anni per un corpo ciccione evidentemente non lo si è mai elaborato se resta identico anche dopo i 30, e nessuno impone di. Ma credo si viva meglio quando non siamo "bloccati" da un qualche tipo di corpo.
    Chiaramente, dal non esserne turbati all'andarci a letto c'è di mezzo il mare!

    A proposito del disagio che provo vedendo un corpo magro, un disagio che sembra innaturale, devo dire che:

    1) lo considero un disagio naturale quanto quello per il grasso. Non sono convinta che "vedere le giunture è normale, vederle ricoperte di grasso, no" perché normalità è "ciò che segue la norma/regola", ma anche ciò che è "consueto, ordinario, solito".
    Per chi è grassoccio da una vita, anche la normalità è diversa.
    Io, dalla nascita fino al liceo, avrò visto mille corpi al mare (di ogni tipo, anche grassi eh!) ma a parte quelli, per più di quindici anni ogni giorno fin da quando ero piccola ho visto solo il mio corpo, senza ossa scoperte. Per non parlare di mio padre: sono cresciuta con quest'omone di più di cento kg, è stato il mio primo amore platonico come per tutte le figlie, ed è normale formare il concetto di Uomo Normale Anzi Desiderabile sul papà. Inoltre anche altri familiari e parenti erano grassi: di modo che nella mia piccola famiglia ho "assorbito" una normalità fatta più di carne e ciccia che di ossa visibili a occhio nudo.

    2) la normalità "sociale" che accetta solo il magro mi ha permesso di domare il mio "disgusto" per le ossa; immagino che molti dovendosi confrontare con una maggioranza innamorata della ciccia mitigherebbero il loro disgusto verso di essa (le società pro-ciccia esistevano ed esistono).
    Pur continuando forse a preferire corpi snelli...

    3) anche avere parenti magri mi ha aiutata a trovare del bello nei corpi sottili. E alcuni parenti sono stati "educati" dalla convivenza con me, di modo che pur non andando a letto con ciccioni/e, non smettono di mangiare se ne vedono uno/a desnudo

    "con persone di colore non mi sono trovato altrettanto a mio agio"

    insomma credo proprio sia ANCHE questione di abitudine. Forse vivendo per anni con persone di colore nella stessa casa questo gusto che sembra innato e istintivo sparirebbe, forse no.


    Mi scuso per la tiritera, su queste cose ho sempre molto da dire, molto da ragionare, troppo da imparare... ;)

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  25. @layla: (parte 1 di 4)

    Non hai nulla di cui scusarti. Il luogo è utile ed adeguato alla discussione. Forse blogger non ama il commento lungo ma ... che ce frega?

    "Comunque, sono d'accordo con quasi tutto quello che dici e sono contenta che i tuoi gusti non ti impediscano di interagire anche con le persone che ti fanno esteticamente schifo."

    Una cosa che mi sento obbligato a chiarire è che questo che chiamiamo "schifo" diventa tale solo quando portiamo alla mente l'aspetto sessuale del contatto tra esseri umani; io non provo ribrezzo per i maschi. Sono maschi e basta. E non ho nulla contro l'omosessualità. Ma se mi fai pensare di pomiciare con un mio amico, SLURP SLURP, ecco che mi viene il vomito. Ma non odio mica il mio amico! E non mi fa nemmeno schifo! Se vedo un bel ragazzo lo invidio, invidio la sua forma e il mio "lato femminile" mi dice "messaggi sessuali e potenzialità accoppiamento: BEEEP!" oltre che "attenzione: rivale". E' qualcosa di forse atavico, legato alla nostra animalità. Ma possiamo forse dimenticarla? Siamo PRIMA animali e DOPO umani.

    Dato che poi hai citato la depilazione: ottimo esempio. Non è che una ascella o un inguine di per sé siano intollerabili, ma dato che un pensiero fugace corre all'atto sessuale, la mia fantasia (che non mi pare poi tanto perversa) mi dice "che schifazzo tutti quei peli in bocca!!" eppure per molti è addirittura attraente! Eppure la mia nonna era molto pelosa ma la abbracciavo sempre e sanza sforzo! Capito che intendo?

    Quello che ho sempre considerato è banale: prima ti vedo, POI ti ascolto. I ciechi hanno un diverso approccio, naturalmente.

    Per cui tornando a questa parola di cui ora smetterei di abusare qui, non è che se vedo uno ciccio penso "ah che schifo!!!" e basta. Di solito questo mi capita con una donna perché il mio meccanismo "animale" che si tratti di una ragazzina, una donna, una signora, una vecchia è subito "trombabile? si-no". E' automatico. Greve finché vuoi, ma solo perché te lo sto dicendo esplicitamente. Ma non è forse un meccanismo automatico dentro ognuno di noi? Negarlo per dire che la vita è anche altro mi pare ipocrita. Certo che lo è, altro, la vita! Ma abbiamo due istinti primari: mangiare, procreare. Il meccanismo di quest'ultima faccenda è talmente "faticoso" che abbiamo avuto l'incentivo della libido. Fortunatamente abbiamo saputo usare solo quello per il nostro piacere. Però è un impulso primario irriducibile.

    Ecco, riconduco questo "moltiplicatore estetico" a quando si fa avanti questo "giudizio automatico" che dura più o meno 2 secondi.

    E' strano da dire in modo chiaro ... ma credo che se ognuno fosse sincero, dovrebbe riconoscere che appena guarda in faccia una persona, la sua classificazione "si-no" la fa, che ci pensi o meno, anche se l'impossibilità dell'atto è palese (uno di fronte a te in treno!).

    I bambini fino (mi pare) ai 3 anni tra loro si baciano e abbracciano, ma da un certo punto fino alla pubertà si fanno - letteralmente - schifo: è automatico, naturale, salutare ed inoltre li schifa anche vedere esternazioni amorose anche dei genitori o altri fidanzati in giro. E' una caratteristica, non sono cattivi. E ci fa anche sorridere, no? Ecco: funziona così e non c'è nulla su cui discutere, mi pare.

    Un po' come l'istinto ad allontanarsi dagli animaletti piccoli e neri con tante zampette. Qualcuno POI impara che sono buoni da mangiare, ma d'istinto... (segue)

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  26. @Layla (parte 2 di 4)

    Parlando di un'altra cosa che citavi: è ovvio che la mia idea "rigida ma sensata" mica mi piace al 100% :-) Non mi affaccio ad un luogo di discussione con la sola pretesa di "dire la mia" ma anzi, soprattuto per vedere se c'è qualcosa da cambiare. Perché io mica sto bene a pensarla così eh? :) Solo che per convincermi... devo convincermi! E non basta dire "eh dai su". Ci sono cose che non ti convincono nemmeno quando te le hanno dimostrate scientificamente, figuriamoci.

    Sulla libertà : naturalmente non si finirebbe mai di discutere. Per questo il punto che mi interessava molto dell'articolo di Paolo che stiamo commentando non è neanche tanto l'obesità, quanto il concetto di indiscutibilità del "io sono come sono e stop". Allora uno che "è come è - intollerante" può giustificarsi? Nooo, diciamo io e te, in coro. Uno a volte "è come è" di carattere. Eppure gli si chiede di cambiare.

    Vivere tra cose che mi piacciono: ecco, così è per tutti. Tanto che se vedono cose che non piacciono loro, vorrebbero non vederle più.

    Sono sempre d'accordo sul concetto base che "la libertà mia finisce dove inizia la tua". Ma l'applicazione pratica di questo concetto è difficile e in generale offre il fianco a svariate interpretazioni "sofiste". (segue)

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  27. @Layla (parte 3 di 4)

    Tornando invece al concetto-chiave di "normalità" cercherei di pensare sempre all'animale-uomo: la definizione da dizionario si adatta solo al vocabolo. Ma l'essere umano, prima che senziente, è corpo, è una scimmia poco pelosa. E quella scimmia poco pelosa è sopravvissuta sia grazie all'intelligenza (che sembra dimostrarsi evolutivamente non così decisiva quanto la forza, mi pare, purtroppo) sia grazie agli attributi fisici. Fino a 1000 anni fa (niente, in pratica) gli unici obesi che sarebbero sopravvissuti fino a 40 anni dovevano essere figli di qualcuno che non tante generazioni prima era stato in grado di usare l'abilità del proprio corpo per sopraffarre fisicamente il più debole o per scappare più velocemente di un altro.
    L'obesità è perdente, fisicamente, ovvero da un punto di vista che non sia quello dell'orso bianco (poveraccio pure lui, oggi, uf!). Tra tutte le tribù che sono state trovate (ormai credo siano tutte scomparse, no?) allo stato "incontaminato/brado" chi era grasso? Questo è "normale". Normale è ciò che fino ad ora la natura ha selezionato come non-mortale per noi. Le malattie genetiche per esempio erano fra queste. Diciamola senza cuore: scimmie down non se ne vedono e tra i topini che faceva la mia topina, se ce n'era uno che stava male, lo buttava fuori dalla tana. La natura crea ciò che è naturale. Il gatto ciccione delle foto che ci sono qui esiste solo in relazione alla cultura umana. In natura non esiste e non resiste. Il lemming di una mia amica diventava ciccione perchè LEI gli dava *solo* i semini di cui era più goloso. Era diventato come gas-gas di Cenerentola.
    "Per chi è grassoccio da una vita anche la normalità è diversa" dici... e chi va con lo zoppo impara a zoppicare, ma sempre zoppo è (diversamente abile?).
    Mia madre ai miei occhi è sempre stata abbastanza grassoccia (ho visto le sue foto dei 20 anni: era un figurino. Ma io non l'ho mai vista così) ... eppure appena in età da ormone rampante, più una ragazza era snella e più mi piaceva. Non me l'ha mica insegnato qualcuno... Ci dicono sempre che la pubblicità è tutta finta e che le ragazze non sono così eccetera.
    Sono delle gran balle: photoshop si usa il meno possibile perché è antieconomico ritoccare se puoi scattare giusto. E poi basta guardare i video: chiunque sia stato in televisione o possieda una telecamera sa che il video ingrassa. Se vedete le persone magre in tv, sapete che sono *più* magre. Anche se il trucco fa miracoli, per carità: ma se qualcuno di voi ha avuto esperienze personali, sa che non sono finzioni.

    Da piccino ero magro magrissimo, con tutti a dirmi eddai mangia mangia. Non avevo fame, e mi trovavo con le guance a criceto per 3 ore ogni giorno. Poi è arrivata la pubertà e da lì tutti a prendermi per in giro perché mangiavo come due bisonti (e però restavo magro stecco); ho quindi avuto sotto gli occhi la nudità (quanto meno "balneare") di 5 persone in famiglia, miste: cicci e magri. Trovavo più in salute quelli magri, al *contrario* di quello che mi diceva la cultura circostante. Per cui il doversi confrontare con la società pro-cicci per me non è poi così strano, dato che nonne zie e parenti vari sono sempre stati mangiadaichecresci con dei bei chili tondi a mostrarmi a cosa questo portasse (anche se a dire il vero non ci pensavo affatto: erano tutte brave persone e molto simpatici e questo mi bastava). Non c'è mitigazione al disgusto in questo: c'è solo inibizione all'impulso sessuale. Come non ti interessa la nonna (la gerontofilia mi pare sia considerata patologica o sbaglio?) così invece appena si presentava alla vista una ragazzina "della mia taglia" e della mia età l'interesse c'era (sempre scambiato ingenuamente per "Amore": altro grande errore). Insegnamento di chi? La società mi dava messaggi diversi dal mio corpo. (segue)

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  28. @layla (Parte 4 di 4)

    Sulla diversità e il desiderio "da educare" però dovrei dissentire: perché uno *deve* educarsi in tal modo? Le diversità ci sono ed è bello che ci siano, no? Bene. Ma la pelle di una persona di colore non ha solo il _colore_ diverso. Fotografando ti accorgi ad esempio che riflette la luce in modo diverso... ma baciando una ragazza o toccandola ti accorgi di altre cose. Che sono diverse. (E lo stesso sarà per lei, ovviamente!!) Se ti piacciono di meno, non sarà l'abitudine a fartele piacere di più. Ma non mi spiego abbastanza bene. Su questo ci capiremo bene: se fai dieta finisci per provare dei cibi che di solito non avresti considerato, fino a trovare quello che preferisci, tra questi. Ma libero/a di scegliere quello che ami, anche dopo 2 anni di abitudine, trovi sempre mille volte più delizioso ciò che il tuo gusto ti ha fatto selezionare giorno per giorno da quando sei nato, *assaggiando* (e quindi non per educazione da parte di altri, ma per tentativo-errore). (fine!!)

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  29. il mio meccanismo "animale" che si tratti di una ragazzina, una donna, una signora, una vecchia è subito "trombabile? si-no". E' automatico.

    no, figurati, credo di capire. Ho attuato una poderosa rivalutazione degli istinti anni fa, quando ho riscoperto i miei, dopo una preoccupante adolescenza quasi "anedonica" - non c'era verso di eccitarmi per i ragazzi, e solo dopo ho capito che mi attivo di fronte a uomini più massicci della media.
    Non rinuncerei per nulla al mondo a quella scarica di ormoni che mi fa fare pensieri sconci su perfetti sconosciuti.

    Forse sbaglio a tentare di ricondurre i miei gusti a una specifica origine - influenze familiari, ecc - ci ho provato solo perché i gusti della maggioranza variano in base all'epoca... e questo sarà indicativo di una qualche influenza esterna.

    Tu o io possiamo essere l'eccezione "dura e pura", che resiste a ogni contaminazione. E avremmo avuto gli stessi gusti in qualsiasi contesto storico... chissà.


    Tornando invece al concetto-chiave di "normalità"

    :) a questo punto prendo atto del tuo concetto... la normalità è di difficile definizione, mi pare ardito pensare di trovarne una univoca proprio qui.

    Mi sembra di aver afferrato il tuo discorso anche se non mi convince del tutto: se il corpo grasso non è normale per nessuno, allora che dire: sarà eccezionale... ;) non mi spiego altrimenti le famose veneri preistoriche, e i tanti tipi di società che in passato aspiravano alla grassezza.

    (Ci sono state società che celebravano la magrezza, e noi attingiamo a piene mani da quelle culture, eppure non sono state le uniche o le più "giuste")


    perché uno *deve* educarsi in tal modo?

    beh no, se proprio non ci vede alcun vantaggio no, a mio parere ce n'è qualcuno nell'allargare i confini del bello...
    Ma mi rendo conto che su molte cose non ci ritroviamo proprio ;)
    Per restare sul tuo esempio i miei gusti alimentari cambiano spesso, tanto che sono arrivata ad apprezzare anche i dolci che da piccola istintivamente evitavo... E sarebbe una conquista riuscire ad apprezzare il pesce e i molluschi, che ora mi fanno orrore!

    (a quest'ora le divagazioni sono un must...)

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