Come rispondere a queste accuse che piovono ciclicamente nella email di Cicciones? Linkare decine di post in cui ci si interroga su cosa sia l'obesità? Parlare di salute? Di ricerca scientifica? Come faccio in una mail di risposta a spiegare a chi scrive che ogni singola parola di quella domanda non ha alcuna attinenza con la realtà? Davvero si può "incoraggiare l'obesità"? E come?
Ed ecco che, mentre mi chiedevo per l'ennesima volta come rispondere, mi è finito sotto gli occhi un altro bellissimo post di Ragen Chastain, coreografa e scrittrice statunitense da lungo tempo impegnata nel movimento per la Libertà Dimensionale con il suo blog Dance With Fat. Ragen ha ancora una volta centrato il punto col suo post Normalizing Obesity:
Chi oggi parla di normalizzazione dell'obesità parla in realtà di pratiche che mostrano gli obesi solo come insiemi di stereotipi negativi, indegni di tutto a meno che non riescano a perdere peso. Si selezionano tra gli obesi, cioè, solo le voci di chi ha perduto peso, e si fanno tacere quelle di chi non crede che l'unica immagine dell'identità dell'obeso debba essere quella di un individuo che odia se stesso. Qualsiasi media, qualsiasi show televisivo, film ecc. in cui vengano mostrati ciccioni che abbiano successo in qualcosa di diverso dalla perdita di peso viene immediatamente criticato perché normalizza l'obesità.Voi che ne pensate? E' una buona risposta per chi accusa questo blog di promuovere l'obesità per il solo fatto di parlarne in modo nuovo?
La teoria che apparentemente ci troviamo ad affrontare è quella secondo cui gli obesi diventeranno magri in base al fatto che non vedranno mai nessuno che assomigli a noi che sia mostrato in una luce positiva fino a quando non è dimagrito. Ma è una cosa che ha senso? Funziona? In base all'esperienza, direi proprio di no. Ricevo continuamente email da persone che sono nuove ai blog della Libertà Dimensionale, o ai forum dei Ciccioni in Forma, e sono così felici di aver trovato che ci sono obesi che fanno cose che loro pensavano di non poter fare per il solo fatto di essere grassi.
Quello che emerge è che le persone non sono motivate dal vedere gente che ha la propria forma e che viene dipinta con stereotipi, di stanchezza, di depressione. Dio ce ne scampi dall'avere un modello di riferimento ciccione o saremo accusati del crimine, del tutto ridicolo, di promuovere l'obesità o il suo cugino insidioso: normalizzare l'obesità.
Non continuiamo a menarcela, qui non si parla della nostra salute. Quindi di cosa stiamo parlando? Non è che qualcuno ha paura che smettendo di insultare i ciccioni questi possano cessare di versare miliardi di dollari nelle casse dell'industria delle diete che propone soluzioni che non funzionano quasi mai? Perché, insomma, diciamocelo, se mai si chiudesse il portafoglio di cicci e cicce qualcuno lassù perderebbe entrate per 60 miliardi di dollari l'anno (il fatturato dell'industria delle diete negli USA, ndr.).
No, questo non mi basta. Non mi bevo l'idea che mostrare persone obese in una luce positiva farà sì che la gente voglia diventare grassa (perché non è uno spot dove il telespettatore vede un obeso felice, si dà una manata sulla fronte ed esclama potrei essere grasso), e non credo che un ininterrotto flusso di offese e discriminazione sia positivo in qualsiasi modo per i ciccioni, e non credo che l'oppressione per divertimento e profitto sia positiva.
E allora possiamo tentare un esperimento. Normalizziamo i corpi di ogni forma. Immaginiamo che la dimensione non sia un fattore. Film con protagoniste obese, riviste piene di gente di ogni dimensione, promozioni con ciccioni che vendono sapone per i piatti, immaginiamo un mondo senza battute sugli obesi, un mondo senza articoli secondo cui Babbo Natale promuove un'immagine non sana del corpo.
Prendiamoci un minuto per renderci conto che ogni cosa i ciccioni riescano a fare oggi - a cominciare dal coraggio di uscire di casa con la propria obesità - viene fatto nonostante noi si viva sotto il maglio costante dello stigma sociale. Immagina cosa gli obesi potrebbero fare se non dovessero vivere con un continuo assedio dell'odio e dell'umiliazione sociale, immagina se il governo non ci facesse guerra e chiedesse invece ai nostri amici, alle nostre famiglie, ai nostri datori di lavoro di dare una mano.
La ricerca della Columbia University dimostra che lo stigma è legato a molte delle malattie che vengono attribuite all'obesità e che le donne preoccupate del proprio peso hanno più problemi di salute mentale e fisica, indipendentemente dal loro peso reale. Immagina quanto bene potrebbe fare alle persone obese se riuscissimo a cancellare l'ostilità sociale.
Anzi, fermo là. Non devi immaginare niente. Ammetti soltanto che il progetto attuale, quello di farci sentire male per noi stessi, non sta funzionando. Basta umiliarci e offenderci, normalizziamo l'obesità e vediamo cosa accade."
(fonte foto)
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