domenica 2 marzo 2014

C'è anche chi ti vuole entrare nel cervello

"Se tu che leggi pensi che il suo comportamento sia stato violento, beh io sono d'accordo con te. Ma ecco, io ne ho parlato perché vorrei che tu sapessi che questo è quello che accade continuamente ai ciccioni"



Ali Thompson, nella foto sopra col fidanzato Josh, non è una dei militanti che si oppongono alla crociata per l'eliminazione psicologica degli obesi, è una disegnatrice di fumetti e una painter statunitense. Sul suo blog ha lasciato una testimonianza che dovrebbe far riflettere tutti e che val la pena leggere. Eccola in una rapida traduzione:

"Odio la parola Salute. Appena viene fuori ecco qualcuno che inizia a dire cosa bisogna fare per stare in salute. Mi manda il sangue alla testa. Specialmente se mi vengono a dire cosa dovrei fare io per la mia salute.

Come persona grassa, la gente sembra volermi aiutare con la mia salute ad ogni pié sospinto. E mi riempio di rabbia.
Perché? Perché dovrei arrabbiarmi così tanto alla parola Salute?
Vediamo. Forse perché la gente utilizza le proprie idee sulla salute per diminuire la mia intera esistenza? Per stigmatizzarmi, punirmi? Già, forse per questo.

L'anno scorso ho partecipato ad un corso sul Benessere dell'azienda per cui lavoro. Chi partecipava riduceva di qualche punto percentuale l'aumento già previsto nell'assicurazione sanitaria. Ho partecipato ad una sessione chiamata "Biometrica". Hanno prelevato del sangue per valutare il colesterolo e mi han detto che dovevo pesarmi. Ma io non voglio pesarmi, non voglio sapere quel numero perché qualunque numero sia riattiva il mio disordine alimentare.

Io ci ho messo tanto per gestire quel disordine. Solo recentemente ho capito davvero di soffrirne, di farmi del male da sola. Che poi è quello che la società chiede ad una cicciona no? Odiarsi finché non diventa magra, andare in giro annegando nell'autocommiserazione e autopunendosi continuamente no?

Salire su una bilancia attiva pensieri negativi nel mio cervello. Così ho chiesto all'infermiera del Corso se potevo evitarlo. Mi ha detto di no. Ho spiegato che non volevo vedere il numero. "Ho un problema e vederlo mi farebbe male".

Avete idea di quanto sia difficile dire una cosa del genere ad una perfetta sconosciuta? Quasi mi sono strozzata dicendolo, lei quasi non ha risposto. Quando sono salita sulla bilancia elettronica ho chiuso i miei occhi e li ho coperti con la mano. Appena scesa dalla bilancia, l'infermiera mi ha schiaffato in faccia la stampa con il numero scritto sopra, e così non avevo modo di evitare di leggerlo. "Questo lo devi vedere", mi ha detto, annegando in una smorfia di ipocrita preoccupazione.

La parte del mio cervello con quel disturbo alimentare è rotta. E' rotta, e tenta di farmi del male. Io ci costruisco intorno delle mura, perché è qualcosa che non posso sistemare altrimenti. Non posso tornare indietro a quando da bambina venivo stigmatizzata e discriminata, a tutte le cose che hanno dato vita a quel disturbo alimentare. Ma quello che posso fare è costruire delle mura per tenere sotto controllo quella parte di me. Ed ecco che quell'infermiera ha lanciato una cannonata contro quelle mura. Anche dopo che l'avevo avvisato. E, come ha detto lei, lo ha fatto per la mia salute.

Se tu che leggi pensi che il suo comportamento sia stato violento, beh io sono d'accordo con te. Ma ecco, io ne ho parlato perché vorrei che tu sapessi che questo è quello che accade continuamente ai ciccioni. Direi che la maggiorparte delle mie interazioni con medici e personale sanitario sono di questo tipo.

Tutto è iniziato quando da piccola mia madre disse al pediatra che avevo allergie alimentari. "Beh - ha risposto lui - devono funzionare al contrario, perché sua figlia è grassa!". Non poteva smettere di ridacchiare per la sua battuta e mia madre non rispose alcunché.

Quasi ogni singolo medico o infermiere che abbia incontrato nella mia vita aveva da dirmi qualcosa di orrendo sul mio peso. Dico al dottore che mi sono ferita il ginocchio in un incidente d'automobile? Lui mi dice di perdere peso. Gli dico che l'anticoncezionale mi provoca attacchi di panico? Lei mi dice che non è nulla e che se perdessi peso passerebbero anche quelli. Non solo. Ci sono medici capaci di dirti che mangi schifezze tutto il giorno e ti abbaiano che sei un bugiardo se dici di no, perché sono talmente grassa che sicuramente mangio ogni pasto da McDonald's.

I medici non mi credono. Ma perché dovrebbero? Nessuno lo fa. La gente non si trattiene dal fare battute di qualsiasi genere su quello che io mangio. Sono sorpresi, e lo vedi, quando vedono che mangio cibi salutari, perché è ovvio che una come me mangia sicuramente 3 o 4 enormi pacchi di patatine al giorno, o qualsiasi cosa gli aiuti a giudicarmi.

Lasciati dire, a te che leggi, a te Mondo, che non c'è equivalenza tra peso e salute. Non solo: nessuno si sente in obbligo con te nell'adottare per la propria vita ciò che tu pensi che sia salutare. Alcune persone non possono fare quello che fai tu. Altri non vogliono, o non hanno tempo, o qualsiasi altra cosa.

Tutti abbiamo diritto alla stessa dignità e considerazione, anche se tu pensi che non siamo in piena salute. Sono grassa, ho un disordine alimentare e soffro di crisi d'ansia. Come società abbiamo deciso che la crisi d'ansia va bene, perché non è colpa mia, ma che il disordine alimentare non è reale, perché è colpa mia se non sono magra, e dato che la colpa è mia merito di essere punita dalla società.

Viviamo in un mondo dove chiunque sia a dieta ritiene di avere la verità in tasca, in un mondo dove il tuo datore di lavoro ti manda inviti a partecipare a seminari sul dimagrimento. Per il mio bene, naturalmente.

Lo stigma anticicci non si palesa solo quando qualcuno mi chiama cicciona di merda. Si avverte anche quando uno non può vivere la propria vita senza la paura che in un qualsiasi momento arrivi qualcuno che debba parlarti della tua salute. Lo stigma è costringere i ciccioni a pagare di più per la propria copertura sanitaria, è dover comprare su Internet i miei vestiti perché nei negozi su strada non ci sono le taglie, sono le prese in giro per i compagni e le compagne dei ciccioni, che a volte arrivano persino ad andarsene per evitare di essere tirati in mezzo.

L'odio per i ciccioni è nell'aria, così integrato alla loro vita che molte persone nemmeno lo mettono in dubbio".

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