giovedì 8 gennaio 2009

Lei veda un po' di dimagrire

Scrive Lara nei commenti ad un altro post:

Lei dice: voglio salire su un aereo e non dover chiedere la prolunga per la cintura, voglio una vita normale con i miei due corpi, basta discriminazioni.
Il punto è che non si tratta di discriminazioni, se ogni tipo di servizio dovesse adattarsi alle Sue esigenze, che non sono quelle della massa normo-peso, allora si che ci sarebbe una discrimazione all'inverso. Dovrebbe invece fare voto di umiltà e ringraziare che esistono servizi adatti alla sua taglia. Vuole una giagga di Armani della sua misura? Il signor Armani è libero di decidere quali capi confezionare secondo i propri criteri d'immgine. Dimagrisca, ne guadanerà in salute e in minor quotidiane frustrazioni.


A parte la personale invidia per la sicurezza sfoggiata su temi così delicati sui quali io invece navigo nel buio, trasformare il post sulla sentenza canadese in una dichiarazione secondo cui qualsiasi servizio debba adeguarsi mi sembra pretestuoso. In quel caso si parla di un ciccione che ha diritto a viaggiare allo stesso prezzo di uno che ciccione non è. Dire che questo è discriminatorio nei confronti dei non-ciccioni mi sembra si commenti da sé.
Allo stesso modo Armani è certamente titolato a fare quel che crede, ma dire che per i ciccioni è difficile acquistare abiti non è solo una grande verità ma è anche un invito ai commercianti a cogliere l'occasione.

Segnalo qui però quanto scritto da Lara perché è emblematico del perché questo blog è nato: è tale il pregiudizio sui ciccioni ("dimagrisca") che una persona qualunque nell'interloquire con un ciccione si ritiene in diritto di colpire l'intimo della persona. Come andare a dire ad una persona di colore che è "negro" o ad una donna poco piacente che non dovrebbe uscire di casa. Si tratta di aggressioni verbali, vere e proprie intrusioni nell'intimo della persona, che non nascono sono convinto dalla cattiveria, ma dalla superficialità indotta sull'intera questione da una cultura che nega il valore delle diversità. Chi deve fare "voto di umiltà", per quello che mai può significare questa espressione, non è certo il ciccione che conquista un pezzetto di normalità.

Cara Lara, spero di essere riuscito a trasmetterle perché invitare un ciccione a dimagrire non è certo affar suo, a meno che non sia suo figlio o suo marito, con l'auspicio in futuro di poter alzare la qualità del dibattito.

Paolo, aka CicciOne

16 commenti:

  1. sono abbastanza giovane... circa 20 anni. da quando ho 10 anni sono definito obeso con il calcolo dell' indice di massa corporea... l' anno scorso però mi sono stufato di essere grasso e ho deciso di dimagrire... ora sono normopeso e ho un fisico non eccezionale per via della pelle in eccesso ma tuttosommato niente male!
    il problema dell' obesità non è un fattore meramente genetico, è più che altro legata alle merendine ingerite a palate fuori pasto e al poco moto.
    credo che in questo sito si stia facendo del vittimismo: essere grassi è in parte una scelta, e chi fa una scelta deve pagare le possibili conseguenze di una tale scelta.
    sarebbe più costruttivo parlare di modi per stare meglio con se stessi e dimagrire piuttosto che crogiolarsi nella propria situazione adducendo come scusa che si tratta di un problema genetico.

    un ex obeso, riccardo.

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  2. Caro Riccardo
    grazie per aver contribuito con una preziosa testimonianza.
    Per come la vedo io molti obesi lo sono divenuti senza neppure rendersene conto, altri invece lo hanno senz'altro scelto.
    Il blog, come potrai capire dando un occhio qua e là, non nasce per dire che un obeso è come una persona non-obesa, ma proprio per dire il contrario. E per affermare che essere obeso non può significare abdicare i propri diritti di persona.

    Parlando di scelta, la questione è molto importante. Qualcuno addirittura paragona la ciccia alla sigaretta, come se fosse un vizio. Fa parte dei pregiudizi di cui si nutrono i media. Se scorri più sotto, troverai il post sullo studio USA che ne parla nel dettaglio.

    Questo anche per dire che tutta la battaglia che si vuole condurre non è "contro" qualcosa o qualcuno, ma è "per" qualcuno, l'obeso, a cui oggi viene negato il diritto di essere ciò che è. Ritenere che l'obesità sia una condizione scissa dalla personalità e dall'intimità della persona, financo della sessualità, sarebbe superficiale. Ma è quello che avviene puntualmente.

    L'obesità non è un vizio, è una condizione dell'esistenza.

    Un saluto, grazie ancora

    Paolo aka CicciOne

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  3. Leggendo il suo articolo noto con rammarico che non solo utilizza in maniera del tutto strumentale le mie parole ma che fa del vittimismo la propria missione. Innanzitutto le faccio notare che il suggerimento "dimagrisca" ha una connotazione ben diversa dal dire "Lei veda un po' di dimagrire" come titola il suo post, così come la leggerezza con cui lei utilizza il termine "ciccione" che invece è per molti un'aggressione verbale, anche se probabilmente non lo è per lei, che io non ho certo utilizzato e che certamente ha lo stesso sapore dell'appellativo poco gradevole "negro", come lei ben sottolinea.

    Inoltre, invitare un "ciccione" a dimagrire, direi che non è un insulto e al di là di casi eccezionali, direi che si tratta di un obiettivo che si può raggiungere, ovviamente se desiderato, come testimonia Riccardo nel post precedente. In ogni caso se non è affar mio, non capisco l'esistenza stessa di questo blog, che per definizione dovrebbe accettare ogni punto di vista, che piaccia o meno.

    Sollevare delle problematiche relative alle difficoltà quotidiane che gli obesi incontrano è un discorso, ma ingaggiare una battaglia "per" qualcuno, l'obeso, a cui oggi viene negato il diritto di essere ciò che è, mi sembra un'assurdità. Nessuno le nega il diritto di "essere ciò che è", sta poi a lei decidere se tale condizione la aggrada o meno.

    La qualità del dibattito potrà aumentare solo se si abbandonerà il vittimismo, e il pregiudizio di cui lei è il portabandiera. Si ponga degli obiettivi raggiungibili finalzzati ad aumentare il livello della qualità della vita degli obesi. Allora potrà esserci un dialogoo costruttivo.
    Saluti
    Lara

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  4. @riccardo:
    1) evidentemente, una volta diventato adulto, sono cresciute in te anche determinazione e propensione a dieta e sport. Ma...
    2) ... quanto peso avrai perso?

    Esistono moltissime persone obese che non hanno bisogno dei calcoli del BMI per stabilire la loro obesità, e i kg in eccesso sono così tanti che in un unico anno di dieta e sport (a meno di digiuni) non possono aver smaltito tutto.

    Inoltre quando il peso raggiunge certe cifre, qualsiasi esperto *competente* sull'obesità sa che la persona obesa non arriva a nulla da solo, con la sua dieta, il suo programma di allenamento. Spuntano fuori altri specialisti: endocrinologo, psicologo... chirurgo bariatrico, anche.

    Perché se esistono tante persone che restano obese per decenni pur provando a dimagrire tante volte, evidentemente il problema non ha una soluzione univoca e semplicistica.

    A proposito di SCELTE... esistono tantissime persone magre che non hanno alcuna predisposizione per lo sport o per la dieta sana, e "possono permettersi" di non fare nulla solo perché non ingrassano. (magari poi gli viene il diabete di tipo 2, però)

    Quali conseguenze sociali sopportano queste persone? Nessuna, eppure la "scelta" è la medesima. Dimentichi che le conseguenze della "Scelta" dell'obeso ci sono già: sulla sua salute. Definirei vittimista una persona obesa che si lamenta dei dolori, del diabete (eventuale), dell'infarto, dell'ipertensione, ecc.

    Mentre definisco Pensante un obeso che dal pacchetto obesità voglia togliere le inutili se non dannose limitazioni esterne.

    Non esiste che un uomo obeso debba dimagrire in condizioni di disagio (senza vestiti, senza poter viaggiare, senza poter usare un water, senza poter passare dalle porte!*), tanto "è colpa sua", tanto "altri ce l'hanno fatta".

    Layla

    *quello delle porte è un problema che abbiamo in comune con le persone in carrozzina... tanto per fare un parallelo... a mio avviso chiarificatore della scarsa sensibilità che si concede a qualsiasi tipo di diverso.

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  5. Cara Lara
    ti ringrazio molto per la replica, il dibattito è l'anima di ogni cosa e non è certo mia intenzione allontanare chi ne voglia parlare, tutt'altro, né volevo strumentalizzare quanto hai scritto.

    Siamo certamente in disaccordo su alcune cose, prima tra tutte l'approccio stesso alla questione.

    C'è chi vive l'obesità come un problema (e si sente quindi in diritto di invitare qualcuno ad intervenire sul proprio aspetto fisico, sul proprio corpo, la propria salute e la propria intimità) e chi invece la vive e basta, senza farsene un problema, se non quando siano gli altri a farselo, e finendo quindi per essere aggrediti.

    Se mi permetto di parlare di "ciccioni", naturalmente, è perché lo sono anche io e dubito sinceramente che il termine possa offendere chi è in pace con se stesso e, soprattutto, abbia compreso la finalità di questo blog, che richiama appunto il termine nel suo titolo.

    Ciò che insomma ci divide, mi sembra di cogliere, è la percezione dell'obesità in quanto tale. Ed è per questo che esiste questo blog. La rete è stracolma di siti dove si affronta "il problema obesità" dal punto di vista medico. Ma è molto più povera di spazi in cui l'obeso e l'obesa possano semplicemente testimoniare i casi in cui si sono sentiti discriminati per quello che sono. E possano anche rivendicare, se lo credono, la gioia e la soddisfazione per la propria condizione.

    La discriminazione, se vogliamo, non è dunque diretta "contro gli obesi", ma contro persone che, vuoi per scelta, vuoi per salute, vuoi per condizioni ambientali, non sono uguali alla grande massa e, per questa loro diversità, ne vengono allontanate, e i loro diritti di individuo ne soffrono.

    Tutto si vuole qui meno che sembrare vittime, ma anzi rivendicare la legittimità della diversità, ed anzi la sua ricchezza, e denunciare le situazioni di abuso che spesso mettono all'angolo chi percorre un sentiero di vita alternativo.

    Un caro saluto
    Paolo aka CicciOne

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  6. @Lara:
    La frustrazione che adduci come sprone alla dieta ("dimagrisca, ne guadagnerà in minor quotidiane frustrazioni") in realtà non aiuta a dimagrire, aiuta solo a stare peggio mentre si tenta di perdere peso.

    Questo è un dialogo che ho avuto da poco:
    Io: "dottore, ma non è che piacersi, volersi bene da grassi, incide sulla dieta e fa essere più indulgenti con se stessi?"
    Medico: "no. Chi si odia mangia di più perché si odia."

    Le frustrazioni sono un ulteriore ostacolo, che si sia a favore della dieta o meno. Non portano a nulla di buono.

    @Paolo: il dialogo che ho appena riportato si adatta meravigliosamente alla tua "tutta la battaglia che si vuole condurre non è "contro" qualcosa o qualcuno, ma è "per" qualcuno, l'obeso". Evidentemente tu e quel medico (specialista dell'obesità) andate nella stessa direzione anche se in modi diversi. ;-)

    Layla

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  7. @Layla
    ehehe beh la posizione del medico è da sottoscrivere, penso che quello che teme è quello che accade a tantissimi :S

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  8. Segnalo:
    il comitato CIDO - comitato italiano per i diritti delle persone affette da obesità;
    un articolo di Francesco Semprini sul "grassismo";
    il blog di odiobotero dove ho trovato i link di cui sopra... qui l'argomento discriminazione è stato trattato più volte (con occhio molto critico verso il sovrappeso)

    layla

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  9. Lo ammetto... questo sito mi sta davvero appassionando!!
    @anonimo:
    chiaramente la mia non era un' obesità grave, data anche la mia giovane età.... pesavo 92,4 kg e ho perso 32 kg.
    lo so, non sono molti per qualcuno che pesa 200 kg, ma senza dubbio è stato un risultato molto soddisfacente per me! anche io sono andato ripetute volte da un dietologo, e la mia famiglia mi ha anche proposto una lauta ricompensa (una bmw!) se fossi riuscito a perdere i 30 kg in eccesso!
    no ci sono comunque riuscito, ho perso 10 kg con fatica e sudore e dopo 2 mesi in cui non ho seguito la dieta li ho riacquistati... vi chiederete perchè! bah, la verità è che non ero motivato a sufficienza, non sentivo come veramente mio quell' obbiettivo!
    un anno fa invece ho deciso liberamente di perdere qualche chilo. non ho fatto nulla di speciale... non ho seguito una dieta particolare, ho semlicemente diminuito le dosi e tagliato completamente i fuori-pasto che costellavano i miei pomeriggi( merendine, porcherie varie).......
    ora dopo un anno eccomi qui, a posto con me stesso e in forma!
    e non dico che non è stato difficile, tutt altro! dico solamente che è possibile, ma che non bisogna pensare che l' obesità sia un problema che si può in qualche modo risolvere dall' esterno, rivolgendosi ad esperti o dietologi! bisogna fare una scelta libera, e avere la determinazione di perpetuare nelle proprie scelte!

    scrivo questo post non per schernire o guardare dall' alto in basso chi non è ancora riuscito a dimagrire, ma per infondere speranza e per dirvi:" coraggio, si può!"

    un abbraccio a tutti i lettori
    riccardo

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  10. Sono pienamente d'accordo con Lara.
    Invece di lamentarsi di "discriminazione" (che secondo me non esiste), sarebbe più costruttivo infondere agli altri forza di volontà e grinta per risolvere questo problema, anzi questa MALATTIA.

    Lo dico da ex obesa guarita!

    Guai se il mondo mi avesse accettata così come sono!!
    Adesso avrei meno forza di volontà, meno autostima, un rapporto distorto con il cibo e magari anche il diabete.

    Ma forse è proprio questo che molti obesi si augurano :-) Avere altri compagni con cui affondare nel baratro.
    Perchè non cercare invece di risalire?

    Non esiste la discriminazione.
    Esiste solo la mancata forza di volontà di qualcuno di fare qualcosa di moooolto difficile, cioè dimagrire.

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  11. @Marly

    Credo anche io che viviamo in un ambiente che non promuove in alcun modo l'esercizio della volontà, il più potente strumento a disposizione dell'individuo. La pubblicità che ci dice cosa comprare, i media che ci dicono cosa pensare, la tivu' che offre solo risposte sono tutti elementi che influiscono sulle capacità di scelta dell'individuo.

    Venendo però al problema che sollevi.
    L'esperienza di ciascuno di noi è diversa, c'è chi è felice del proprio status di obeso, chi non ci pensa molto, chi invece dimagrisce. Sono tutte scelte legittime, ciò che trovo illegittimo è però tentare di imporre le proprie scelte agli altri, e questo certo non vale solo per l'obesità.
    Eppure è proprio questo il germe della discriminazione ed il motivo per cui sbagli a credere che non esista, probabilmente perché per tua fortuna non l'hai mai vissuta nel tuo privato.

    Su questo ho appena scritto un altro post sul blog, mi piacerebbe sapere cosa ne pensi.

    Un saluto, e grazie

    Paolo aka CicciOne

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  12. @ Riccardo

    credo che le tue parole possano infondere molta speranza in chi vuole dimagrire, perdere peso.

    Mi preme però evidenziarti come quando parli dell'obesità come condizione da cui uscire non sembri ammettere terze vie, o scelte alternatve, o ancora sembri suggerire che in tutti i casi si può "risolvere il problema" esercitando la propria volontà.

    In questo senso a mio avviso rischi di cadere anche tu nel discriminare chi non fa quella che definisci "scelta libera" ma che forse ai tuoi occhi tanto libera non è ;)

    un abbraccio

    Paolo aka CicciOne

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  13. @Marly
    "discriminazione" (che secondo me non esiste)... Lo dico da ex obesa guarita!Guai se il mondo mi avesse accettata così come sono!!

    eri accettata o non lo eri?


    @riccardo
    sono felice del tuo percorso, ma credo che per pesi più elevati la questione sia più complessa. Inoltre, sono completamente dalla parte di Paolo quando dice che questo sito non deve concentrarsi sulla malattia o sulla sua cura. A mio parere solo i medici dovrebbero concentrarsi su questioni così delicate, ma tutti si improvvisano laureati in medicina quando si parla di obesità.

    Layla

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  14. @ Paolo: non ero accettata quando ero obesa, amici e parenti mi dicevano di dimagrire.
    Ammetto che certe critiche erano cattive e il mio primo pensiero, appena ricevute, era andare a ingozzarmi e chiudermi nel mio riccio... ma poi mi hanno aiutato.

    Un conto sono le critiche gratuite, dette da chi vuole solo ferire, e un conto e' cio' che viene detto per il proprio bene!

    Sono d'accordo sul principio del vivi e lascia vivere ma fino a un certo punto...
    Se una persona e' obesa per scelta, perche' gli piace troppo mangiare, ed e' felice cosi, per me questa condizione e' come tante altre in cui ci si fa del male.
    Come chi fuma tantissimo, chi beve e chi si droga.

    Di fronte a casi del genere, posso tacere se si tratta di un estraneo, anche se come vedi non sto tanto zitta comunque... ma se si tratta di una persona cara glielo faccio proprio notare che si sta autodistruggendo!!

    Non penso che l'obesita' sia solo una caratteristica dell'individuo e basta, e' una vera e propria malattia che non ci dovrebbe essere, purtroppo!

    Comunque non credo che ci siano poi tantissime persone che sono felici di essere obese... secondo me se la raccontano e negano....

    Tu che ne pensi?

    Un saluto!

    Marly

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  15. @ Marly
    Grazie per il commento, una ulteriore occasione per approfondire.

    Io non credo sia rilevante sapere chi e quanti sono gli obesi felici del proprio status, né dibattere sul fatto che possano esserlo o meno, né, ancora, sul perché siano obesi. In ciascun caso sono fatti loro :)

    Ciò che mi ha spinto ad aprire questo blog è il fatto che una fetta importante della popolazione sia soggetta non solo a discriminazioni di fatto (impossibilità di accedere a servizi, luoghi, abiti ecc.) ma debba anche subire una condanna sociale poco riflettuta e crudele, che incide sulla propria vita nel suo complesso, sul lavoro, sulle opportunità e sulla percezione di sé.

    Per quanto riguarda le critiche... beh penso che da familiari e amici molte cose, dette con affetto, si possano e anzi si debbano accettare, perché spesso ci costringono a migliorarci in tutte le direzioni. Ma non è questo il punto no?

    Un salutone, e grazie

    Paolo aka CicciOne

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  16. @ Paolo:

    Per carita', il blog e' il tuo e sei tu che devi decidere quello che e' il tema.

    Secondo me pero', tutte le discriminazioni di cui parli, non sono cosi gravi.

    Parlando di vestiti, ci sono addirittura negozi riservati solo a chi e' obeso. Capisco che certe case di moda non facciano vestiti oltre certe taglie, ma quello e' libero mercato.

    Per quanto riguarda i mezzi pubblici, perche' le persone obese dovrebbero pagare un solo biglietto se occupano due posti?
    E' brutto, a tuo dire, che una persona obesa venga considerata anzitutto un malato che un individuo, pero' poi dev'essere trattata da malato godendo di agevolazioni e privilegi?
    Un po' contraddittorio...

    Vorrei solo ricordare che l'obesita', in quanto malattia che inevitabilmente ne porta altre (diabete, infarto, ictus, ecc...), costa al servizio sanitario nazionale tantissimo, ogni anno.

    Quindi... non credo sia il caso di lamentarsi dei diritti mancanti.

    L'obesita', nelle mille sfaccettature che puo' avere, e' comunque una malattia curabile e non e' giusto che lo Stato debba pagare ancor di piu' di quello che gia' paga per chi non si cura.

    E mi spiace davvero di essere stata molto rude nelle mie parole, ma in quanto ex obesa e in quanto persona che ha faticato a dimagrire e che ci e' riuscita anche grazie all'aiuto degli altri, non mi piace molto sentire tutto quest'astio verso il prossimo...

    Saluti!!

    Marly

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