
Quel che mi chiedo, insomma, è se la reazione che abbiamo quando siamo testimoni di una discriminazione razzista o sessista sia la stessa quando si parla di cicce e cicci. La mia sensazione è che ci sia una differenza sostanziale e che, come dimostra la ricerca medica, questo renda tutto ancora più difficile agli obesi che vogliano cambiare, e magari dimagrire.
Indignarsi per la battuta infelice di un collega, un conoscente, ma anche di un amico o di un familiare, serve in linea generale a tre scopi di cui forse non siamo sempre consapevoli. Il primo è prendere le difese del soggetto aggredito con cui avvertiamo un senso di fratellanza o, quantomeno, di rispetto. Il secondo è prendere le distanze da quell'offesa, come per dire "io sono diverso, io non dico certe cose". Il terzo è insegnare a chi ha detto la bestialità del giorno che esiste un altro modo di pensare e di vedere le cose e, magari, spingerlo a rivedere i propri pregiudizi. Ma questo processo di reazione si innesca anche quando siamo di fronte ad una espressione di ostracismo o discriminazione dimensionale? E, se non accade, perché non accade?
La mia sensazione è che aggredire verbalmente un ciccione, o parlarne male dietro le sue spalle, sia ad oggi l'unico genere di aggressione che chi la compie sa di poter eseguire senza rischiare reprimende sociali significative. L'avversione per gli obesi è tanto diffusa in ogni ambito della nostra società, persino in molte famiglie, che l'autore di un gesto discriminante o irrispettoso, di un pettegolezzo o di un insulto sa che può contare su una sostanziale complicità di chi gli sta intorno. Al 99 per cento, cioè, può supporre che chi è con lui/lei nel momento dell'aggressione la pensi allo stesso modo, e quindi giù insulti, bullismi e via dicendo.
Come superare tutto questo? L'unica strada che vedo è continuare testardamente a "fare cultura", a raccontare le novità scientifiche che permettono di comprendere la complessità e l'ampiezza della questione obesità, a riportare le storie di obesi e obese nel mondo. Ma, forse, serve anche uno sforzo in più da parte di tutti coloro che già sono consapevoli di quanto intollerabile e pesante sia l'ostracismo sociale. Occorre reagire. Mai più stare in silenzio quando qualcuno viene preso di mira per la sua dimensione, mai più chiedersi cosa fare: occorre alzare la testa, alzarsi in piedi e affrontare l'autore o gli autori di una aggressione di questo tipo. Soprattutto, non dobbiamo perdonarla noi stessi. Non c'è nulla di innocente nel discriminare qualcuno e se teniamo alla persona che ostracizza, insulta o discrimina allora sarà bene fargli o farle notare quanto si sbaglia. E' ora di cambiare registro. O no?
(fonte immagine)
Ok ok insultare è sbagliato sempre ovvio. Ma dire che i grassoni che occupano due posti sulla metro sono innocenti non è sbagliato allora? Queste cose qualcuno le deve dire.
RispondiEliminaInnocenti e di che cosa mai sarebbe colpevoli di grazie?
RispondiEliminaConosco gente che mangia un casino he si abbuffa come maiali e non c'ha la pancia Quindi è chiaro che non dipende SOLO da come mangiate ma ANCHE
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