martedì 4 maggio 2010

La Definizione di Obesità e perché non è una malattia

Definire chi sia obeso, e perché lo sia, è una sfida, la complessità dell'essere umano e le sue diversità non facilitano il compito, e qualsiasi classificazione non può che costituire una forzatura. Ciò nonostante in molti provano a darne una definizione, cosa che può aiutarci a chiarire le idee, una necessità che avvertiamo credo un po' tutti mano a mano che discutiamo.

Per Obesita.it l'obesità è "l'accumulo di tessuto adiposo nel corpo", mentre WebWellness.it parla di una "condizione cronica (malattia che dura nel tempo), ad elevata prevalenza (n° casi di obesità che si hanno nel mondo) ad eziologia multifattoriale (malattia complessa; le cause sono molteplici), accompagnata da un aumento del rischio di morbilità (tendenza di ammalarsi) e di mortalità (malattie: sforzo del cuore, occlusione arterie)". Secondo Idealdieta, invece, "l'Obesità è una malattia cronica determinata da un eccesso di grasso (massa grassa) nel corpo".

In ambito istituzionale l'Istituto superiore di Sanità italiano afferma che "l'obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, in genere a causa di un’alimentazione scorretta e di una vita sedentaria". Che si tratti più di una condizione che di una malattia in sé concorda anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità che nel suo fact sheet statuisce: "Il sovrappeso e l'obesità sono definite come accumulo anormale o eccessivo di grasso che possono danneggiare la salute".

Dalle fonti si evince come l'equivalenza secondo cui l'obesità è una malattia in sé è errata. Non perché non possa provocare specifiche patologie, sebbene nei Fat Studies d'Oltreoceano c'è chi contesti almeno alcune delle sue possibili conseguenze, ma perché l'essere obeso non significa essere malati. Significa invece avere un fattore di rischio per le patologie di cui sopra.

Questa distinzione risulta sempre più importante nelle discussioni sui pari diritti, un po' per il pietismo indotto dalla considerazione dell'obeso come malato tout court, un po' per la grossolaneria con cui la cultura del dietismo ha infiltrato media, moda e immaginario collettivo e della quale tocca sbarazzarsi in premessa a qualsiasi dibattito per capire di cosa si parla. Si tratta di sbavature che allontanano la possibilità di comprendersi quando si discute, e che sono duramente contestate dai sostenitori di HAES (Healt at Every Size, Salute ad ogni dimensione) di cui Cicciones ha parlato nei giorni scorsi.

Che non si tratti di una malattia è dimostrato non solo dall'assenza di una caratterizzazione specifica di patologia ma anche dal fatto che non è dall'innescarsi della patologia che vengono suddivisi gli obesi da chi obeso non è. Tanto che tutti, a cominciare dalle istituzioni via via fino ai dietologi, distinguono la popolazione obesa dall'indice BMI (Body Mass Index). Questo, come noto, è un dato numerico che si ottiene valutando altezza e peso della persona ed è ottenuto con una semplice formula matematica. Secondo le tabelle internazionali di riferimento va considerato obeso chiunque abbia un BMI superiore al 30 per cento. Proprio l'OMS valuta nelle diverse regioni del mondo l'aumentato rischio per questa o quella patologia in base al BMI e all'etnìa.

Che l'obeso non sia un malato di per sé non vuol dire, evidentemente, che l'obesità sia un dato positivo per la salute, anzi, è un fattore di rischio che non viene negato come tale neppure dai più radicali profeti del Fat Movement statunitense. Inoltre, pur essendo in sé una condizione, è di certo invalidante per gli obesi definiti di tipo III nelle tabelle OMS, persone che finiscono per non potersi muovere facilmente e per le quali i problemi di rapporto con le istituzioni, il lavoro e la società nel suo complesso sono moltiplicati di molte volte rispetto a quanto accade nelle altre fasce dell'obesità.

In sintesi, dunque, gli obesi non sono un insieme omogeneo, vuoi per le molte diverse cause dell'obesità vuoi per i diversi comportamenti che adottano. Inoltre, come si evince dalle tabelline OMS, c'è obeso e obeso, c'è BMI e BMI, e questo ha in sé molte conseguenze, ed è portatore di ulteriore diversità.

Tolto di mezzo il preconcetto di malattia, ci ritroviamo dunque con una complessità che non è diminuita, anzi, ma quantomeno con un minimo comune denominatore, una lingua che può essere parlata quando si discute di obesità. Che era e rimane un argomento complesso, pieno di sfaccettature, che non può essere facilmente ridotto a degli slogan. Così come non si può ridurre ad uno slogan la personalità e l'identità di un inviduo, magro o grasso che sia. Con buona pace dei tanti profeti della dieta in sette giorni con cui ahinoi ancora siamo costretti a misurarci.

12 commenti:

  1. A me hanno _sempre_ detto che è una malattia. Romeo

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  2. e ti hanno detto bene anonimo. L'obesità è una malattia molto seria che va curata al pari di qualsiasi altra malattia.

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  3. MHHHH... il fatto che l'OMS dica altro proprio non ci interessa veh? :)

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  4. ahahahahah ... Paolo, per favore SMETTILA di negare l'evidenza! E, aggiungo, MALATTIA!! - ci sta sempre bene. :D

    Comunque NON sapevo che pure l'OMS conserva degli scrupoli sul definire patologia un (bel) po' di ciccia addosso.

    La manipolazione che si crea nel passaggio dall'OMS all'UDS (uomo della strada) è evidente; ci si riferisce all'obesità usando termini vagamente medici ("epidemia", "malattia", "disturbo") apposta per formare una certa idea del grasso.

    E la gente ci casca. Ci siamo cascati alla grande.

    Penso che si stia spingendo da una parte o dall'altra per definire ufficialmente malati tutti gli obesi e probabilmente ci si riuscirà. Ma se mi inserissero davvero nel DSM solo in base al mio peso... darei di matto :P

    Mangio Quindi Sono... sembra il titolo di un test di donna moderna e vorrebbero farci credere che sia la nostra vita



    P.S. sempre ribadendo "Che l'obeso non sia un malato di per sé non vuol dire, evidentemente, che l'obesità sia un dato positivo per la salute, anzi, è un fattore di rischio "

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  5. Veramente L'OMS ha dichiarato l'obesità vera è propria epidemia.
    C'è una sentenza italiana che dichiara l'obesità malattia e le ha ridonato dignità di cura.
    Ed è entrata anche nell'elenco delle MALATTIE per avere la invalidità civile. Non capisco quali altre dichiarazioni ci vogliono per far capire che una persona obesa è una persona malata che va curata!

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  6. Caro Anonimo, l'OMS ha attuato una miriade di iniziative per contrastare la diffusione dell'obesità in tutti i continenti. Non ne parla come di una malattia, ciò non toglie che porti con sé un rischio salute elevato, che dubito qualcuno voglia negare.
    La sentenza che citi non dice quello che affermi, ma solo (si fa per dire, perché è importante) che l'obesità cosiddetta grave deve essere considerata con un punteggio più elevato ai fini dell'invalidità, al punto che possa portare al rilascio di assistenza pubblica fin qui non riconosciuta.

    Il punto è che siamo talmente compresi dalla grande guerra contro la grande epidemia che rischiamo di soffocare sotto gli slogan e non comprenderne tutti i meccanismi.

    Con amicizia.

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  7. Ancora una volta: molto interssante. Perché se talvolta ne si parla come di un "problema che ha origini genetiche" e via dicendo (come se fosse una malattia) ora imparo questo "politically correct" della "condizione". Uno dei motivi per cui qui si è davvero fuori dal mondo è che c'è chi, con massima intelligenza e "rigore dialettico" si sofferma a chiarire i termini, cosa che molti (e la massa conta in ciò che qui si dice) considerano "sciocchezze" ... e che invece è il mattoncino della discussione.

    Ed è un problema esser fuori dal mondo perché la ragionevolezza include proprio la precisione nell'uso del linguaggio, per evitare il fraintendimento, per chiarire cose che non sono chiare nemmeno nella nostra testa.

    Eppure è proprio uno di quegli aspetti che - perlomeno per ciò che io percepisco in Italia - va peggiorando sempre più.

    Trovare qualcuno che, come Paolo, si sforza di non ripetere "dire" (come ci insegnavano alle elementari) e arriva a uno splendido "statuisce" ... e che ritiene - a ragione - utile specificare il significato vero delle parole oltre a ciò che comunemente (a torto - spiegato - o a ragione - spiegata) si intende ... è ottimo.
    E altrettanto fuori dal mondo.

    Qualcuno ha visto Idiocracy?
    Tutti?

    Se qualcuno l'ha visto forse sa che alludo a quel futuro in cui le persone che parlano correttamente sono considerate "gay" (e quindi - in quel grottesco futuro, da deridere e picchiare) ... non distante dall'ufficio in cui svolgo il mio dayjob ho sentito insegnare, da uno di 37 anni ad uno di 25 "si deve rispondere COMANDI e non DIMMI, che dimmi è da gay!"
    Questo è il mondo in cui viviamo; siamo fondamentalmente degli animali cattivi.

    Oppure no?

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  8. la cosa che ancora non riesco a capire, da obesa, è come l'OMS, e di conseguenza le persone che si documentano sulle sue dichiarazioni, facciano risalire il sovrappeso e l'obesità solo a un fattore puramente fisico e genetico.
    L'obesità può essere infatti anche una conseguenza di malessere psicologico, dovuto in gran parte anche dalle condizioni socio-ambientali.
    Non si è obesi "solo perché si mangia troppo", perché "si è golosi". Un obeso non vorrebbe esserlo, è innegabile, non lo si fa per semplice gusto o divertimento, o perché non se ne può proprio fare a meno. Quando non deriva da un fattore genetico, ci sono mille ragioni psicologiche alla base di questo malessere...perché io lo considero tale, un malessere, non una malattia vera e propria (io peso 100 kg per 1,70, ma ho la pressione sanguigna perfetta, colesterolo a posto, glicemia nella norma), quindi vorrei dire ad Anonimo che, se mai una persona obesa vada curata, è sopratutto psicologicamente, anche dai danni che la gente come lui infligge considerandola "diversa".

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  9. L'obesità è una malattia,altro che NON lo è!
    Tanto che è riconosciuta come tale dal SSN e si può accedere alla chirurgia bariatrica e poi alla chirurgia plastica ricostruttiva gratuitamente.
    Io sono un'ex (o quasi,ora sono "solo" quasi in sovrappeso)obesa,pesavo oltre 150 kg,taglia 64/66 e BMI di quasi 60 ,ora sono una 48/50. Sono d'accordo ovviamente sulla non discriminazione,a patto però che qqqqquesta non sia declamata solo per fuggire dal prendere di petto il problema e fare qualcosa per guarire.Lo so (figuriamoci se non lo so io..)che non è facile,c'è molta paura,ci vogliono non 2 ma 4 palle per affrontare un percorso di guarigione,anche e sopratutto psicologico .Ci vuole coraggio,costanza,positività,forza e informazione,tanta..Sorrido quando vedo dire "io sto bene così",perchè so che non è vero,è solo un nascondersi dietro ad un "non ne sono capace,non ho il coraggio,non ho la costanza" .
    Guarire si può,ve lo garantisco,e riappropiarsi della propria vita,cominciare a vivere,non doversi più nascondere o giustificarsi con le solite frasi,a non aver più il fiatone per fare 2 passi,a salire agevolmente in macchina,a vedere scomparire un sacco di patologie correlate all'obesità,ad esser più sicuri di sè,a vestirsi normalmente e piacersi,a ricevere complimenti, a vestrirsi con poche lire,a STARE BENE.

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  10. Cara Stella complimenti e auguri per il tuo difficile e coraggiosissimo percorso. Credo che molti non troverebbero la forza che ci hai messo dentro ed è naturalmente una cosa importante che l'SSN non si lavi le mani di chi soffre (e paga le tasse ecc. ecc. :)
    La discriminazione purtroppo è sempre presente nelle vite di molti, le cui scelte, come la tua ad esempio, vengono continuamente messe in discussione non dal medico ma più o meno da chiunque, il solo fatto di non essere normoforma diventa un elemento di interesse, gossip, malignità e solo a volte solidale pietismo.
    un grosso saluto, e ancora complimenti!

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  11. Vorrei commentare, senza polemica ma dal mio punto di vista, i si può fare di Stella...

    Trovo scorretto inglobare nella sua esperienza personale di obesa di 150 kg, tutti gli obesi e tutta l'obesità.

    Penso a tutto quello che c'è prima dei 150 kg, a quando si è in sovrappeso oppure obesi come si suol dire "di primo grado"...

    Non credo che un "io sto bene così" detto a 90, o 100, o 110 kg sia così assurdo e bugiardo


    Si può:

    - non doversi più nascondere o giustificarsi con le solite frasi
    - vestirsi normalmente e piacersi
    - riappropiarsi della propria vita
    - cominciare a vivere
    - essere più sicuri di sè
    - ricevere complimenti


    queste cose non si possono fare da obesi? Secondo me sì.
    A 150 kg si è super-obesi, e tutto questo si potrebbe ancora fare ma con grande difficoltà. Se non si riesce a fare tutto questo, è per via di un problema di fondo più grande... e dell'apporto negativo di una società (inutilmente) grassofobica.


    non aver più il fiatone per fare 2 passi
    salire agevolmente in macchina

    Anche queste mi sembrano cose fattibili per un obeso (non di 150 kg), in particolare salire in auto! Dipende anche dal modello... il problema è la cintura, ma sempre per i corpi over 130...


    vestirsi con poche lire
    Questo è indubbiamente un problema per qualunque obeso, ma non facciamo finta che le aziende non ci marcino sopra tantissimo... so di aspiranti stiliste plus-size che sfaterebbero volentieri il mito "doppio della stoffa = prezzo decuplicato"


    vedere scomparire un sacco di patologie correlate all'obesità

    Se le patologie ci sono, è perfettamente vero


    STARE BENE.

    per una mia personale visione della vita, mi pare riduttivo e triste stabilire che si possa STARE BENE solo da magri.

    Detto poi da una donna che magra ancora non è, mi pare proprio un controsenso.

    Ma lo dico con simpatia perché leggere il tuo messaggio positivo e incoraggiante mi è piaciuto, Stella!

    Buona vita :)

    Layla

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